Panificatori, crisi nera: 70 chiusure in 5 anni. «Servono orari più flessibili»

Assemblea Aspan. Preoccupazione per l’andamento in provincia: aperte solo 30 realtà nello stesso periodo. Il presidente Ferrandi: per i giovani troppi sacrifici.

Prosegue inesorabile la chiusura dei panifici in provincia, tanto che negli ultimi cinque anni la categoria ha registrato un saldo negativo di 70 attività, mentre sono una trentina sono state le nuove realtà tra aperture e subentri. Il dato è emerso durante l’assemblea annuale dei soci Aspan, l’associazione che raggruppa i panificatori bergamaschi.

Durante la riunione di ieri nell’istituto Isb di Torre Boldone, è stata sottolineata l’importanza delle scuole di panificazione attive nella nostra provincia, capaci di formare i «fornai» del futuro. «La scarsità di ricambio generazionale è uno, anche se non l’unico motivo, che ha portato alle 70 chiusure di panifici in provincia negli ultimi 5 anni – commenta il presidente Aspan Massimo Ferrandi -. Un ringraziamento va ai panificatori impegnati in veste di docente nelle sei scuole di panificazione provinciali (due che fanno capo ad Isb, tre di Abf e una di Ikaros). Non posso che ribadire l’importanza strategica delle scuole professionali per il futuro delle nostre imprese, perché gli allievi di oggi potranno essere i professionisti di domani, assicurando continuità al nostro settore». Il mondo è cambiato e per attrarre i giovani è indispensabile pensare ad orari di lavoro maggiormente flessibili, così come a format innovativi dei punti vendita.

«Cerchiamo di inserire ragazze e ragazzi nello staff delle nostre aziende, rendendo attraente il lavoro del fornaio con orari accettabili – prosegue Ferrandi -. La tecnologia può aiutare, così come la scuola ci supporta e le istituzioni ci possono agevolare: facciamolo, insieme. Il futuro della panificazione sembra dipenda anche da quello che faremo noi per attirare le nuove leve. Spesso non manca la volontà, ma sono troppi i sacrifici che impone un certo modo di intendere il lavoro del fornaio, tanto che giovani e donne girano spesso al largo».

Gli ultimi numeri non scoraggiano di certo il comparto «perché siamo consapevoli che dobbiamo operare con l’orgoglio e la passione della nostra professione: il settore della panificazione artigianale è in costante evoluzione, con sfide e opportunità uniche – specifica Ferrandi -. L’evoluzione del mercato richiede però un costante adattamento alle nuove tecnologie, alle tendenze di consumo e alle normative in tema di sicurezza e ambiente».

«La somministrazione paga»

«I panifici rappresentano uno straordinario patrimonio come negozi di vicinato in rapporto con la gente e la comunità. Di solo pane non si vive ed è giunta l’ora di evolversi puntando maggiormente su servizio al cliente, dalle colazioni ai piatti pronti, dalle consegne alla somministrazione – spiega Ferrandi -. Senza mai dimenticare il legame con il territorio che Aspan ha portato avanti con il programma di filiera certificata “QuiVicino”, con tecnologia blockchain e valori etici formidabili, legata all’economia circolare».

Aspan ha aderito ad Assipan Confcommercio, la più grande famiglia dei fornai italiani: «l’obiettivo è arricchire ulteriormente i servizi e le opportunità che offriamo, mantenendo sempre al centro gli interessi e i bisogni dei panifici artigiani – conclude Ferrandi -. Di riflesso, tale adesione ha comportato per le aziende associate il cambio di Ccnl applicato che, portando il valore aggiunto di relazioni sindacali più stabili ed evolute».

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