Stampa 3D, seguiti 40 progetti dal laboratorio del Km Rosso

Scenario . In quattro anni di vita l’attività di Lisa Tech è in forte crescita. «Aiuto a grandi aziende e a tante Pmi nel percorso delle tecnologie additive».

Non più solo brevetti. Le tecnologie additive e la stampa 3D in particolare, stanno crescendo a ritmo sostenuto e, oltre ai numeri, lo dimostrano le parole di Giuseppe De Marco ingegnere responsabile di Lisa-Tech (Living Space for Additive Technologies), laboratorio dedicato alle tecnologie additive nato del Parco Tecnologico Kilometro Rosso: «In quattro anni di attività abbiamo seguito i progetti di circa 40 aziende, principalmente Pmi, ma anche grandi realtà e, tendenzialmente, chi ha iniziato un percorso con noi è tornato più preparato e consapevole di cosa chiedere alle tecnologie additive».

I numeri, invece, li ha forniti recentemente Luigi Galdabini, presidente di Aita (Associazione Italiana Tecnologie Additive), citando in particolare i dati di due studi: il primo, realizzato dall’Epo (l’Ufficio Europeo dei brevetti), rivela che, nell’ultimo decennio, le domande di brevetto di soluzioni additive manufacturing hanno registrato un aumento medio annuo di circa il 30%, al punto che il totale delle richieste risulta sei volte superiore a quello relativo agli altri settori di alta tecnologia. Il secondo studio, realizzato da Oxford Economics, mostra come il settore dell’additivo, a livello mondiale, abbia triplicato il suo giro d’affari tra il 2016 e il 2022, passando da circa 6 a 18 miliardi di dollari. Un business che vede Stati Uniti e Europa fare la parte del leone e l’Italia essere stabilmente tra i mercati più importanti con uno share del 4,7% del volume totale, alle spalle di Stati Uniti, Germania e Cina. L’hype nato attorno alla stampa 3D e le tecnologie additive, quindi, non si è smorzato.

Al contrario tutto ciò che era aspettativa si è trasformato in lavorazioni concrete e, complice il minor costo delle stampanti, ha iniziato a entrare nei processi produttivi delle aziende; anche se manca ancora una reale implementazione di questi macchinari da parte delle imprese che, preferiscono affidarsi a competenze esterne, piuttosto che iniziare a stampare i propri pezzi. In questo senso, quello legato a Lisa Tech è un progetto lungimirante che porta al servizio della manifattura bergamasca uno dei laboratori di tecnologie additive e di stampa 3D più completi della Lombardia, non legato a una società privata. «Possiamo stampare componenti metallici, in alluminio e titanio, oppure realizzare prodotti con polimeri compositi e resine, - spiega De Marco, che aggiunge - la cosa più importante è che possiamo partire anche da un’idea che progettiamo e sviluppiamo insieme all’azienda, facendo una serie di simulazioni per arrivare alla stampa di un oggetto che può essere poi rifinito con lavorazioni meccaniche».

Il laboratorio bergamasco utilizza anche un sistema IR di tomografia ottica che consente il controllo in tempo reale della qualità del processo e dei componenti. Ma ciò che emerge in maniera preponderante rispetto alle richieste rivolte alla stampa 3D è un cambiamento di rotta, come conferma l’ingegnere: «Oggi sempre più aziende sanno che queste tecnologie possono essere utilizzate non solo come prototipazione, ma per stampare anche prodotti finiti in metallo o ceramica». Una consapevolezza arricchita dalla possibilità di finanziare progetti di ricerca e sviluppo basati su queste tecnologie e sostenuti, come spiegano dal parco scientifico, da Regione Lombardia, Ministero e Comunità europea. «In questi anni sono circa 8 i progetti di ricerca che sono stati finanziati con bando e realizzati nel nostro laboratorio» conclude De Marco.

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