L'Editoriale
Mercoledì 18 Agosto 2021
Germania sempre
più europea e... italiana
Viviamo tempi incerti anche in Germania e l’emergenza non è più tale se diventa normalità. Il cambiamento climatico si fonde con la rivoluzione tecnologica e la pandemia rende tutto complicato e soprattutto imprevedibile. L’alluvione e i dissesti idrogeologici nella Renania-Palatinato e nel Nordreno Vestfalia hanno fatto 116 vittime accertate. E questo in un Paese tra i più sviluppati al mondo. Da qui lo stupore dei cittadini abituati a vivere queste disgrazie sugli schermi dei telegiornali e ora affranti nel vedere come questo possa accadere anche al vicino della porta accanto. A questo la politica non era preparata. Avvisi erano stati emessi sulla pericolosità delle cosiddette bombe d’acqua ma il tempo di reazione della macchina burocratica tedesca è assai più lento degli eventi atmosferici. Così la Germania si è scoperta improvvisamente vulnerabile.
In piena campagna elettorale le conseguenze non si sono fatte attendere. I politici sono sulla graticola e le prime teste sono cadute, funzionari locali in verità. E tuttavia indice di un malessere che potremmo definire di italianizzazione. Cercare il capro espiatorio a disgrazia avvenuta invece di prevenire.
Il candidato alla cancelleria per la Cdu è al contempo presidente del Land Nordreno Vestfalia. Poteva essere per Armin Laschet l’occasione della vita. Le disgrazie sono tali solo per i cittadini colpiti ma per chi ricopre incarichi possono essere opportunità di consenso. Presenza mediatica, sovvenzioni, aiuti immediati alle popolazioni fanno del politico il buon samaritano del momento. Al successore in pectore di Angela Merkel è tuttavia capitato di ridere nel momento sbagliato. In visita agli alluvionati mentre il presidente della Repubblica costernato esprimeva cordoglio e solidarietà Armin Laschet alle sue spalle si lasciava irretire dalla battuta di un suo collaboratore e cadeva in una risata quanto mai inopportuna. Subito filmata, la scena ha fatto il giro della rete e la Cdu dal 30% è precipitata in un soffio al 24% dei consensi. Un calo che probabilmente costerà alla Cdu il cancellierato. I socialdemocratici della Spd sono volati dal 16% al 20% e in teoria adesso potrebbero formare una coalizione di governo con i Verdi e i liberali.
L’evacuazione del personale civile dell’ ambasciata in Afghanistan si è rivelata nel frattempo la seconda batosta. Per dare mandato ad un’operazione militare di salvataggio c’è bisogno dell’approvazione del parlamento. Ma prima che gli addetti si rendessero conto della necessità di un’azione veloce i talebani erano già a Kabul. Il risultato è che il personale civile tedesco è in aeroporto e attende ansiosamente di essere portato in salvo. Gli aerei mandati da Berlino non possono al momento atterrare. La piste sono troppo affollate e poi sono gli americani che dispongono e i tedeschi sono partiti troppo tardi. Per chi ha avuto 59 caduti in venti anni di guerra senza nome, un’umiliazione. Le ambizioni di chi ambisce ad un riconoscimento internazionale vengono frustrate. Al punto che Angela Merkel, ancora cancelliere per un mese, sembra delegare la grana ai suoi ministri degli Esteri e della Difesa: hanno combinato il pasticcio e adesso se le cavino loro. Ha ammesso gli errori e definito il tutto uno «sviluppo amaro», ha fatto capire che la colpa non è solo del governo tedesco e poi è andata al cinema. Titolo della Bild Zeitung, il tabloid più letto del Paese: i nostri rischiano di morire a Kabul e il capo del governo ride al cinema. Così va il mondo in una Germania sempre più europea e simile all’Italia.
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