Economia
Mercoledì 10 Luglio 2024
Salari ancora al palo: Italia maglia nera secondo i dati Ocse
L’ANALISI. La crescita regge e la disoccupazione è ai minimi, eppure l’Italia si tiene stretta la sua ”maglia nera” per la crescita, o meglio, la decrescita, dei salari reali.
Un trend che ha aiutato l’export, ma tiene sotto pressione il potere d’acquisto delle famiglie e quindi i consumi. La fotografia è dell’Ocse, i cui dati rielaborati dall’Inapp avevano sollevato l’allarme di salari reali stagnanti dal 1991 al 2023 (+1%) contro il 32,5% della media dei Paesi dell’organizzazione parigina.
Con un -6,9% rispetto al quarto trimestre 2019, l’Italia è il peggiore nell’area Euro (-2% la Germania, +0,1% la Francia), terzultimo fra i 38 paesi dell’Ocse superato in peggio solo da Cechia e Svezia
Nel suo ”Employment Outlook 2024“ l’organizzazione da conto per l’area economica di un’occupazione sui massimi storici. Ma i dati aggiornati al primo trimestre 2024 confermano il primato negativo dell’Italia per i salari reali, cioè al netto dell’inflazione: con un -6,9% rispetto al quarto trimestre 2019, il Paese è il peggiore nell’area Euro (-2% la Germania, +0,1% la Francia), terzultimo fra i 38 paesi dell’Ocse superato in peggio solo da Cechia e Svezia. L’Ocse bacchetta i Paesi dove i salari reali continuano ad andare all’indietro nonostante una stagione di utili societari più che buoni: «In molti Paesi c’è ancora spazio perché i profitti assorbano ulteriori aumenti dei salari».
Nella sua Economic Survey dedicata all’Italia, a gennaio, l’organizzazione parigina notava la buona performance dell’export italiano rispetto ai partner europei nel periodo post-Covid, ottenuta guadagnando in competitività «principalmente grazie alla bassa crescita dei costi unitari del lavoro». Ma evidenziava anche la necessità, in un sistema di contrattazione collettiva dove le imprese hanno «significativo potere negoziale», di far crescere più i salari e la produttività delle imprese, attraverso investimenti e innovazione. Era uno degli obiettivi degli aiuti europei col ”Recovery Plan”, ancora non andato a segno.
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