«Tante criticità, ma Bergamo ha reagito». L’intervista a Carlo Mazzoleni

Il punto economico. Il presidente della Camera di commercio traccia il bilancio dell’anno appena trascorso. «Il conflitto ucraino e il caro energia pesano, le previsioni future sono però meno negative di qualche mese fa».

Anche se non si nasconde i problemi, per il presidente della Camera di commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni, quello che volge al termine è un anno «più in chiaro che in scuro. La ripresa dopo la pandemia è stata vigorosa, praticamente tutti i settori hanno recuperato, e in molti casi superato i livelli del 2019. I problemi maggiori sono derivati proprio dall’intensità della ripresa che ha creato strozzature nell’offerta e l’aumento dei prezzi, a partire da quelli dell’energia». Il piglio resta quello combattivo, che invita le imprese orobiche a uscire dalla trincea e combattere, senza starsene ripiegate su se stesse ad attendere gli eventi.

Presidente, è vero: la reazione post pandemica del mondo produttivo bergamasco è stata forte e quasi inaspettata in queste proporzioni, ma poi sono arrivati la guerra e il caro energia.

«Il conflitto in Ucraina ha indotto ulteriori tensioni sulle forniture di derrate alimentari, materie prime e componentistica, ma al netto della crisi energetica l’impatto è stato contenuto, poiché il peso degli scambi con Russia e Ucraina è relativamente modesto. Certamente, ora i più alti costi dell’energia pesano sui bilanci delle imprese e delle famiglie, tuttavia le previsioni sono meno negative di qualche mese fa».

«Il conflitto in Ucraina, al netto della crisi energetica ha avuto un impatto contenuto»

Sul fronte del terziario, proprio per le cause legate ai rincari, si assiste a una nuova ondata di chiusure di attività in città e provincia che indeboliscono il tessuto economico.

«Il terziario è tra i settori che hanno registrato le migliori performance di ripresa, addirittura spettacolare per il turismo. Non attribuirei ai costi energetici le cessazioni, piuttosto all’onda lunga del Covid, una specie di long-Covid economico, al concentrarsi di chiusure di attività che hanno prima beneficiato di ristori, e a difficoltà di reperimento del personale, problema peraltro presente in tutti i settori. La fine delle restrizioni ha sospinto i consumi, ma l’inflazione e l’incertezza stanno ora spingendo le famiglie ad aumentare la propensione al risparmio. Ci sono anche fenomeni di lungo periodo che portano a cambiamenti nelle abitudini di consumo e ciò potrà avere riflessi sulla struttura distributiva e sull’organizzazione degli spazi urbani in cui viviamo».

Tra le cause dello stop di molte attività, anche la crisi per molti legata al mancato ricambio generazionale: come vede questo tema così delicato da sempre per la Bergamasca?

«A volte c’è la percezione che il premio atteso non sia proporzionato al rischio imprenditoriale»

«Al passaggio generazionale all’interno dell’impresa è da sempre riservata attenzione e un accompagnamento da parte della Camera, attraverso la formazione, l’orientamento e il sostegno all’innovazione e alle start up. Fortunatamente in Bergamasca lo spirito imprenditoriale non scarseggia mai: i fattori che entrano in gioco tuttavia sono molteplici, dai cambiamenti nelle abitudini di consumo a cui accennavo prima, alla carenza del capitale umano; spesso mancano gli eredi per garantire il passaggio generazionale. Senza dimenticare la complessità delle norme, gli aspetti fiscali, e la percezione che il premio atteso non sia proporzionato al rischio imprenditoriale».

La Camera da sempre è in prima linea nell’appoggio alle imprese: quali saranno i prossimi interventi legati a bandi o risorse da destinare sul territorio?

«Premesso che nel 2022 gli interventi economici della Camera hanno superato i 10 milioni di euro, superiori al biennio 2018-2019, anche il prossimo anno la Camera manterrà forte il sostegno allo sviluppo economico provinciale. Gli interventi, anche attraverso l’azienda speciale Bergamo Sviluppo, si concentreranno soprattutto sulla sostenibilità in chiave doppia transizione digitale ed ecologica, efficientamento energetico, formazione e orientamento al lavoro, internazionalizzazione, cultura e turismo, e semplificazione dei rapporti tra P.A. e impresa su cui sono già stati raggiunti ottimi risultati».

Bergamo Capitale della Cultura può diventare un formidabile veicolo di traino anche economico: lei ci crede e quali potrebbero essere gli asset su cui puntare maggiormente?

«Gli esempi di Milano dopo l’Expo 2015 o di Matera mi fanno essere fiducioso anche per Bergamo. La nostra città, già forte della sua manifattura industriale e artigianale, godrà di una opportunità irripetibile per valorizzarsi anche sotto il profilo turistico giocando le carte del tris cultura-natura-ospitalità. Siamo poi molto orgogliosi del nostro progetto “Made”, festival audiovisivo dedicato alla cultura dell’impresa e del lavoro, realizzato con Lab 80 in collaborazione con Gamec, Museo delle Storie e Fondazione Legler per la Storia Economica e Sociale, che vedrà la prima edizione svolgersi nel settembre 2023».

«Pnrr: siamo in tabella di marcia sul raggiungimento degli obiettivi ma si deve accelerare, specie sulle tanto attese riforme».

Dal Pnrr tutti si aspettano un salto in avanti nel 2023: lei che scenario prevede e quali secondo lei i settori, anche non tradizionali, da cui dovremmo aspettarci le maggiori performance?

«Il Pnrr interviene sui ritardi strutturali del nostro Paese, in modo trasversale. Tutti i settori, non solo la manifattura, potranno beneficare degli investimenti nell’innovazione e digitalizzazione. Ma le imprese hanno bisogno di assistenza per cogliere le opportunità. Uno sforzo maggiore andrebbe rivolto a scuola e formazione, oltre che alla sanità. Siamo in tabella di marcia sul raggiungimento degli obiettivi ma si deve accelerare, specie sulle tanto attese riforme».

Infine una battuta sui Tavoli Ocse: a che punto siamo con «Bergamo 2030», con largo Belotti a cui spetta la cabina di regia? «Il lavoro della Cabina di regia di “Bergamo 2030” ha consentito negli ultimi mesi di ottenere importanti finanziamenti proprio dal Pnrr, come noto, per l’eBrt (electric bus rapid transit, ndr) che collegherà Bergamo a Dalmine, dall’Università al Point, passando per il Kilometro Rosso, per la nuova stazione europea di Bergamo e per la linea T2 di Teb. Ora sta lavorando sulla capacità della nostra provincia di essere più attrattiva e più inclusiva, sulla formazione tecnico scientifica, sulle emergenze della natalità e del mercato del lavoro, e per uno sviluppo sempre più equilibrato del territorio».

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