È scoppiata la nuova
Guerra fredda

Occidentali arroccati in difesa da una parte, blocco delle Potenze ex comuniste «risorgenti» in rapida avanzata dall’altra. Americani ed europei, irritati, che impongono sanzioni a russi e cinesi, i quali rispondono con quasi contemporanee contro-misure restrittive. Ufficialmente è scoppiata la nuova Guerra Fredda, che ha avuto un lungo prologo, iniziato con la crisi ucraina nel 2014. In mezzo cyberattacchi, disinformazione, interferenze in elezioni di Stati sovrani e una spaventosa corsa agli armamenti. L’esplosione della pandemia con la conseguente contrazione economica, la battaglia dei vaccini e l’elezione alla presidenza Usa di Joseph Biden hanno solo accelerato la presente resa dei conti che non esclude, necessariamente, accordi tra le parti per il raggiungimento di obiettivi comuni globali.

Americani e russi, a fine gennaio, hanno per questo prolungato il trattato Start-3 sul controllo degli arsenali nucleari e il capo della Casa bianca ha appena invitato i colleghi Putin e cinese Xi Jiping ai colloqui sui cambiamenti climatici dopo uno scambio di «complimenti» con il leader del Cremlino.

La situazione è seria: per la prima volta da cinquecento anni l’egemonia occidentale subisce una sfida davvero impegnativa e il rischio di perdere il controllo degli eventi da parte dei contendenti è elevato. La «nuova Via della Seta» di Pechino verso l’Europa - con le sue infrastrutture per il commercio - e la Partnership economica dell’Asia Pacifico (Rcep) - quest’ultima raggiunta per i gravi errori dell’Amministrazione Trump - sono fondamenta su cui la Cina sta costruendo il futuro prossimo. Ma non solo. In questi giorni con l’Iran è stato siglato un patto di «collaborazione strategica», mentre il ministro della Difesa, Wei Fenghe, è stato in Ungheria e Serbia, Paesi critici al corso euro-americano. «L’Impero celeste» tenta costantemente di approfittare delle crepe che si aprono nel fronte avversario. Con sagacia è riuscito negli anni passati a stringere accordi di partnership in campo militare con la Russia, delusa dal rifiuto occidentale di accoglierla nella sua comunità.

Il 14° Piano quinquennale (2021-25), di recente approvato da Pechino, implicherà una maggiore integrazione della Russia come fornitrice di materie prime e di prodotti agricoli, ma farà anche entrare Mosca ancor di più nella sua orbita tecnologica. Secondo gli esperti il vero «Rubicone» risulterà l’adozione da parte federale del 5G cinese. Non funzionerà quindi lo schema vincente, usato contro l’Unione Sovietica, di bando delle tecnologie e di aumento esponenziale delle spese militari considerate anche le riserve monetarie di Pechino. Nelle scorse settimane russi e cinesi si sono pure accordati per organizzare insieme missioni verso la Luna.

Con le sue capacità nei settori energetico e militare Mosca è in grado di colmare le lacune di Pechino. Ma il pericolo per i russi è che tale strategia a breve termine si trasformi in un boomerang in un futuro remoto: nella Russia asiatica abitano soltanto 30 milioni di persone! Secondo uno studio britannico di qualche mese fa, in caso di conflitto armato tra i due blocchi – Hong Kong, Taiwan, Ucraina, Bielorussia i tanti punti dolenti –, gli occidentali potrebbero rischiare di venire sconfitti o di subire pesanti perdite. Ecco perché Londra ha deciso di aumentare enormemente le sue spese militari. I persistenti giochi di guerra nel mar Nero e nel Baltico preoccupano, come la notizia che un sottomarino russo ha inseguito a lungo la portaerei americana Eisenhower nel Mediterraneo salvo poi scomparire.

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