Terziario, contratto per 60mila addetti 240 euro l’aumento

IL RINNOVO. Atteso da 4 anni, interessa 3 milioni in Italia. Zambonelli (Ascom): «Con la firma settore più stabile». Terzi (Confesercenti): «Si contrasta il lavoro povero».

Un rinnovo importante, atteso da oltre 4 anni, una trattativa difficile che finalmente vede il suo epilogo: è infatti stato siglato il rinnovo dei Contratti nazionali del Terziario, distribuzione e servizi. L’accordo, sottoscritto da Confcommercio, Confesercenti, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, interessa a livello nazionale circa 3 milioni di lavoratori e solo in provincia oltre 60mila addetti. Nelle prossime settimane il testo verrà sottoposto al giudizio dei lavoratori in una serie di assemblee anche in Bergamasca, per poi ufficializzare il rinnovo.

I termini del contratto

L’intesa, con validità dal 1° aprile 2023 al 31 marzo 2027, prevede un aumento a regime di 240 euro al quarto livello, comprensivi di quanto già riconosciuto con il Protocollo straordinario del dicembre 2022, e in aggiunta «Una Tantum» a completamento del periodo di carenza contrattuale, di 350 euro, suddivisa in due tranche di uguale importo a luglio 2024 e luglio 2025.

Oltre agli aumenti salariali, nel rinnovato testo contrattuale sono stati affrontati temi di primaria importanza: l’aggiornamento e la revisione del sistema di classificazione, la nuova disciplina dei contratti a termine a seguito delle novità legislative intervenute, una risposta al lavoro disagiato con l’innalzamento dell’indennità per le clausole elastiche per il part time, il richiamo alla centralità della formazione per la competitività delle imprese e per l’inserimento lavorativo delle risorse umane, l’attenzione ai temi della parità di genere e del contrasto alla violenza sulle donne, l’investimento sulla sanità integrativa.

I commenti dei sindacati

Commentando la firma del rinnovo del contratto terziario Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo, ha espresso soddisfazione per un accordo atteso da tempo, non senza rilanciare l’auspicio che si veda al più presto anche il rinnovo dei due contratti del Turismo (pubblici esercizi e alberghi). «Con spirito di responsabilità, le parti hanno lavorato per arrivare a un risultato che tiene conto degli indicatori macroeconomici da una parte e della sostenibilità degli aumenti da parte delle imprese. L’intesa arriva al termine di un lungo negoziato, ma con soddisfazione ci aspettiamo che il risultato del rinnovo del contratto contribuirà a rafforzare le relazioni tra le parti e ad assicurare a imprese e lavoratori condizioni di stabilità per il settore fino a marzo 2027. Mai come in questo momento è importante supportare una tenuta dei consumi da una parte e la sostenibilità dall’altra, con aumenti esponenziali dei costi, dalle materie prime ai tassi di interesse, in capo alle imprese, molte delle quali fortemente indebitate. Ora ci aspettiamo di raggiungere al più presto un’intesa per il rinnovo del contratto Turismo, fermo da troppo tempo».

«È una firma attesa da tempo che andrà a contrastare il fenomeno del lavoro povero e dare una adeguata risposta economica e normativa a migliaia di lavoratori bergamaschi, comprendendo per la prima volta quei nuovi profili professionali legati alle tecnologie dell’e-commerce, del terziario avanzato e della comunicazione - sottolinea Antonio Terzi, presidente di Confesercenti Bergamo -. Sul piano normativo fornisce risposte importanti alle imprese prevedendo l’implementazione del contratto a tempo determinato e garantendo flessibilità di fronte alle esigenze di fluttuazione e stagionalità».

Soddisfazione anche da parte dei sindacati. «C’è davvero soddisfazione per questi rinnovi, li consideriamo il risultato della nostra mobilitazione di dicembre», hanno dichiarato oggi i segretari provinciali Nicholas Pezzè per Filcams-Cgil, Claudia Belotti di Fisascat-Cisl-e Anila Cenolli di Uiltucs-Uil di Bergamo. Lo scorso 22 dicembre era stato infatti proclamato lo sciopero nazionale del settore.

«Risultato importante in un comparto che negli ultimi anni non ha mai subito un rallentamento, pandemia compresa - spiegano i sindacalisti -. Restano esclusi, invece, i lavoratori di ampia parte della grande distribuzione e della distribuzione cooperativa. Per loro auspichiamo un ritorno al tavolo in tempi rapidi. Oltre all’aumento di 240 euro , sulla parte normativa è stata aggiornata la classificazione in ragione dei nuovi profili professionali di settore. Sono stati, inoltre, definiti miglioramenti sulle politiche di genere e sono previsti ulteriori congedi per le donne vittime di violenza.

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