Economia / Bergamo Città
Domenica 21 Gennaio 2024
Officine, poco appeal: «Oggi meno ragazzi diventano meccanici»
LAVORO. Il ricambio scarseggia, la passione è in calo. Carrozzerie e riparazioni meccaniche pagano dazio. «Sviluppare competenze mirate sul fronte elettrico».
Tempo di bilanci per il settore delle autoriparazioni della Bergamasca che, dal 2018 ad oggi, si è trovato a fronteggiare la rivoluzione che sta vivendo il mondo automotive: la (lenta) diffusione delle vetture elettriche e la tendenza da parte delle case automobilistiche ad internalizzare la manutenzione, canalizzando i clienti all’interno delle loro strutture, hanno infatti determinato una necessaria revisione dei paradigmi che da sempre hanno definito il comparto, mentre l’avvicendamento e il ricambio generazionale ha anche portato a chiusure e ridimensionamenti a livello provinciale.
Così si spiega la contrazione delle imprese orobiche impegnate in ambito riparazioni, sia a carattere artigianale che non, nell’ultimo quinquennio. In base all’Elaborazione dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia su dati Unioncamere-Infocamere, in Bergamasca si è infatti passati dalle 1.585 imprese attive del 2018, di cui 1.338 a carattere artigiano, alle 1.556 (1.306 artigiane) rilevate nel primo trimestre del 2023.
A pagare lo scotto sono state soprattutto le realtà in prima linea nelle riparazioni meccaniche di auto - dalle 804 del 2018 alle attuali 796 – di carrozzerie (da 452 a 432) e nella sistemazione di impianti elettrici e di alimentazione (da 108 a 95). Ad invertire rotta prendendo il largo sono stati invece gli autolavaggi (da 117 a 135) e le ditte operative nella riparazione e sostituzione di pneumatici (da 89 a 90).
«Nonostante la lieve contrazione rilevata negli ultimi 5 anni, non parlerei di crisi –spiega Ernesto Belotti, rappresentante del Settore Autoriparazione di Confartigianato Bergamo–, ma di calo fisiologico. Questa situazione, oltre a dover sicuramente essere monitorata, deve inoltre spingerci ad adottare una serie di accorgimenti utili per prepararci a tutti i cambiamenti che ci attendiamo nel prossimo futuro».
Difficoltà a reperire forza lavoro
Futuro che dovrà anche fronteggiare le difficoltà legate al reperimento di risorse umane. L’appeal che una volta emanava il mondo dei motori è in parte evaporato presso i giovani. «Il passaggio generazionale non è più scontato perché i ragazzi hanno giustamente nuove ambizioni, che spesso esulano dal nostro settore - constata Belotti -. Anche lo zoccolo degli appassionati, che dal garage di casa riuscivano ad aprire una propria attività, non crea più massa critica. Esistendo inoltre uno scollamento tra la preparazione delle nuove leve e le loro aspettative professionali, riuscire a trovare del personale debitamente formato è spesso complicato, nonostante la richiesta sia altissima». Una paga non bassa, eppure pochi ragazzi oggi, a differenza del passato, hanno voglia di diventare dei bravi meccanici.
La rivoluzione dell’elettrico
Tutto ciò mentre è cominciata la rivoluzione che porterà l’elettrico a diventare l’assoluto protagonista del settore. «Dobbiamo partire dal presupposto che le vetture elettriche, anche se al momento dai costi ancora non popolari e con problematiche oggettive in termini di autonomia associata ai tempi e alle strutture di ricarica, rappresentano una parte del parco auto nazionale, destinato ad aumentare numericamente - aggiunge Belotti -. È dunque opportuno sviluppare competenze mirate che, frutto di formazione continua, ci permetteranno di stare nel mercato con efficacia». Restano tanti interrogativi per i prossimi anni, ma i meccanici non possono tergiversare: «Dire se in futuro guideremo tutti mezzi a batteria non è dato sapere, ma i dati attuali ci portano a premunirci in questa direzione e a traguardare nuovi obiettivi».
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