
Economia / Hinterland
Mercoledì 23 Aprile 2025
Officine Luigi Resta, una maxi commessa per il nucleare inglese
MANIFATTURA. L’azienda di Scanzorosciate ha realizzato quattro scambiatori per la centrale di Hinkley Point C. Il presidente: «Settore su cui puntiamo, pronti a espanderci».
Il nucleare inglese avanza (anche) grazie alla manifattura bergamasca. Le «Officine Luigi Resta» hanno consegnato a General Electric quattro apparecchi ad alta pressione, o «High Pressure Heater» per la centrale nucleare di Hinkley Point C, nei pressi di Bridgwater, in Inghilterra.
La commessa ha impegnato l’azienda, che conta circa 200 dipendenti e genera un valore annuo di produzione pari a 60 milioni di euro (con un export pari al 100% del totale), per ben 200mila ore di lavoro in cinque anni.
I quattro scambiatori
«Abbiamo fornito quattro scambiatori di calore del peso di circa 170 tonnellate ciascuno, con una lunghezza massima di 20 metri e altezza di 4,2 metri», spiega Massimo Resta, presidente delle «Officine Luigi Resta». Il completamento del progetto testimonia l’esperienza e l’attenzione all’innovazione della compagnia di Scanzorosciate, attiva da 75 anni nel settore delle fonti fossili («oil & gas», poiché le «Officine» lavorano sia sul petrolio che sui gas), nel petrolchimico e nei fertilizzanti, con particolare attenzione ai componenti ipercritici, di fascia altissima dal punto di vista tecnico-qualitativo.
Come funzionano gli scambiatori
Il direttore generale dell’impresa, Giuseppe Ballerini, aggiunge che «lo scopo dei nostri apparecchi è quello di preriscaldare l’acqua di alimentazione tramite il vapore estratto dalle turbine. Il funzionamento di un impianto nucleare, ridotto ai minimi termini, è piuttosto semplice. Il reattore genera calore, che scalda dell’acqua e la trasforma in vapore: quest’ultimo fa girare una turbina, collegata a un alternatore che produce energia». Sfruttando questo sistema, i due reattori dell’impianto del Somerset producono fino a 3.260 MWe di energia. La compagnia orobica si è dunque aggiudicata una fetta dell’ampio programma di rinnovamento del parco nucleare inglese, che mira a quintuplicare l’energia generata da fonti atomiche entro il 2050, anche al fine di abbattere le emissioni di CO2.
«Poche aziende al mondo»
Perché un impianto inglese si è rivolto a un’azienda bergamasca? «Al mondo ci sono poche aziende che riescono a produrre apparecchi come i nostri, soprattutto rispettando la qualità e le certificazioni richieste dal settore del nucleare, che ha standard elevatissimi e una sorveglianza continua. Guardando al panorama internazionale, i concorrenti sono davvero pochi. La nostra credibilità tecnica e la nostra esperienza in settori affini hanno convinto General Electric a rivolgersi a noi, preferendoci alla concorrenza», continua Ballerini.
«Atomo tra le fonti energetiche del futuro»
La centrale Hinkley Point C è la prima commessa atomica per le «Officine Luigi Resta», che puntano a capitalizzare sul lavoro svolto sull’impianto come trampolino di lancio per una maggiore penetrazione nel settore: «Siamo già in contatto con diverse aziende sparse in tutta Europa per altri progetti: crediamo molto in questo settore e riteniamo che l’atomo sarà una delle fonti energetiche del futuro, soprattutto se vogliamo abbattere le emissioni inquinanti. Ci stiamo preparando a espandere la nostra capacità produttiva per centrali nucleari e impianti», dichiara Massimo Resta.
«Oggi la produzione di energia nucleare industriale avvieneper fissione, ma il futuro potrebbe essere la fusione: noi ci stiamo attrezzando per esserci»
A fargli eco è Ballerini: «Il lavoro che abbiamo svolto in Inghilterra è collegato al nucleare tradizionale - quello a fissione - l’unico realizzabile con le tecnologie attualmente sul mercato. Ci sono però importanti sviluppi relativi alla fusione, a livello di ricerca e di prototipi. Oggi la produzione di energia nucleare industriale avvieneper fissione, ma il futuro potrebbe essere la fusione: noi ci stiamo attrezzando per esserci».
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