Officine Luigi Resta, una maxi commessa per il nucleare inglese

MANIFATTURA. L’azienda di Scanzorosciate ha realizzato quattro scambiatori per la centrale di Hinkley Point C. Il presidente: «Settore su cui puntiamo, pronti a espanderci».

Il nucleare inglese avanza (anche) grazie alla manifattura bergamasca. Le «Officine Luigi Resta» hanno consegnato a General Electric quattro apparecchi ad alta pressione, o «High Pressure Heater» per la centrale nucleare di Hinkley Point C, nei pressi di Bridgwater, in Inghilterra.

La commessa ha impegnato l’azienda, che conta circa 200 dipendenti e genera un valore annuo di produzione pari a 60 milioni di euro (con un export pari al 100% del totale), per ben 200mila ore di lavoro in cinque anni.

I quattro scambiatori

«Abbiamo fornito quattro scambiatori di calore del peso di circa 170 tonnellate ciascuno, con una lunghezza massima di 20 metri e altezza di 4,2 metri», spiega Massimo Resta, presidente delle «Officine Luigi Resta». Il completamento del progetto testimonia l’esperienza e l’attenzione all’innovazione della compagnia di Scanzorosciate, attiva da 75 anni nel settore delle fonti fossili («oil & gas», poiché le «Officine» lavorano sia sul petrolio che sui gas), nel petrolchimico e nei fertilizzanti, con particolare attenzione ai componenti ipercritici, di fascia altissima dal punto di vista tecnico-qualitativo.

Come funzionano gli scambiatori

Il direttore generale dell’impresa, Giuseppe Ballerini, aggiunge che «lo scopo dei nostri apparecchi è quello di preriscaldare l’acqua di alimentazione tramite il vapore estratto dalle turbine. Il funzionamento di un impianto nucleare, ridotto ai minimi termini, è piuttosto semplice. Il reattore genera calore, che scalda dell’acqua e la trasforma in vapore: quest’ultimo fa girare una turbina, collegata a un alternatore che produce energia». Sfruttando questo sistema, i due reattori dell’impianto del Somerset producono fino a 3.260 MWe di energia. La compagnia orobica si è dunque aggiudicata una fetta dell’ampio programma di rinnovamento del parco nucleare inglese, che mira a quintuplicare l’energia generata da fonti atomiche entro il 2050, anche al fine di abbattere le emissioni di CO2.

«Poche aziende al mondo»

Perché un impianto inglese si è rivolto a un’azienda bergamasca? «Al mondo ci sono poche aziende che riescono a produrre apparecchi come i nostri, soprattutto rispettando la qualità e le certificazioni richieste dal settore del nucleare, che ha standard elevatissimi e una sorveglianza continua. Guardando al panorama internazionale, i concorrenti sono davvero pochi. La nostra credibilità tecnica e la nostra esperienza in settori affini hanno convinto General Electric a rivolgersi a noi, preferendoci alla concorrenza», continua Ballerini.

«Atomo tra le fonti energetiche del futuro»

La centrale Hinkley Point C è la prima commessa atomica per le «Officine Luigi Resta», che puntano a capitalizzare sul lavoro svolto sull’impianto come trampolino di lancio per una maggiore penetrazione nel settore: «Siamo già in contatto con diverse aziende sparse in tutta Europa per altri progetti: crediamo molto in questo settore e riteniamo che l’atomo sarà una delle fonti energetiche del futuro, soprattutto se vogliamo abbattere le emissioni inquinanti. Ci stiamo preparando a espandere la nostra capacità produttiva per centrali nucleari e impianti», dichiara Massimo Resta.

«Oggi la produzione di energia nucleare industriale avvieneper fissione, ma il futuro potrebbe essere la fusione: noi ci stiamo attrezzando per esserci»

A fargli eco è Ballerini: «Il lavoro che abbiamo svolto in Inghilterra è collegato al nucleare tradizionale - quello a fissione - l’unico realizzabile con le tecnologie attualmente sul mercato. Ci sono però importanti sviluppi relativi alla fusione, a livello di ricerca e di prototipi. Oggi la produzione di energia nucleare industriale avvieneper fissione, ma il futuro potrebbe essere la fusione: noi ci stiamo attrezzando per esserci».

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