Per il clima pazzo addio a un vasetto di miele su 2

IL CASO. Il clima pazzo sconvolge i cicli della natura con caldo anomalo, alluvioni e nubifragi che hanno dimezzato la produzione di miele nazionale rispetto allo scorso anno, con crolli anche più consistenti per alcune varietà come l’acacia.

Addio quindi ad 1 vasetto di miele su 2, mentre è sos nei campi dove il 75% delle colture dipende dall’impollinazione delle api. E’ quanto emerge dalle prime stime di Coldiretti per il raccolto del 2023 che rischia di essere attorno ai 15 milioni di chili, fra i più poveri del decennio, schiacciato dagli eventi estremi per la progressiva tropicalizzazione del clima. A partire dalla seconda metà di giugno, si è osservata una ripresa delle produzioni con buoni risultati su alcune fioriture.

Oltre al clima - sottolinea Coldiretti - i ’pastori delle apì hanno dovuto fare fronte anche all’esplosione dei costi: dai vasetti di vetro alle etichette, dai cartoni al gasolio. In Italia - precisa Coldiretti - si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, sotto la media europea che è di 600 grammi ma un terzo rispetto alla Germania. L’Italia vince però in biodiversità con più di 60 varietà da quelle Dop come il Miele della Lunigiana, e il Miele delle Dolomiti Bellunesi e il miele Varesino, fino a quelli speciali in barrique o aromatizzati, dal tiglio agli agrumi, dall’eucalipto all’acacia.

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