I troppi casi che mettono in imbarazzo il Governo

ITALIA. Il «caso Boccia», pruriginoso semi-scandalo estivo della politica governativa, si sta politicamente complicando e sta creando non poco imbarazzo nel centrodestra e nei palazzi del potere, non escluso Palazzo Chigi.

La questione riguarda il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e una giovane signora molto presente sui social al punto da essere genericamente definita «influencer». Tale Maria Rosaria Boccia da Pompei ha dichiarato qualche giorno fa di essere stata nominata consigliere «per i Grandi Eventi» del ministro, accanto al quale è stata peraltro variamente fotografata nelle ultime settimane. Sangiuliano non si è mai sottratto alla presenza di quella persona ma, quanto alla nomina, il ministero ha smentito seccamente: «Non la conosciamo, è una che si vuole accreditare», ha spiegato il capo ufficio stampa. Lei ha ribadito la sua versione dei fatti portando sui social pezzi di carta a sostegno della propria tesi. I giornali si sono messi ad indagare accendendo le luci sui retrobottega del potere fino a far emergere un (presunto) impegno della signora addirittura nell’organizzazione del prossimo G7 della Cultura che si terrà in settembre a Pompei, città natale della medesima Boccia.

A questo punto la storia si è trasformata da scandaletto del sotto-potere politico-ministeriale romano, a questione politica: il G7 infatti è affare delicatissimo, investe gli altri Paesi del summit, e ha un evidente profilo di sicurezza che, se messo in dubbio, può creare una certa difficoltà al Governo. A questo punto si sono fatte avanti le opposizioni presentando interrogazioni per sapere che ruolo abbia avuto finora Maria Rosaria Boccia nell’attività del ministero e soprattutto nell’allestimento di un appuntamento internazionale così delicato come quello che si terrà prossimamente tra gli scavi pompeiani. È immaginabile che le ambasciate si siano già mosse per avere rassicurazioni sul fatto che le notizie «sensibili» circolino soltanto tra le persone accreditate ufficialmente, garanzia minima che ogni intelligence richiede soprattutto in tempi pericolosi come questi.

Pare che a Palazzo Chigi Giorgia Meloni sia parecchio irritata per la situazione che si è creata e che a sua volta chieda chiarimenti al suo ministro a suo tempo più volte investito da polemiche per via di certe sue spericolate esternazioni (Dante mentore della destra) o di scivoloni involontari (i libri dello Strega, la collocazione geografica di Times Square, qualche svarione storico, ecc.). Tra l’altro il sito scandalistico (ma sempre informatissimo) «Dagospia» da tempo lo ha messo nel mirino pubblicando notizie inedite e anche una foto privatissima del ministro e della signora Boccia al mare.

Tra un mese Sangiuliano dovrà rispondere alla Camera alle domande delle opposizioni e dovrà spiegare bene la faccenda se vuole evitare conseguenze politiche che lo vadano a colpire direttamente come, per esempio, una mozione di sfiducia individuale delle opposizioni da votare a scrutinio segreto. Perché Meloni fa sapere ai giornali di essere «furiosa»? Perché è l’ennesimo caso che investe la sua squadra e che la mette in imbarazzo. Ancora non si sa bene che fine farà la ministra Santanchè con i suoi guai giudiziari; idem per il viceministro Delmastro, per non ricordare poi le dimissioni già date da Vittorio Sgarbi, le gaffes del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, le polemiche sulla gestione del potere da parte di Arianna Meloni, sorella di Giorgia ed ex moglie di Lollobrigida…

I «casi», con questo di Sangiuliano, cominciano a diventare troppi e vengono soprattutto dalla casa di Fratelli d’Italia. Con gli alleati Lega e Forza Italia sempre in gara con il partito della premier, c’è poco da scherzare: un ammonimento che anche a Sangiuliano Giorgia Meloni avrà di sicuro voluto ricordare.

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