Realtà artigiane in calo del 4,4%: «Numeri lontani dal pre-Covid»

RAPPORTO CNA. A Bergamo risultano in riduzione anche le imprese attive. Il presidente Bozzini: «Ma l’economia lombarda ha ripreso a correre».

Siamo a otto contro quattro, dove il numero maggiore indica le province lombarde con le imprese attive in calo, mentre il numero minore si riferisce a Milano, Brescia, Monza-Brianza e Varese, dove il saldo è positivo. Nell’elenco in cui svetta il segno meno compare anche Bergamo: sono 83.072 le imprese attive a giugno di quest’anno, in flessione dell’1,3% (il «gap» è di 1.121 società) rispetto al 2019. E, per dirla tutta, il nostro territorio è secondo solo a Como per risultato negativo.

È solo uno dei parametri preso in considerazione dal Terzo Focus sull’andamento dell’economia regionale di Cna Lombardia, realizzato dal Centro Studi Sintesi. Peggio va alle realtà artigiane orobiche, ma in questo caso Bergamo è in buona compagnia, perché ad essere in territorio positivo è solo Varese con una crescita che sfiora il 3%. La nostra provincia, invece, lascia sul campo un meno 4,4%: il numero di realtà artigiane scende a 28.851 (1.336 in meno rispetto al 2019). Ritroviamo il segno più solo nell’export, da sempre cavallo di battaglia del nostro territorio: più 33% in una lista in cui primeggia Lodi con un balzo dell’89%.

«Fase travagliata»

Più in generale, se quest’anno l’economia lombarda è tornata a correre raggiungendo e superando i risultati ante Covid - è la sintesi che offre Cna - ora sta attraversando una fase «travagliata»: pesano, infatti, i costi delle materie prime, l’inflazione sui generi di prima necessità e i crescenti tassi di interesse. Ad ogni modo per il 2024 le previsioni di crescita restano positive, seppur con numeri più contenuti e leggermente inferiori alle aspettative: il Pil lombardo dovrebbe crescere dell’1%, i consumi dell’1,6%, mentre gli investimenti dovrebbero calare dello 0,2% anche a causa dell’aumento dei tassi di interesse e per l’irrigidimento delle condizioni di accesso al credito.

Nel frattempo arrivano buone nuove dal punto di vista dei consumi delle famiglie lombarde, che «nel 2023 dovrebbero crescere dell’1,6%», segnando «un netto miglioramento» rispetto alle stime di aprile (più 0,9%), raggiungendo i livelli pre-pandemici (più 0,1% rispetto al 2019). E per l’anno prossimo si profila un’ulteriore crescita dei consumi (più 1,4%), di poco inferiore ai valori del 2023. Secondo Giovanni Bozzini, presidente di Cna Lombardia, «indicatori che erano ancora in pesante ristagno rispetto al 2019, vedono ora segnali di graduale consolidamento nel medio lungo periodo, ad esempio i consumi, che sono tornati in sostanziale parità rispetto alla fase pre-pandemica».

Bene l’occupazione in regione

Sul fronte dell’occupazione, nel primo trimestre di quest’anno, la tendenza nella nostra regione è positiva rispetto allo stesso periodo del 2022 (più 2,2%): a fronte dei progressi significativi dei settori industria (più 3,4%) e commercio, alberghi, ristoranti (più 8,5%), si osserva una contrazione dell’agricoltura (meno 4,5%).

Tirando le somme, «le preoccupazioni non mancano - afferma Bozzini -. Come l’inflazione che si va gradualmente normalizzando, ma gli effetti della stretta della Bce sono ancora molto lenti. Per questo crediamo che la Banca Centrale debba riflettere molto bene sul mix costi-benefici prima di alzare ancora i tassi da qui a settembre».

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