L'Editoriale
Venerdì 27 Dicembre 2024
Anno buio, rinascita civile necessaria
MONDO. Forse mai come oggi appare improbo essere rasserenati da qualche bagliore di luce.
In 65 Paesi sono in corso guerre e scontri cruenti tra opposte fazioni disposte a tutto pur di acquisire potere e goderne i benefici. Da ultimo in Siria i ribelli jihadisti - dopo anni di guerriglia che hanno causato enormi flussi migratori - hanno conquistato Damasco mettendo fine al regime di Assad. La guerra in corso in Ucraina dopo l’invasione da parte della Russia sta causando la morte di migliaia di combattenti e di centinaia di civili per il susseguirsi di sempre più intensi bombardamenti. Il conflitto israelo-palestinese ha dato avvio a veri e propri massacri a Gaza condotti con efferatezza da Netanyahu in risposta al disumano attentato del 7 ottobre 2023 condotto da Hamas, che ha comportato la morte violenta di centinaia di civili e soldati e la cattura di decine di ostaggi. Dopo Gaza i massacri sono proseguiti in Libano con l’intento di annientare gli Hezbollah, che hanno lanciato razzi su Israele con il sostegno dell’Iran, il quale, a propria volta, mira all’annientamento di Israele.
Iniziative di pace fino ad ora impossibili
Sia per la guerra fra Russia e Ucraina, sia per quella tra Israele, Hamas e Hezbollah ogni iniziativa di pace si è fino ad ora dimostrata impossibile. I tanti tentativi degli Usa attuati da emissari del presidente Biden sono falliti e ci si interroga su quale ruolo vorrà svolgere dopo il suo insediamento alla Casa Bianca Donald Trump, che in campagna elettorale si è professato quale unico possibile artefice di pace. Le sue ricorrenti dichiarazioni lo fanno tuttavia apparire disposto a sostenere e a far prevalere quasi esclusivamente gli interessi americani, apparendo poco propenso ad assumere un ruolo costruttivo a livello internazionale, anche in virtù del dichiarato interesse a voler intrattenere quasi esclusivamente rapporti bilaterali con i singoli Paesi.
La violenza è sempre più protagonista
Nel bel mezzo di questo quadro desolante e mentre il mondo corre il rischio di una Terza guerra mondiale, peraltro in più occasioni minacciata da Putin, la nostra società è scossa quotidianamente da cronache che riportano sempre più frequentemente atti di violenza inconcepibili. Una ragazza partorisce da sola due bambini, li seppellisce in giardino e poi va dall’estetista. Una signora derubata raggiunge il ladro, lo schiaccia con l’auto e gli passa sopra due volte uccidendolo pur di recuperare la borsetta (e c’è anche chi l’ha elogiata!). Un ragazzo di 17 anni uccide padre, madre e fratello. Un altro diciassettenne abborda online una donna quarantaduenne e la uccide per un presunto odio generico verso le donne. Una donna uscita per una passeggiata viene uccisa da un carnefice che aveva deciso di ammazzare una vittima a caso. Un padre uccide due figli, l’ex moglie e un vicino di casa e ferisce la madre e l’altro figlio. Ragazzini di 15-16 anni si affrontano a coltellate per futili motivi.
Il tema del femminicidio
Il 4 dicembre scorso si è concluso, con la condanna all’ergastolo, il processo a carico di Filippo Turetta, accusato di aver ucciso l’11 novembre del 2023 la studentessa ventiduenne Giulia Cecchettin e di averne occultato il cadavere, ritrovato il 18 novembre successivo da una squadra cinofila della Protezione civile. L’estrema efferatezza con cui è avvenuto l’omicidio - secondo la ricostruzione dei carabinieri con 75 coltellate - ha suscitato notevole indignazione, generato manifestazioni pubbliche e acuito il già vasto e necessario dibattito sul tema del femminicidio. Dal primo gennaio 2024 al 30 novembre scorso sono state uccise 98 donne di cui almeno 84, secondo le indagini degli organi inquirenti, in ambito familiare e affettivo. Di queste, 51 sono morte per mano del partner o dell’ex partner. Fatti di cronaca quotidiana che ormai, purtroppo, conosciamo tutti molto bene, anche per colpa di una programmazione televisiva e, più in generale mediatica, morbosamente ripiegate sul male e sulla spettacolarizzazione di ogni evento nefasto.
Uno dei più intensi capolavori drammaturgici di Eduardo De Filippo quale è «Napoli milionaria» si conclude con la celebre frase «Ha da passà a nuttata». Un’interminabile notte di trepidante attesa per scoprire se la sua cara bambina gravemente ammalatasi si salverà. Una notte piena di cupezza e di speranza, che oggi vede ciascuno di noi attendere inerme un nuovo anno che somigli a un’alba collettiva di resurrezione civile.
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