Federalismo
Europa al bivio

Le tesi sovraniste appaiono oggi in evidente crisi. A ciò hanno contribuito
i deludenti risultati conseguiti nelle ultime elezioni europee e, soprattutto, la decisione dell’Europa di arginare la crisi pandemica costituendo un debito comune per finanziare la ripresa delle economie dei 27 Paesi. Questa storica decisione ha riacceso la speranza di raggiungere una maggiore integrazione anche politica tra i paesi dell’Unione. Tuttavia, sull’auspicabile evoluzione politica del progetto europeo esiste da tempo una netta contrapposizione tra i fautori di un «ordine federale» e i sostenitori di un «ordine confederale».

Si tratta di differenze sostanziali, dai più sottaciute, che coinvolgono soprattutto il «principio di sovranità». I sostenitori dell’ordine federale, che si ispirano alle idee di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi espresse nel famoso Manifesto di Ventotene, pensano a una Unione Europea autonoma e sovrana, dotata di specifiche competenze - in particolare nei campi della difesa, della politica estera, monetaria e fiscale - gestite unitariamente nell’interesse dei vari Paesi. Auspicano che lo Stato Federale si doti d’istituzioni democratiche con un parlamento capace di rappresentare sia unitariamente il popolo della Federazione, sia i singoli stati membri che resterebbero pienamente sovrani nelle restanti competenze.

Assai diversa è la posizione dei sostenitori dell’ordine confederale, che si rifanno all’idea «intergovernativo-confederale» che ha avuto come principale ispiratore Charles De Gaulle. Questa prevede la costituzione di un organismo centrale europeo, privo di una propria autonomia, al quale i vari Stati possano demandare volta per volta il compito di affrontare questioni di comune interesse, mantenendo il diritto di veto su ogni decisione. Non è certamente un caso che questa tesi sia sostenuta dalle destre sovraniste di Marin Le Pen e Giorgia Meloni e, in qualche misura, anche da Matteo Salvini, la cui recente conversione «Europeista» è da molti considerata opportunistica perché legata a un calcolo politico di breve termine.

La condizione giuridica in cui si trova oggi l’Europa si caratterizza per alcuni aspetti di tipo confederale (diritto di veto, metodo intergovernativo, prevalenza del Consiglio europeo) e altri di tipo federale (Parlamento europeo eletto dal popolo, moneta unica, Corte di giustizia). A tale situazione si è giunti negli anni seguendo il metodo «funzionalista», riconducibile a Jean Monnet, che si è differenziato dall’ispirazione federalista non tanto nella visione finale, quanto nella scelta delle modalità per arrivarci. Monnet, infatti, riteneva che un progetto tanto ambizioso come quello federale dovesse essere realizzato compiendo «piccoli passi» per evitare la contrapposizione degli stati più avanzati come Germania, Francia e Inghilterra. Secondo Monnet la strada per raggiungere un’unità politica di tipo federale non poteva che essere quella di partire dalla costruzione di un’unione economica, per poi procedere a successive fasi che portassero alla «cessione graduale di fette di sovranità» da parte delle varie nazioni. È opinione diffusa che proprio l’affermazione di questo metodo prudente abbia salvato il progetto europeo dal fallimento. Oggi è del tutto evidente, però, che nel proseguire il percorso europeo sul piano politico occorra finalmente scegliere quale strada perseguire. I cittadini hanno il diritto di sapere chi propenda per la creazione di una Federazione europea - gli Stati Uniti d’Europa - e chi per un’Europa Confederale intergovernativa. Per quanto ci riguarda, in particolare Matteo Salvini - leader del centrodestra e possibile futuro Premier - ha il dovere di chiarire se sta con Borghi e Bagnai, a giorni alterni europeisti o fautori dell’Italexit, o con il compianto ideologo della Lega Gianfranco Miglio che, nella sua organica e per molti versi ancora attuale riforma costituzionale, auspicava l’Italia federale in un’Europa federale. In ciò era in perfetta sintonia con l’idea di Europa di Ernesto Rossi: «Federazione è l’arrosto; Confederazione è solo il fumo dell’arrosto».

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