Paperoni di Borsa, il Covid spariglia
Bergamo sale con big ed emergenti

Non sono anni come tutti gli altri. Già nel 2020, la classifica dei «Paperoni di Borsa» stilata da Milano Finanza (che analizza il valore delle partecipazioni personali di italiani che possiedono azioni di aziende quotate) aveva pesantemente risentito della pandemia, portando a cambiamenti forti, anche per l’esigenza di tanti capitani d’industria di avere maggior liquidità, diluendo pacchetti azionari di fronte a un futuro incerto. La graduatoria di quest’anno ha riportato tanti gruppi agli investimenti in Piazza Affari, tanto che, a perimetro costante, le ricchezze borsistiche sono aumentate del 39,6%, confermando Leonardo del Vecchio in testa per il nono anno consecutivo, ma evidenziando anche una propensione alla crescita da parte di molti imprenditori o gruppi bergamaschi.

Avanzano i Ricca e Bombassei

L’esempio arriva dai fratelli Rocca, Gianfelice e Paolo, patron della Tenaris, che dopo anni di podio assoluto l’anno scorso erano precipitati al nono posto. Nel 2021 è iniziata la risalita che li colloca in sesta posizione, con il valore del loro portafoglio quasi raddoppiato rispetto ai 12 mesi precedenti: da 3,5 a 6,1 miliardi di euro.

Continua poi la sua scalata il presidente Brembo Alberto Bombassei che passa in un anno dal 23° al 18° posto assoluto: il valore delle partecipazioni Brembo e Pirelli da lui detenute ha toccato un incremento del 97% negli ultimi 12 mesi. Dietro a questi due «big», da sempre in classifica, troviamo un’altra famiglia storica, i Pesenti, capitanati in Italmobiliare dal consigliere delegato Carlo, che mantengono sostanzialmente sia le posizioni (dal 35° al 44° posto), sia il capitale investito.

La new entry Eigenmann

La novità vera per quello che riguarda gli investitori bergamaschi arriva dalla quarta posizione provinciale ed è costituita da Marco Eigenmann, presidente di Fine Foods, azienda che produce prodotti farmaceutici nel sito di Brembate e nutraceutici in quello di Zingonia, quotata all’Aim dal 2018 e passata da quest’anno al listino principale. Le performance dell’azienda hanno permesso una rivalutazione del 51,2% in un anno del titolo, con relativo passaggio nella «Top 100» italiana del suo presidente (83° posto).

In ascesa, anche in un contesto complesso come quello del lockdown per il settore dei distributori automatici, gli eredi di Cesare Cerea, azionisti principi della Ivs Group di Seriate, che guadagnano ancora posizioni, collocandosi al 99° posto assoluto (rispetto alla precedente posizione numero 139), con un valore di partecipazione del titolo cresciuto del 27,7%.

Il boom delle azioni Tesmec

La «fame» di lavori e manutenzioni sul suolo pubblico e di diagnostica in ambito ferroviario, spinge verso l’alto anche la posizione di Ambrogio Caccia Dominioni, presidente e a.d. della Tesmec di Grassobbio, che guadagna 59 posizioni rispetto a un anno fa (da 249° ora è 190°) con una rivalutazione boom del titolo: +480%. Sostanzialmente stabile, dopo anni di avanzate, il patron della Grifal di Cologno al Serio Fabio Gritti, leader negli imballaggi sostenibili (221°, nel 2019 era 217°) che hanno comunque visto una crescita importante (81,2%) del pacchetto azionario. Perde qualche posizione (da 270° a 294°) la famiglia Radici, ma anche in questo caso il valore delle partecipazioni della Radici Pietro è cresciuto in un anno dell’11,8%.

Tornando alla classifica generale assoluta stilata da Mf, dietro al capolista Del Vecchio, al secondo posto, in salita di una posizione rispetto al 2020, la coppia composta da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, seguiti dalla famiglia Garavoglia, patron della Campari. Seguono le famiglie Agnelli-Elkann e Benetton che precedono i Rocca. Tra le novità, l’ingresso in graduatoria di Giorgio Armani, sedicesimo con 3,37 miliardi e l’exploit di Remo Ruffini, 17°, con un aumento del 70% del valore della sua quota in Moncler (3,22 miliardi).