Casalino parla
solo del nulla

Casalino sempre sull’onda. Stavolta si scoprono alcune sue delicate dichiarazioni di «schifo» nei confronti dei disabili e altre amenità nei riguardi degli anziani. Il Suddetto si difende, ma successivi approfondimenti confermano che non stava affatto recitando, come afferma. Istintivamente, sentendo parlare di lui, o anche parlare «di» lui, viene spontaneo chiedersi, parafrasando Alessandro Manzoni: «Casalino, chi era costui?». Chi è questo Carneade che dal nulla - anzi, dal Grande fratello, che è un po’ peggio del Nulla – è arrivato nelle stanze che contano di palazzo Chigi? La risposta potrebbe venire da una nota storiellina su un deputato della prima Repubblica, del quale si mormorava: «L’auto blu si è fermata davanti al Parlamento, non ne è uscito nessuno, era l’onorevole...».

Eppure del signor Nessuno occorre occuparsi, anche se di malavoglia. Per due corpose ragioni: il suddetto è il portavoce del presidente del Consiglio, ha quindi un ruolo di assoluto rilievo istituzionale, con una funzione di primissimo piano nelle relazioni tra governo e pubblica opinione; le sue affermazioni – sia quelle strettamente istituzionali, sia quelle affidate ai «social» – dovrebbero rappresentare le posizioni e gli intendimenti del capo del Governo. Altrimenti non si è «porta-voce». Dalla nascita del governo Conte ad oggi Casalino si è distinto, se così si può dire, per una serie di frasi maldestre, per enunciazioni al limite del ridicolo, per rozzezza di stile. Ma – paradossalmente – tutto questo armamentario di errori e la stessa penosa sguaiataggine dei suoi interventi finiscono per essere quasi meno gravi rispetto al difetto di fondo del Nostro: la sua totale incompetenza. Casalino mostra di non sapere nulla dell’azione di governo, dissimula a malapena la completa ignoranza delle regole e dei sistemi della comunicazione e dell’informazione istituzionale. Sembra che gli importi soltanto di «apparire». Contento di parlare continuamente pur non avendo nulla da dire, o non sapendo cosa dire. Il vuoto pneumatico di idee che diventa bolla mediatica.

Vi è anche un altro aspetto da considerare. La legge che regola le attività di comunicazione e di informazione delle pubbliche amministrazioni distingue formalmente il portavoce del responsabile politico e il capo ufficio stampa con l’intento di evitare che la stessa persona potesse interpretare contemporaneamente i due ruoli. Ma, al riguardo, «il governo del cambiamento» ha ritenuto che le norme possano tranquillamente essere interpretate, senza stare troppo ad affaticarsi sulle sottigliezze giuridiche, che sono soltanto anticaglie fastidiose. Casalino è dunque portavoce e, contemporaneamente, capo ufficio stampa. Quanto tale doppia investitura finisca per provocare storture è più facile a capirsi che a dirsi.

Inevitabilmente – succederebbe con qualunque governo, di qualunque colore – la comunicazione politica, di cura dell’immagine del presidente del Consiglio, sopravanza largamente l’attività tesa a dar conto, in modo trasparente e obiettivo, dell’azione di governo. Del resto, Casalino nelle sue fantasiose e sovente ingiuriose performance quasi mai si è occupato dell’attività del governo. E meno che mai di instaurare un rapporto di dialogo con il mondo della stampa. Per la solare evidenza che non aveva nessuna intenzione di farlo. Il che, per un soggetto chiamato a rapportarsi con l’opinione pubblica, è una specie di nonsenso. Ma si è ormai capito che la logica dell’odio e della ricerca del nemico a tutti i costi è diventata la cifra comunicativa dell’attuale Governo. Chi lo guida, ancorché attento a usare solitamente toni pacati, si è visto affibbiare un collaboratore che per indole, ha fatto della violenza verbale e della totale mancanza di stile una sorta di marchio di fabbrica. Da varie parti politiche si chiede da tempo a Casalino di dimettersi. O a Giuseppe Conte di rimuoverlo. Difficilmente ciò avverrà. Per una ragione: l’attuale presidente del Consiglio non ha voce propria, di conseguenza il suo porta-voce può parlare soltanto del nulla.

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