Terziario, nelle Valli 22mila bergamaschi senza nuovi negozi

IL TREND. Nel 2024 in 33 comuni nessuna attività aperta in commercio, servizi e turismo: «Serve sistema più equo».

Nel 2024 oltre 22mila bergamaschi non hanno visto aprire nessun negozio o attività negli ambiti di commercio, turismo e servizi. In questa situazione si trovano gli abitanti di 33 comuni delle nostre Valli, in particolare quella Brembana, aree interne dove si fanno i conti con spopolamento e desertificazione commerciale. A fotografare la crisi è il report elaborato da Confcommercio Bergamo su dati camerali. Sono ben 20 i comuni bergamaschi, pari all’8% del totale, a natalità zero d’impresa nel 2024 (erano 13 nel 2014) e quindi con nessuna apertura in assoluto. Ma se si guarda ai settori di competenza di Confcommercio – ovvero commercio, servizi e turismo – la situazione è peggiore e si sale appunto a 33 centri, circa il 13% del totale provinciale.

Niente nuove aperture nei piccoli comuni

Si tratta in prevalenza di comuni di piccola e piccolissima dimensione, con poche centinaia di abitanti, molto spesso privi dei servizi di base. Ma il problema desertificazione tocca comunque anche realtà più strutturate e popolose, basti pensare a Sedrina (più di duemila abitanti), Villa d’Ogna e Peia. Oltre a paesi con una storica vocazione turistica, come Castro e Piazza Brembana. «La nostra provincia, con 33 comuni anche sopra i duemila abitanti che non registrano nuove attività nel commercio, turismo e servizi, preoccupa – commenta il presidente di Confcommercio Bergamo, Giovanni Zambonelli –. Servono risposte concrete per contrastare l’abbandono dei piccoli comuni, la crisi e la fragilità economica, sociale e demografica. Guardare al modello francese, con otto miliardi di euro investiti nel Piano France Ruralitè non è esterofilia. Servono misure straordinarie, con zone economiche speciali e tassazione differenziata, per tutte le aree svantaggiate e a rischio desertificazione, per non parlare delle infrastrutture e della viabilità. Bisogna cercare un sistema più equo per le imprese che operano in territori svantaggiati, riconoscendo con sgravi o altre agevolazioni il valore anche sociale che queste attività rivestono».

Un bilancio tutto sommato positivo

In generale il quadro provinciale del terziario che emerge dal bilancio del 2024 elaborato da Confcommercio è positivo, salvo appunto alcune zone d’ombra nelle Valli, aree interne meno dotate – per ragioni strutturali – di servizi e infrastrutture. Nella Bergamasca il totale delle imprese del commercio, turismo e servizi vede, nell’ultimo anno, 2.859 attività nate e 1.658 cessate, con un saldo positivo di 1.201 imprese. La maggiore dinamicità si registra in città (+350 nuove imprese), nella Bassa (272) e, a seguire, nell’Hinterland (182) e nell’Isola (124). Più attardate, ma sempre con un saldo positivo, la Val Seriana e la Val di Scalve (86), la Val Calepio (81), la Val Cavallina (78) e la Val Brembana e Imagna (fanalino di coda, con un saldo di +28, a fronte di 117 aperture e 89 cessazioni). I 33 comuni senza nuove aperture relative a commercio, turismo e servizi nel 2024 sono, in ordine decrescente di popolazione, Sedrina, Villa d’Ogna, Peia, Castro, Piazza Brembana, Strozza, Viadanica, Premolo, Piario, Luzzana, Gaverina Terme, Dossena, Locatello, Bedulita, Bracca, Vigolo, Fonteno, Oneta, Santa Brigida, Olmo al Brembo, Azzone, Cornalba, Carona, Valtorta, Valnegra, Vedeseta, Araverara, Isola di Fondra, Mezzoldo, Brumano, Cassiglio, Piazzolo e Blello. Tutti si trovano nelle Valli o sulle alture sopra i laghi. Di questi, ben 20 sono nell’ambito della Valle Brembana e Imagna.

Nella Bergamasca il totale delle imprese del commercio, turismo e servizi vede, nell’ultimo anno, 2.859 attività nate e 1.658 cessate, con un saldo positivo di 1.201 imprese

Le strade per migliorare la situazione

«Incentivi economici e tassazione differenziata per le aree interne possono essere una strada – commenta il sindaco di Sedrina, Stefano Micheli –. L’altra è quella della viabilità, che al momento, in attesa della Paladina-Sedrina, penalizza la Valle Brembana, impattando anche il commercio e l’insediamento abitativo. Fortunatamente il nostro paese ha un tessuto imprenditoriale che resiste, grazie alle attività storiche e alla posizione di passaggio. Come amministrazione comunale, continuiamo a incentivare la residenzialità, in particolare per le famiglie investendo in servizi dedicati, dall’asilo nido e fino alla scuola secondaria di primo grado».

Il sindaco di Villa d’Ogna, Luca Pendezza, parla di «visione»: «Il tema è quello del vivere in montagna – spiega –. I piccoli comuni possono fare poco, serve un intervento strutturale, da parte degli organi superiori, per agevolare imprese, negozi e famiglie. Servono visione e coraggio, pensando al lungo termine e al futuro della montagna». Da Premolo il sindaco Omar Seghezzi riferisce che «dal 2019 a oggi, tramite bandi, abbiamo erogato circa 85mila euro a sostegno delle attività economiche. Ora stiamo approfondendo il tema delle cooperative di comunità, studiando esperienze virtuose da tutta Italia: crediamo possa essere la strada giusta per il futuro dei piccoli comuni di montagna, garantendo i servizi».

«Il tema è quello del vivere in montagna – spiega –. I piccoli comuni possono fare poco, serve un intervento strutturale, da parte degli organi superiori, per agevolare imprese, negozi e famiglie. Servono visione e coraggio, pensando al lungo termine e al futuro della montagna»

Nelle valli aperture di attività tradizionali

Nelle Valli Confcommercio evidenzia l’apertura di attività del commercio e turismo tradizionali, mentre nei servizi spiccano tutte le attività professionali che si possono svolgere totalmente da remoto o in modo comunque ibrido: c’è chi opta in un trasferimento e un vero e proprio cambio di vita. «Preoccupano ancora i dati relativi alla montagna e alle Valli – continua Zambonelli –. L’economia delle Valli deve essere supportata da servizi, infrastrutture viarie e una fiscalità dedicata che permetta alle persone di restare a vivere il territorio, fare impresa e tutelare la vitalità e vivibilità dei piccoli comuni. Come associazione continueremo a supportare gli associati aiutandoli a comprendere i cambiamenti in atto e ad accrescere e mettere in campo professionalità. Ma anche a essere collante tra le imprese e le istituzioni, oltre alla politica, da stimolare per cogliere le esigenze dei territori meno avvantaggiati. Nella Bergamasca prosegue il trend negativo per i negozi di vicinato, che perdono vetrine nei centri storici. Da qualche tempo assistiamo a un calo di interesse nell’apertura e gestione dei pubblici esercizi, che, sommandosi alle difficoltà economiche, rende sempre più complesso il ricambio generazionale. In questo scenario, il sostegno alle imprese e il monitoraggio costante del tessuto economico diventano essenziali per garantire uno sviluppo sostenibile e duraturo del nostro territorio».

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