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Giovedì 14 Novembre 2024
Tracciabilità rifiuti, si cambia registro: in vigore da febbraio
LE NOVITÀ . Stop ai dati cartacei, via alla digitalizzazione ma anche più trasparenza: iscrizioni dal 15 dicembre. I soggetti obbligati ad aderire e le sanzioni previste.
Basta formulari e registri cartacei, benvenuta digitalizzazione. È una vera e propria rivoluzione quella che si appresta a partire con il nuovo «Rentri», Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti che sarà gestito dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica con il supporto operativo dell’Albo nazionale gestori ambientali presente presso le Camere di commercio dei capoluoghi di regione (quindi quella di Milano per la provincia di Bergamo).
Dal 13 febbraio 2025
Un cambiamento epocale che scatterà dal 13 febbraio 2025, a distanza di undici anni dall’ultimo sistema, il Sistri, dismesso nel 2019, con il quale già si era tentato di digitalizzare la tracciabilità dei rifiuti, ma che aveva rivelato una serie di criticità. Da metà febbraio entreranno quindi in vigore i nuovi modelli di registro di carico e scarico e dei formulari per il trasporto dei rifiuti, mentre i vecchi modelli non potranno più essere usati, anche nel caso siano vidimati.
«L’entrata in funzione del Rentri spinge decisamente le imprese verso la digitalizzazione - spiega Raimondo De Vivo, responsabile dell’Ufficio Ambiente della Camera di commercio di Bergamo - tant’è che formulari e registri potranno essere vidimati direttamente attraverso il Registro, tranne per i primi mesi, ma un altro aspetto da non sottovalutare è la trasparenza, perché le informazioni, una volta inserite, non potranno più essere modificate».
«Da metà febbraio entreranno quindi in vigore i nuovi modelli di registro di carico e scarico e dei formulari per il trasporto dei rifiuti, mentre i vecchi modelli non potranno più essere usati, anche nel caso siano vidimati»
Le info utili
Le iscrizioni al «Rentri» si apriranno dal 15 dicembre di quest’anno. Il costo, oltre ai diritti di segreteria pari a 10 euro per ciascuna unità locale, varia a seconda della dimensione del soggetto interessato: si va dai 15 ai 100 euro per il primo anno e dai 10 ai 60 per quelli successivi, da versare ogni anno entro il 30 aprile. Due le sezioni previste: «anagrafica», con i dati degli iscritti e le informazioni relative alle specifiche autorizzazioni per l’esercizio dell’attività di gestione dei rifiuti, e «tracciabilità», che comprende i dati ambientali sugli adempimenti richiesti da registri e formulari, oltre che i percorsi degli automezzi.
I soggetti obbligati secondo il decreto ministeriale 59/2023 sono enti e imprese che effettuano il trattamento dei rifiuti, produttori di rifiuti pericolosi, soggetti che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale o che operano in qualità di commercianti e intermediari di rifiuti pericolosi, consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti, ma anche - in base all’articolo 184 del decreto 152/2006 - trasportatori, intermediari e produttori di rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali, lavorazioni artigianali, fanghi di potabilizzazione e altri trattamenti delle acque e della depurazione delle acque reflue, ma anche rifiuti da abbattimento di fumi, dalle fosse settiche e dalle reti fognarie.
Le sanzioni
Per l’omessa o irregolare iscrizione al «Rentri» è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2mila euro per rifiuti non pericolosi e da mille a 3mila euro per quelli pericolosi, in base al decreto 152/2006. «Va sottolineato che anche i soggetti non obbligati possono iscriversi volontariamente al Rentri - fa presente De Vivo - con la possibilità di cancellarsi in qualunque momento. Poiché anche loro dovranno comunque utilizzare registri e formulari da scaricare e stampare dal Registro elettronico, iscrivendosi potrebbero sfruttare l’opportunità della digitalizzazione». Non solo. Per un’impresa non obbligata, l’iscrizione al Rentri «può rappresentare un bel ritorno d’immagine - evidenzia De Vivo - perché testimonia l’impegno sul fronte della sostenibilità».
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