Robotica e gomma, Bergamo a caccia di tecnici e operai

Report di Confindustria: tra le figure professionali più ricercate aumentano anche i non qualificati: +112%. Diventa sempre più difficile trovare camerieri e cuochi.

Sono i più ricercati, ma anche i più difficili da trovare. E non è una novità. Il riferimento è alle figure professionali più richieste alle agenzie per il lavoro da parte delle aziende della nostra provincia nel secondo trimestre dell’anno e in testa si colloca il macro gruppo dei conduttori di impianti. In pole position ci sono gli operatori di robot industriali, seguiti dai conduttori di macchinari per la lavorazione della gomma. L’«appeal» di questi ultimi in particolare è proporzionale alla difficoltà di reperimento, che si attesta tra il 70 e l’80%. Si cercano anche addetti all’assemblaggio dei prodotti industriali, alle macchine dell’industria chimica e alle macchine confezionatrici. Ad offrire uno spaccato dei profili più ricercati è l’Osservatorio Confindustria Bergamo - Agenzie per il lavoro nel report «La domanda di lavoro in somministrazione nel secondo trimestre 2021».

La fatica nel trovare determinate figure ha ovviamente un impatto sulle imprese: «La conferma, anche nell’ambito della somministrazione, del divario fra la domanda e l’offerta che sta sempre più caratterizzando la nostra provincia e, in particolare, la difficile reperibilità di personale tecnico, ma anche di figure non specializzate, rischia di limitare lo slancio della ripresa post-pandemia nelle aziende manifatturiere», sottolinea il direttore generale di Confindustria Bergamo, Paolo Piantoni. Che rileva come questo tema «ci vede fortemente impegnati con progetti e proposte a supporto delle imprese e del territorio».

«Generici» cercansi

Per dirla tutta, se la richiesta di operai specializzati cresce del 92%, quella di personale non qualificato aumenta ancora di più, segnando un più 112%. Nella classifica dei 20 profili più ricercati, infatti, subito dopo gli operatori di robot industriali (con una quota del 10,4% sul totale delle richieste), si posizionano i non qualificati in imprese industriali, sfiorando il 7%, gli addetti alla consegna delle merci (6,8%), i non qualificati nei servizi di pulizia (6%) e fanno il loro ingresso nella top 20, con una quota dell’1,9% i non qualificati nell’edilizia, settore che è in forte ripresa.

Interinali: 6.600 avviamenti

Tutto questo in un quadro in cui il primo settore per assunzioni è il manifatturiero con 9.256 avviamenti e 8.755 cessazioni, in cui il saldo è positivo per 501 unità (più 9% rispetto al secondo trimestre 2019). Nel caso del lavoro in somministrazione, «gli oltre 6.600 avviamenti segnalano un ritorno ad un volume di attività più vicino a quello – assai robusto - del 2018 che non a quello del 2019», si legge nell’analisi. Più in generale, le richieste pervenute dalle aziende sono cresciute del 50% rispetto allo stesso trimestre del 2020 che, va ricordato, è stato quello più colpito dalle restrizioni del lockdown.

Tornando ai profili più ricercati, in controtendenza con i trimestri precedenti, i tecnici occupano tre posizioni nella classifica (tecnici informatici, della produzione e in campo ingegneristico), mentre gli addetti al commercio e gli impiegati esecutivi una sola. Proprio tra i tecnici non c’è più un’alta richiesta per profili legati all’emergenza Covid-19, come i tecnici della salute e della distribuzione commerciale.

Ristorazione fatica nella ricerca

Nel commercio si assiste ad un aumento di richieste per il comparto della ristorazione: i profili relativi ad esercenti, cuochi, camerieri e addetti in ristoranti, pizzerie, fast food e simili, infatti, segnalano il rimbalzo di questo gruppo, il più penalizzato nel 2020. La difficoltà di reperimento è in sensibile aumento: mediamente il 45% contro il 13% dello scorso trimestre.

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