
Economia / Valle Seriana
Giovedì 10 Aprile 2025
Spazio, Persico in Colorado con le capsule per i satelliti
SPAZIO. Marcello Persico: preoccupati come tutti per i dazi. «La richiesta aerospaziale però non calerà per i costi dei componenti».
C’è anche Persico tra le 31 aziende italiane attive nella «space tech» che partecipano allo «Space Symposium», in Colorado che si conclude oggi, dopo aver richiamato oltre 10mila professionisti americani del settore.
«Partecipiamo con le nostre tecnologie in ambito aerospace, il nostro punto di forza è lo stampaggio di materiali compositi avanzati, costruito in anni di esperienza nel settore automotive», sottolinea Marcello Persico, vicepresidente del Gruppo, che aggiunge: «Stiamo realizzando pezzi per parti strutturali di lanciatori, capsule per portare satelliti in orbita e stiamo sviluppando la tecnologia per fare impianti per i progetti più strutturati». Per la Persico, in ambito aerospaziale il mercato Usa è importante tanto quello europeo, ma ancora molta della produzione viene realizzata in Italia e meno, per questo settore, nella sede americana di Detroit.
Sviluppo nel settore
L’aerospazio è un segmento su cui il Gruppo Persico sta investendo da tempo, forte anche delle competenze tecnologiche sviluppate lavorando con il team di Luna Rossa il cui ultimo scafo, ancora una volta è stato progettato e costruito a Nembro dove lo scorso anno, proprio in vista dello sviluppo del business legato allo spazio, è stato rifatto un capannone di circa 1.500 metri quadri, che si sono aggiunti agli altri 2.000, dove è stata creata un’area Ema, cioè dotata di aria pulita e temperatura controllata.
Per la Persico, in ambito aerospaziale il mercato Usa è importante tanto quello europeo, ma ancora molta della produzione viene realizzata in Italia e meno, per questo settore, nella sede americana di Detroit
Tra i clienti dell’azienda di Nembro, ci sono Avio, eccellenza italiana nel settore della propulsione spaziale con sede principale a Colleferro e Leonardo, partner tecnologico di governi e imprese nel campo dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza. Tra le recenti collaborazioni, quella con la Nasa per la missione Asthros (Astrophysics Stratospheric Telescope for High Spectral Resolution Observations at Submillimeter-wavelengths), un telescopio agganciato a un pallone aerostatico ideato e realizzato da un pool di imprese italiane per studiare la sterilizzazione delle galassie.
L’interesse, dunque è alto anche perché il settore aerospaziale italiano ha registrato risultati importanti nel 2024, con un fatturato di 18 miliardi di euro e un contributo all’export complessivo di 8 miliardi. Da qui l’attenzione delle nostre aziende. Ma i competitor non mancano. Non solo, l’Italia è quella che ha registrato la crescita più importante nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, raggiungendo un valore di 3,17 miliardi di dollari, con un incremento del 27,37% rispetto ai 2,49 miliardi di dollari del 2023 (dati Trade Data Monitor elaborati dall’ufficio di Houston di Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane). Si tratta di un valore più che doppio rispetto alla crescita complessiva delle importazioni aerospaziali degli Stati Uniti dal mondo, che si è attestata a 10,15%.
Investimenti nel mondo
Il Canada, principale fornitore del mercato statunitense, ha visto una crescita più contenuta dell’8,68%, mentre la Francia ha incrementato le proprie esportazioni solo del 4,92%. Allo stesso tempo il Regno Unito, pur crescendo del 4,04%, ha subito un calo della propria quota di mercato dal 10,44% al 9,85%, mentre il Giappone, con una crescita del 9,77%, ha mantenuto stabile la posizione nel ranking dei fornitori aerospaziali Usa.
Il principale mercato export del settore resta l’Unione Europea col 40% del totale, gli Usa pesano per il 25%, mentre il Medio Oriente si attesta al 15%
Dati che è impossibile non leggere alla luce dei dazi Usa, come fa Persico: «Siamo preoccupati come tutti: la sola cosa tranquillizzante è che si tratta di una situazione di caos globalizzata, che interessa tutti; anche se così nessuno ne esce esente e l’inflazione aumenterà in Usa e altrove». E aggiunge: «La richiesta aerospaziale non calerà per i costi dei componenti, ma è certo che queste mosse puntano a creare una recessione».
Il principale mercato export del settore resta l’Unione Europea col 40% del totale, gli Usa pesano per il 25%, mentre il Medio Oriente si attesta al 15%. L’industria aerospaziale italiana sta inoltre esplorando opportunità in mercati con domanda tecnologica è crescente, come India, Cina e Sud-est asiatico.
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