
Economia / Valle Brembana
Giovedì 17 Aprile 2025
Redditi, Mozzo scalza Gorle in vetta. L’inflazione annulla gli aumenti
I DATI DEL 2023. La città segue i due Comuni e si conferma terza in Italia dopo Milano e Monza. Media di 24.803 euro: rialzo del 4,3%, ma i prezzi crescono di più. «Paperoni» in calo del 15,7%.
Un anno dopo, nei numeri sembra leggersi una sorta di replica. Nel bene e nel male: se da un lato i redditi crescono ancora e con un incremento percentuale praticamente identico all’anno precedente, dall’altro lato l’inflazione si è di nuovo virtualmente mangiata per intero questo aumento. I conti in tasca ai contribuenti sembrano raccontare di un’economia a due velocità, e lo ribadiscono i dati diffusi dal ministero dell’Economia e delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024 e relative all’anno fiscale 2023.
I bergamaschi hanno dichiarato in media 24.803 euro di reddito imponibile (tutti i dati sono lordi), con un balzo del 4,3% rispetto ai 23.788 euro maturati nel 2022 (+1.015 euro, in concreto), quando si era registrato lo stesso rialzo percentuale (sempre +4,3%). Ormai, l’impatto della pandemia è alle spalle: i livelli di reddito restano superiori al pre-Covid, nel 2019 in terra orobica si guadagnavano 22.026 euro in media. Ma, come detto, facendo i conti con la vita reale, questo «salto in alto» quasi non s’è visto: nel 2023, infatti, l’inflazione annua in Bergamasca era stata del 4,9%, dopo che nel 2022 si era toccato il picco del 6,8%. L’incremento dei prezzi, in pratica, si sta mantenendo sempre superiore alla crescita dei redditi.
La geografia dei redditi
I dati del Mef – rielaborati da Excellera Intelligence, società nata dall’esperienza di InTwig – permettono di entrare nel dettaglio della realtà locale, con la consueta classifica su base comunale dove brilla la zona tra il capoluogo e la cintura più pregiata dell’hinterland. In vetta c’è di nuovo un avvicendamento: Mozzo, con 33.916 di reddito medio imponibile (+6,3%), si riprende il primo posto scalzando Gorle (33.250, +4,1%), ora in seconda piazza. La città si conferma invece sul terzo gradino del podio con 31.228 euro e un trend positivo del +2,3%: ancora una volta, tra l’altro, Bergamo è al terzo posto nella classifica nazionale dei capoluoghi di provincia col reddito più alto, alle spalle di Monza (32.363 euro) e Milano (36.408 euro). Via via nella top-ten orobica si alternano continuità e novità: spiccano ad esempio i balzi di Torre de’ Roveri (29.081, +10,4%), che sale dal 10° al 5° posto, e di Treviolo (27.896 euro, +5,9%), dall’11ª alla 7ª piazza.
La situazione in provincia
Più ci si allontana dal capoluogo e più la curva dei redditi evidenzia una flessione. È la conferma della storica frattura territoriale tra l’area urbana, più dinamica, e le valli, in costante sofferenza socio-economica: in coda alla graduatoria comunale ci sono soprattutto piccole località montane, quelle dove spesso i pensionati superano i lavoratori, con Cassiglio (15.662 euro, +2,4%) che si conferma il «fanalino». La forbice rimane peraltro ampia nonostante qualche segno di miglioramento si scorga anche in quei luoghi dove tradizionalmente i redditi «faticano»: tra 2022 e 2023, infatti, i maggior incrementi percentuali sono avvenuti proprio in quei piccoli comuni, come Blello (+13,6%), Valtorta (+12%) e Locatello (+11,4%).
Il tessuto economico bergamasco resta complessivamente in salute: dei 243 comuni che punteggiano il territorio orobico, solo 7 hanno visto scendere il proprio reddito imponibile medio nel corso dell’anno analizzato; la battuta d’arresto più marcata è per Bedulita, con una contrazione del 3,7% (da 22.213 a 21.388, pari a -825 euro in media).
Nel 2023 i bergamaschi hanno dichiarato 20,7 miliardi di euro: ne consegue che questo 1% più ricco – i contribuenti oltre i 120mila euro annui – «detiene» circa il 9,1% del totale dei redditi bergamaschi. Di questi «paperoni», 2.914 vivono in città, 395 a Treviglio, 186 a Gorle
«Paperoni» in calo
Dopo anni di crescita significativa, ora cala il gruppo ristretto dei bergamaschi più «ricchi» (posto che reddito e patrimonio sono due indicatori con alcune differenze). Nel 2023 è infatti diminuito il numero dei contribuenti della provincia di Bergamo che dichiarano più di 120mila euro: sono scesi a quota 8.292, addirittura il 15,7% in meno rispetto ai 9.839 del 2022 (-1.547). Si tratta in sostanza dell’1% dei contribuenti bergamaschi, che sommati hanno dichiarato un totale di quasi 1,9 miliardi di euro.
Allargando lo sguardo, nel 2023 i bergamaschi hanno dichiarato 20,7 miliardi di euro: ne consegue che questo 1% più ricco – i contribuenti oltre i 120mila euro annui – «detiene» circa il 9,1% del totale dei redditi bergamaschi. Di questi «paperoni», 2.914 vivono in città, 395 a Treviglio, 186 a Gorle.
In cima alla classifica
Chi c’è invece alla base della «piramide dei redditi»? Sono 154.662 i bergamaschi che dichiarano meno di 10mila euro, cioè il 19%, in lieve calo – una diretta conseguenza dell’aumento del reddito medio – rispetto al 2022, quando la fascia più fragile rappresentava il 20,4% dei contribuenti; ci sono poi altri 82.265 bergamaschi (il 10,1% dei contribuenti) che dichiarano dai 10mila ai 15mila euro: in altri termini, poco meno del 30% dei bergamaschi ha un reddito al di sotto dei 15mila euro annui e non arriva cioè a 1.250 euro lordi al mese. Secondo gli scaglioni adottati dal ministero per diffondere i dati sui redditi, in Bergamasca le fasce più rappresentative sono comunque quelle dei 15-26mila euro (260.398 contribuenti, il 32% del totale) e dei 26-55mila euro (266.545 contribuenti, 32,7% del totale).
La situazione tasse
Capitolo tasse: sui redditi dichiarati nel 2023 in Bergamasca è stata versata un’imposta netta (l’Irpef) pari a circa 4,1 miliardi di euro; lo hanno fatto 689.231 contribuenti, dunque con un esborso medio di 5.956 euro a testa.
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