L'Editoriale
Giovedì 09 Giugno 2022
I Pnrr europei, un’occasione per le nostre aziende
Sappiamo bene quanto la catastrofica onda d’urto pandemica abbia anche costituito un fattore di eccezionale accelerazione di fenomeni che erano già in parte in atto o ai nastri di partenza a livello embrionale. Basti pensare alla crescita del commercio elettronico, all’aumento esponenziale del ritmo di digitalizzazione delle imprese, al profondo rinnovamento del mercato del lavoro e delle relative modalità operative.
In questo contesto, il Pnrr è stato concepito per incanalare i Paesi europei lungo un sentiero di profonda trasformazione tecnologica, ambientale, sociale ed economica. L’invasione russa dell’Ucraina ha reso ancora più rilevante tale progetto, avendo prodotto un cambiamento radicale allo scenario preesistente non solo sul piano geopolitico, ma anche in merito alle prospettive economiche e sociali. Siamo infatti passati da una sia pur lenta ricrescita dell’economia globale, ad una collettiva discesa in picchiata, resa ancor più grave dall’inflazione.
Il Pnrr rappresenta oggi lo strumento principale per contrastare gli effetti complessivi indotti dalla crisi e per consentire di prevenire o, quanto meno resistere nel modo più indolore possibile ad altre crisi che dovessero presentarsi. Non a caso il Piano prevede da un lato importanti investimenti, dall’altro un preciso impegno dei vari paesi per una profonda azione riformatrice. Solo perseguendo quest’ultimo obiettivo, che Mario Draghi sta cercando di portare avanti incontrando continui ostacoli sul piano politico, potrà essere consentito alle aziende italiane di cogliere appieno le opportunità indicate nei 21 piani varati dal governo in attuazione del Next Generation Ue per complessivi 254,7 miliardi.
Le occasioni, dunque, non mancano ed è bene saperlo ed esserne tutti consapevoli. Il Direttore generale per la promozione del sistema Paese della Farnesina Lorenzo Angeloni in una recente intervista ha dichiarato: «Con la fattiva collaborazione delle ambasciate territorialmente interessate, abbiamo realizzato una puntuale ricognizione dei progetti che gli altri Paesi Ue intendono realizzare nell’ambito del proprio Pnrr, raccogliendo informazioni dettagliate dalle autorità responsabili di ciascuno di essi. Scopo dell’iniziativa è quello di fornire alle aziende italiane un quadro agile ed immediato delle progettualità e delle connesse opportunità previste nei Pnrr degli altri Stati europei, colmando quel gap informativo che spesso affligge le nostre aziende, e in particolare le Pmi, pur in possesso di competenze ed expertise sufficienti a concorrere in modo competitivo sui mercati esteri». Da questo impegno è scaturita la realizzazione di un’agile guida che traccia una disamina precisa sia dei 21 piani già approvati da Bruxelles, sia di quelli di Bulgaria, Paesi Bassi, Svezia, Ungheria e Polonia ancora in fase di approvazione. Sono molti gli spunti di analisi e auspicabile emulazione che potrebbero schiudere grandi opportunità alle nostre imprese. Vi è quello della transizione ecologica, cui sono state destinate ingenti risorse in Francia, Spagna e Grecia, con particolare riferimento all’efficientamento energetico nell’edilizia. Vi è quello della modernizzazione del sistema sanitario, al quale sono state destinate ingenti risorse in quasi tutti i Paesi dell’Ue. Vi è quello della costruzione di autostrade e ferrovie, a cui la Romania ha destinato 29,2 miliardi. Vi è quello della mobilità green, per il quale la Germania ha destinato 25,6 miliardi. La Farnesina è confidente che in tali ambiti e non solo, le aziende italiane più qualificate e delocalizzate abbiamo grandi possibilità di aggiudicarsi gare d’appalto in grado di generare processi di crescita e modernizzazione industriale a livello sistemico.
Ci sono occasioni, come questa, in cui la «burocrazia» dà potenti segnali di efficacia nel perseguimento degli interessi generali. Un esempio virtuoso che rende ancora più palese e grave la mancanza nel nostro Paese di una classe politica altrettanto determinata e coesa nell’attuazione di quelle riforme strutturali che sarebbero decisive per farci svoltare davvero.
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