Valore aggiunto oltre quota 40 miliardi: Bergamo è l’ottava economia in Italia

LA CLASSIFICA. Con un incremento del 6,2%, legato anche ai prezzi, superato un tetto simbolico. Industria prima ma lenta, bene terziario e costruzioni.

È un traguardo simbolico e concreto al tempo stesso. Il valore aggiunto del sistema economico della Bergamasca – cioè l’equivalente su scala provinciale del Pil – ha superato nel 2023 l’asticella dei 40 miliardi di euro, al termine del lungo rimbalzo dopo l’impatto della pandemia e il susseguirsi delle tensioni geopolitiche. Più precisamente, secondo la nuova analisi pubblicata dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere, nel 2023 si è arrivati a 40,678 miliardi di euro, e Bergamo si è confermata l’8a economia tra le province del Paese e la terza in Lombardia, dopo Milano (1a anche su base nazionale) e Brescia (5a in Italia). Rispetto al 2022, quando il valore aggiunto si era attestato a 38,318 miliardi di euro, la crescita è stata del 6,2%; l’incremento di Bergamo nell’ultimo anno è stato lievemente al di sotto della media nazionale, che si è invece mantenuta al 6,6%.

L’effetto dell’inflazione

Su queste variazioni decisamente corpose pesa anche l’effetto dell’inflazione, ancora su valori alti (seppur meno che nel 2022, l’anno peggiore) alzando i livelli dei prezzi, e dunque influendo fisiologicamente anche sul valore aggiunto. In termini assoluti, comunque, il sistema economico bergamasco ha generato l’equivalente di 2,362 miliardi di euro in più nel 2023 rispetto all’anno precedente.

Il valore pro capite

Quanto al valore aggiunto pro capite, rapportato cioè alla popolazione, nel 2023 la Bergamasca è salita a 36.688 euro (+5,8% rispetto ai 34.687 euro del 2022), posizionandosi al 18° posto tra le province italiane, anche in questo caso sempre al terzo posto in regione dopo Milano e Brescia. Nel medio periodo, tuttavia, la Bergamasca pare aver perso un certo dinamismo: nel 2003 era infatti al 12° posto per valore aggiunto pro capite, in vent’anni ha perso sei posizioni.

Le velocità dell’economia

I dati disaggregati su base provinciale permettono di radiografare in profondità i rapporti di forza tra i singoli settori dell’economia orobica e le performance nell’ultimo periodo. L’industria – la cui crescita è rimasta relativamente bassa lo scorso anno, la più lenta tra le voci – rappresenta ancora un pilastro relativamente maggioritario del sistema produttivo orobico, ma è tallonata ormai dalle attività finanziarie: nel dettaglio, infatti, l’industria in senso stretto ha sommato un valore aggiunto di 12,514 miliardi di euro (+1,8%), contro gli 11,331 miliardi (+9,8%) della categoria che comprende attività finanziarie e assicurative, le attività immobiliari e le «attività professionali, scientifiche e tecniche» nell’ambito del terziario.

I settori in crescita

Prosegue l’espansione della categoria che racchiude sia il commercio (compresa della ricettività e della ristorazione) sia i servizi di trasporto e magazzinaggio (logistica), branca che nel 2023 ha toccato i 7,648 miliardi di euro di valore aggiunto (+9,6%), mentre il mix tra Superbonus e appalti ha consentito un ulteriore rilancio delle costruzioni, con un valore aggiunto arrivato a 3,491 miliardi di euro (+8,1%); a completare il quadro ci sono poi i 566 milioni del settore primario (agricoltura, silvicoltura, pesca) e i 5,128 miliardi degli «altri servizi».

Prende così forma anche la classifica nazionale dei singoli settori: secondo le stime Tagliacarne-Unioncamere riferite ai valori assoluti 2023, Bergamo è al 5° posto per valore aggiunto nelle costruzioni, al 6° nell’«industria in senso stretto», all’8° per attività finanziarie e per il resto del terziario, al 14° per commercio, al 23° per agricoltura, silvicoltura e pesca.

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