Economia / Bergamo Città
Domenica 12 Marzo 2023
«Spesso buono oltre...», l’Europa allunga la vita agli alimenti
La novità. Nuove norme in arrivo da Bruxelles per ridurre gli sprechi. Sull’etichetta l’applicazione sarà solo su base volontaria.
Una nuova informazione in etichetta per allungare la vita degli alimenti riducendo così lo spreco. La Commissione europea lancia la proposta di aggiungere alla classica dicitura «Da consumarsi preferibilmente entro il...» e la data, anche il nuovo avviso «Spesso buono oltre...».
Una modifica della scadenza che è contenuta finora in una bozza di atto delegato sul quale Bruxelles è da tempo al lavoro e si confronta ora con gli Stati membri. L’aggiunta, è la tesi dell’esecutivo comunitario, è opportuna per ridurre lo spreco dai numeri esorbitanti: 57 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (127 chili per abitante) vengono prodotti nell’Ue ogni anno, con un costo a carico dei Ventisette di circa 130 miliardi di euro.
L’intervento sulla data di scadenza era già stato annunciato da Bruxelles nel 2020 con la sua strategia Farm to Fork: l’introduzione della nuova dicitura è ora considerata necessaria perché, viene spiegato nel documento, consente «una migliore comprensione della data di scadenza», influenzando «il processo decisionale dei consumatori in merito all’opportunità di consumare o eliminare un alimento».
E la misura potrebbe avere ripercussioni anche sul dibattuto Nutriscore: prevista inizialmente in un pacchetto unico insieme proprio all’etichetta nutrizionale, all’obbligo di origine e a nuove indicazioni sugli alcolici, con un percorso a sé la dicitura apre infatti nuovi scenari. Lo scorporo della data di scadenza «vuol dire che al momento non c’è nessuna intenzione di modificare il pacchetto delle informazioni ai consumatori, come l’etichettatura nutrizionale fronte-pacco e gli avvertimenti salutistici sugli alimenti. In questa legislatura molto difficilmente ne discuteremo», ha spiegato l’eurodeputato Paolo De Castro (Pd), intervenendo alla convention annuale dell’Associazione europea dell’industria lattiero-casearia. «Il tema dell’etichetta nutrizionale fronte-pacco è molto complesso dal punto di vista politico e tecnico», ha replicato la capo unità della direzione generale per la salute della Commissione europea, Sabine Pelsser, indicando di essere al lavoro «per presentare una proposta che risulti convincente per le Pmi, gli Stati membri, l’Europarlamento e i cittadini». Da Coldiretti è poi subito arrivata una valutazione positiva del possibile «stop al Nutriscore con la discussione sulle nuove indicazioni in etichetta relative alle date di scadenza dei cibi per le quali è invece importante mantenere in modo chiaro la dicitura ’consumare preferibilmente entrò per dare al consumatore un limite temporale di garanzia sul mantenimento delle caratteristiche di qualità di ciò che porta in tavola».
La nuova avvertenza è comunque solo un primo passo nei piani di Bruxelles contro lo spreco di cibo. Secondo il calendario indicativo della squadra di Ursula von der Leyen, la prossima estate l’Ue inizierà a discutere di una modifica mirata della direttiva rifiuti. Palazzo Berlaymont ha già coinvolto governi, cittadini e imprese, e condotto consultazioni per mesi: «Con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu - ha ricordato la direttrice generale Salute della Commissione europea, Sandra Gallina, intervenendo a un convegno di Assica a Bruxelles -, gli Stati membri hanno sottoscritto obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari del 50% entro il 2030, che è un impegno enorme».
Federalimentare interviene sul tema: «La dicitura «Spesso buono oltre» non può essere legalmente definita, quindi crediamo che questo tipo di espressioni non dovrebbero essere richieste su base obbligatoria, ma solo volontaria».
«Condividiamo - prosegue l’industria alimentare italiana - l’obiettivo della Commissione Europea di combattere lo spreco alimentare ma il principio di un descrittore basato sulla sicurezza e di uno basato sulla qualità rimane appropriato e non dovrebbe essere modificato». Espressioni come «spesso buono dopo», invece, possono sollevare preoccupazioni a causa delle incertezze relative alla responsabilità legale degli operatori del settore alimentare con possibili conseguenze per l’integrità del marchio. Ciò è dovuto al fatto che concetti come «spesso», «buono» e «dopo» non possono essere legalmente definiti. «Anche se rilevante per molti prodotti, «spesso buono dopo» non è appropriato per tutti» dicono da Federalimentare.
Per questo, la federazione ritiene che espressioni del genere «debbano essere a discrezione del produttore che, a differenza dei consumatori, può contare su una vasta conoscenza tecnica delle caratteristiche specifiche dei propri prodotti, anche per evitare che gli operatori del settore alimentare seguano un approccio frammentario - oltre che costoso - delle modifiche delle etichette».
«Un sistema di marcatura della data armonizzato, affidabile e coerente rivolto al consumatore è uno degli strumenti che possono aiutarlo a prevenire lo spreco alimentare. Ciò deve essere accompagnato da una comunicazione coordinata e duratura a livello di Ue, anche attraverso iniziative per aumentare la consapevolezza su come prevenire e ridurre lo spreco alimentare» conclude Federalimentare.
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