Siad guarda agli Usa: nel 2022 fatturato aumentato del 37%

Gli obiettivi. L’a.d. Bernardo Sestini: grazie alla crescita organica di tutti i settori, i ricavi superano il miliardo. Il settore energetico strategico: a breve un’acquisizione.

I conti che tornano, il fatturato 2022 supera l’asticella del miliardo (1.048 milioni le ultime stime). Il profilo internazionale destinato ad aumentare con il potenziamento della presenza negli Stati Uniti.Il business legato al settore energetico in crescita con Siad già oggi unico gruppo industriale italiano a possedere tutte le tecnologie della filiera del biometano grazie all’acquisizione, nel 2021, della 2Lng dal gruppo Holdim. Inizio anno positivo per la multinazionale orobica del gas, 18 sedi nel mondo, 2.200 dipendenti, 600 dei quali in Bergamasca suddivisi tra il quartier generale di via san Bernardino e gli stabilimenti di Osio Sopra, Curno e Verdellino, decisa a giocare un ruolo di protagonista anche sul fronte della transizione energetica grazie alle competenze, frutto di investimenti costanti negli anni in ricerca e sviluppo cui viene destinato il 3% del fatturato ogni anno.

«Per i numeri precisi occorre attendere marzo quando avremo il bilancio consolidato ma non possiamo che essere soddisfatti: secondo le proiezioni dovremo chiudere con una crescita dei ricavi di circa il 37% rispetto al 2021, pari a 1.048 milioni», spiega Bernardo Sestini, amministratore delegato del gruppo presieduto dal padre, Roberto Sestini. «Pur tenendo conto dell’aumento eccezionale dei costi di produzione che hanno influito sul prezzo di vendita, abbiamo registrato una crescita organica dei diversi business rispetto agli anni precedenti». Superati, ampiamente, i valori del pre pandemia: nel 2019 il fatturato Siad era stato di 700 milioni.

Il core business (50% del giro d’affari) continua ad essere legato ai gas tecnici utilizzati in diversi settori, dall’industria al medicale, fino a quello agroalimentare. Cresce il peso della «meccanica» (Siad Machine e Engeneering), come sintetizza il presidente, la divisione che si occupa della costruzione degli impianti di produzione di gas tecnici, compressori e bruciatori che oggi rappresenta il 30% del fatturato. «Questo ci impone grande attenzione nello sviluppo - rimarca Roberto Sestini - perché il cliente ci chiede sempre più servizi post vendita che dobbiamo essere poi in grado di garantire. Abbiamo venduto compressori per impianti di imbottigliamento dell’acqua delle isole Fiji, garantire l’assistenza non è semplice».

Tra gli obiettivi per il 2023 il ritorno negli Stati Uniti , dopo la fine, nel 2018, della trentennale joint venture di Siad con l’americana Praxair, costretta dall’Antitrust europea alla cessione della sua quota nella società bergamasca per poter avviare la fusione con la tedesca Linde. Dopo cinque anni, i tempi potrebbero essere maturi per il rientro della società bergamasca nel mercato nordamericano (Stati Uniti e Canada), forte di nuove esperienze e competenze. Attenzione è la parola d’ordine. «Un mercato strategico, da sempre il principale al mondo ma molto difficile - precisa Bernardo Sestini -. Siamo ancora in fase di studio delle normative, ci sono legislazioni diverse tra Stato e Stato, i clienti sono molti esigenti, occorre essere in grado di offrire servizi veloci e efficienti, non possiamo permetterci di sbagliare». «Partiremo con una sede commerciale - aggiunge - i nostri impianti sono già conosciuto perché li vendiamo attraverso diverse società di ingegneria, ma ora è venuto il momento di operare direttamente». La produzione? «Presto per decidere - aggiunge il presidente - oggi rischia di essere ancora più conveniente produrre in Italia, qui a Bergamo siamo davvero bravi, c’è esperienza».

Siad intende giocare la partita da protagonista anche sul fronte dell’energia prodotta da fonti alternative, biometano in primis dove sono puntati in questo momenti i maggiori investimenti. A breve una nuova operazione strategica che chiuderà il cerchio. Nel mirino «un’azienda lombarda complementare al settore dell’energia e del gas su cui è in fase conclusiva la due diligence» precisa l’a.d.

Stesso discorso vale per lo sviluppo della tecnologia per il recupero di C02 dove la controllata Tecno Project è leader di mercato con oltre 600 impianti già venduti nel mondo. Non a caso Tenaris, Saipem e Siad a inizio 2022 hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per avviare la progettazione di un impianto di cattura e utilizzo di anidride carbonica che, secondo i piani, dovrebbe essere attivo presso lo stabilimento Tenaris di Dalmine entro i primi sei mesi del 2024 . Lo scorso giugno Siad è diventa partner del Cea di Grenoble, il centro francese di ricerca per l’energia atomica ed energie alternative a cui gas di altissima purezza e miscele speciali (tra questi Argon e azoto 6.0, neon in idrogeno, ammoniaca in aria, ossigeno in elio, acido fluoridrico in azoto) che andranno ad alimentare le attività dell’ente pubblico definito tra i più innovativi a livello mondiale.

Prosegue lo sviluppo di nuove soluzioni per l’utilizzo dell’idrogeno, anche se dai vertici Siad traspare prudenza. «Siad produce compressori per l’idrogeno da vent’anni- precisa Bermardo Sestini - attualmente stiamo potenziando lo sviluppo di impianti ad alta pressione senza lubrificante, ma nuovi investimenti non ne abbiamo programmati». «Oltre alle problematiche tecniche e gli alti costi di produzione - aggiunge il presidente - ci sono anche le difficoltà legate all’utilizzo dell’idrogeno, servono sistemi di combustione completamente diversi di quelli attuali. Stiamo comunque seguendo l’evoluzione anche di questo prodotto».

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