Tanto smart working e carriera chiara: i pilastri per conquistare nuovi talenti

CAPITALE UMANO. I responsabili delle risorse umane svelano le leve in fase di selezione. «Bilanciamento tra vita personale e lavorativa». «Colloqui online per allargare la ricerca».

Mai come in questo periodo storico il mercato globale del lavoro ha mostrato tanta vivacità. Ciò non significa automaticamente che tutte le assunzioni corrispondano con un posto di qualità e soprattutto che in quella posizione ci sia un under 35. I giovani sono diventati quasi introvabili per le aziende, di conseguenza s’impone un ripensamento strategico per chi offre lavoro. Dunque, in un contesto occupazionale così competitivo viene da chiedersi quale sia il requisito indispensabile capace di attrarre maggiormente i giovani. Come fa un’azienda a essere più attrattiva? Come un «Hr» si approccia a un giovane candidato?

Lo abbiamo chiesto a Giovanna Campopiano, professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione dell’Università degli studi di Bergamo, che nei giorni scorsi ha coordinato i Career Days, occasione d’incontro e colloquio tra studenti e aziende. «Al giorno d’oggi i ragazzi cercano soprattutto un chiaro percorso di carriera all’interno dell’impresa. È importante che venga mostrato loro come sviluppare le capacità; infatti, dovrebbero essere valorizzate le competenze che caratterizzeranno il futuro profilo personale di ogni individuo. Di contro, il giovane deve saper interpretare il purpose di un’azienda, ossia il motivo per cui essa esiste e i valori su cui ha costruito la propria storia». Una considerazione confermata da un’indagine Randstad di marzo 2024 su un campione di 1.000 giovani tra i 18 e i 29 anni di età in Italia, nella quale il 58% dei giovani si è dichiarato interessato a lavorare in un’impresa con una forte cultura aziendale.

Stage finalizzati all’assunzione

«Tutto ciò che attrae i ragazzi cambia costantemente, l’impegno è quello di mantenere attiva la nostra presenza sul territorio per costruire percorsi idonei alle richieste di mercato» afferma Laura Covato, HR specialist del Gruppo Siad, gruppo italiano per la produzione e distribuzione dei gas tecnici, che a oggi conta circa 40 società che operano sul territorio nazionale ed estero. Anche Cegeka, società di consulenza informatica operativa a livello globale con circa 9.000 dipendenti, lavora costantemente sul proprio appeal aziendale: «Per noi reclutare neolaureati è importantissimo e per attirarli offriamo percorsi di carriera strutturati e stage finalizzati all’assunzione, organizziamo Academy aziendali e forniamo la possibilità di partecipare a corsi di inglese interamente a carico nostro. L’aspetto che ci contraddistingue è la tutela del bilanciamento tra vita personale e lavorativa» afferma Francesca Maino, che si occupa di selezione del personale all’interno di Cegeka. Ed è proprio il buon equilibrio tra lavoro e sfera privata ad attrarre maggiormente: un recente studio di Censis ha rilevato che circa il 70% dei giovani occupati lavora esclusivamente per guadagnare il necessario per il sostentamento, senza attribuire al lavoro una connotazione esistenziale predominante. Il lavoro oggigiorno è, infatti, percepito come un mezzo per raggiungere un fine, in contrasto con quella che era la tendenza passata che lo considerava prioritario. Per fronteggiare questa nuova esigenza molte aziende puntano sul garantire la possibilità di lavorare in smart working, modalità diffusasi esponenzialmente in tempo Covid e poi rimasta elemento chiave di molte policy aziendali che, secondo l’indagine Randstad di marzo sarebbe imprescindibile per il 65% dei giovani.

In agosto si lavora da casa

È il caso di Qintesi, società di consulenza che supporta i clienti nelle soluzioni innovative digitali: «Uno dei nostri punti forti è la modalità ibrida che garantiamo già al momento dell’assunzione, con possibilità di usufruire dello smart working fino al 60% al mese, che equivalgono a tre giorni alla settimana. Inoltre, anche tutto il mese di agosto e nel periodo natalizio i nostri dipendenti lavorano da casa» spiega Sonia Civita, HR senior in Qintesi, impiegata nell’employer branding e nel recruiting onboarding dell’azienda. Sono anche altre le strategie adottate da Qintesi per rendersi attrattiva: «Promettiamo al lavoratore un programma di formazione individuale che dura negli anni, offriamo certificazioni finanziate dall’azienda, garantiamo benefit come corsi di inglese da poter seguire in orari extra lavorativi e organizziamo il piano ferie con mesi di anticipo» conclude Civita.

Confronto con strumenti digitali

Anche la modalità da remoto consente di svolgere a distanza i colloqui di assunzione, che sempre più spesso vengono gestiti dietro a uno schermo: se la maggioranza degli HR presenti ai Career Days sostiene di usare la tecnologia solo per i primi step di selezione in quanto limita la relazione umana e la percezione del non verbale, per Arcese Trasporti invece è strumento indispensabile per reperire risorse su tutto il territorio nazionale: «Per il tipo di azienda che siamo e per la diffusione capillare che abbiamo il colloquio da remoto spesso è la sola modalità che ci consente di cercare lavoratori in tutta Italia, ottimizzando tempi e garantendo efficacia» sostiene Dario Castellari, responsabile di talent acquisition dell’impresa di trasporti e logistica. Una scelta in linea con le nuove generazioni: secondo l’indagine di marzo 2024, il 72% dei giovani apprezza l’utilizzo di strumenti digitali nel processo di selezione. In conclusione, la valorizzazione del purpose aziendale e il rispetto dei valori dell’impresa sono i pilastri su cui i giovani possono puntare per emergere nel panorama lavorativo contemporaneo. Viceversa, la capacità di comprendere e rispondere alla esigenze dei giovani lavoratori e l’offerta di un lavoro che consenta un equilibrio con la vita privata emergono come elementi cruciali che consentono a un’azienda di rimanere competitiva in un mercato globale del lavoro in continua evoluzione.

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