Economia / Bergamo Città
Venerdì 30 Dicembre 2022
Start up innovative: Bergamo è decima ma in leggero calo
Il terzo trimestre. Bergamo si conferma nella «Top ten» delle province italiane per numero di start up, anche se rispetto allo scorso anno perde due posizioni.
Lo conferma il rapporto diffuso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, in collaborazione con InfoCamere e Unioncamere che monitora le performance economiche delle start up innovative. Secondo i dati del terzo trimestre 2022, a livello nazionale, le giovani realtà innovative iscritte alla sezione speciale del Registro Imprese sono in leggerissimo aumentano e toccano quota 14.708, +0,6% rispetto al trimestre precedente. Nella classifica provinciale, Milano riconferma la sua supremazia, con 2.787 start up, quasi il 19% del totale. Seconda è Roma con 1.619 start up, 11% del totale nazionale. Seguono più staccate le altre province della «Top ten», tutti territori che si confermano importanti bacini di crescita per le giovani realtà innovative. Napoli ne conta 705, (il 4,8% della quota nazionale), Torino 547 (3,7%), Bari 375 (2,5%) e poi seguono Bologna, Padova, Salerno, Brescia con Bergamo che si piazza decima.
In particolare il caso del nostro territorio ha visto una variazione numerica significativa rispetto anche solo alla metà dell’anno in corso in cui le start up innovative risultavano essere 291 rispetto alle 266 del rapporto attuale. Fenomeno che trova giustificazione anche nei dati relativi alle nuove iscrizioni al Registro Imprese, come spiegano dalla Camera di commercio di Bergamo: «Nel 2021 le nuove iscrizioni sono state 72, mentre nel 2022 si è fermati a 43 con una mortalità delle imprese che è rimasta invariata». Il dato fa sicuramente pensare alla necessità di tornare a lavorare a un sistema che incentivi e agevoli l’avvio di start up, pensando ai tanti casi di successo che caratterizzano la nostra provincia. Ne sono un esempio concreto AISent, una delle realtà che presenzierà al Ces 2023 di Las Vegas fondata nel 2018 e ormai prossima a esaurire i 5 anni che definiscono le start up per entrare nelle Pmi innovative, o 221e che ha già dato vita a una doppia sede a Padova e Dalmine o ancora Daze Technology, specializzata nei sistemi di ricarica elettrica per auto, fondata nel 2016 e prossima all’apertura di un nuovo e importante quartier generale lungo l’A4 fra Milano e Bergamo.
Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività, il 76% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese con particolare riferimento alla produzione di software e alla consulenza informatica; seguite da quelle che svolgono attività di ricerca e sviluppo; chi si occupa di servizi d’informazione, e chi opera nel manifatturiero, in particolare per la fabbricazione di macchinari, di computer e prodotti elettronici e ottici. Solo il 3,1% delle realtà innovative attive a livello nazionale opera nel commercio.
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