Prezzi, la corsa rallenta. Ma fare la spesa a Bergamo resta un salasso

L’ANALISI. Un anno dopo, i numeri ufficiali si sono fatti più leggeri. Ma il tema di fondo rimane immutato: fare la spesa è sempre più dispendioso.

L’ultima rilevazione dell’Istat sull’inflazione in provincia di Bergamo racconta parecchie sfaccettature: a settembre l’inflazione su base annua è scesa allo 0,7%, contro l’1% calcolato ad agosto; se si torna a settembre 2023, invece, l’inflazione su base annua viaggiava ancora al 5%. Vuol dire che rispetto ad allora i prezzi sono scesi? No, vuol dire che i prezzi continuano a salire, ma a un ritmo meno veloce.

La prova spesa

Lo si capisce soprattutto riempiendo il carrello e facendo una prova sul campo. Abbiamo provato a confrontare la stessa spesa – stessi prodotti dello stesso marchio, prendendo il prezzo pieno e non quello delle promozioni – fatta a luglio e fatta a ottobre in una delle principali catene di supermercati presente anche in Bergamasca con più punti vendita. Nel giro di due mesi, considerando circa 25 prodotti di una «spesa tipo», lo scontrino è aumentato dello 0,48%: non un salasso, perché si passa da 121,86 euro a 122,45 euro (+59 centesimi), ma la conferma di come i rincari proseguano. Sono però a macchia di leopardo, perché in realtà alcuni prodotti sono calati di prezzo. Lo stesso scontrino segnala infatti un lieve ribasso di prezzi per i formaggi (e in particolare per il provolone), per la pasta di semola, per le gallette di mais, per la Coca Cola.

I prezzi si stanno sostanzialmente stabilizzando, ma su valori incomparabilmente più alti rispetto a quando si è avviata la spirale inflazionistica

Caccia all’offerta

E cosa aumenta, invece? Il latte – almeno per il marchio selezionato – è aumentato significativamente (80 centesimi in più), così come il pesce (sia l’orata, sia il branzino), e anche il succo di frutta. Anche per questo è ormai sempre più diffusa la caccia all’offerta: si mettono a confronto più supermercati e ci si sposta a seconda della convenienza. Per il resto sono rimasti identici i prezzi di alcuni prodotti come gli affettati, il riso, la carne, l’acqua, dentifricio e bagnoschiuma, il vino.

I prezzi si stanno sostanzialmente stabilizzando, ma su valori incomparabilmente più alti rispetto a quando si è avviata la spirale inflazionistica. La stessa prova sul campo – sempre con gli stessi prodotti – fatta a luglio 2024 aveva segnalato un rincaro medio del 36% rispetto a gennaio 2022, cioè poco prima dello scoppio della guerra in Ucraina e dell’avvio della corsa dei prezzi.

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