Nuovi ipermercati, si pensa a regole più rigide

COMMERCIO. Regione Lombardia ridisegna il sistema della grande distribuzione nel segno della sostenibilità. L’assessore Guidesi: favorite le riqualificazioni, rafforzate le garanzie occupazionali, sostegni per i piccoli negozi.

Regione Lombardia ridisegna il sistema della grande distribuzione nel segno della sostenibilità e della tutela dei piccoli negozi di vicinato. «L’ultimo provvedimento sul settore risale al 2023, anche a fronte dei grandi cambiamenti sopraggiunti in questi anni nel commercio, un aggiornamento delle regole era necessario» spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi.

Le nuove direttive legate all’apertura o la modifica delle Grandi strutture di vendita (Gdv) sopra i 10mila mq, sono contenute nel nuovo Programma sviluppo del commercio approvato dal consiglio regionale. Tra le novità più importanti, l’introduzione di una distinzione tra centro commerciale tradizionale (quando si tratta di un unico edifico) o aggregato (in caso di più edifici limitrofi). Questo per mettere un freno alle aggregazioni di medie strutture di vendita - che prevedono iter autorizzativi più snelli, meno compensazioni economiche e mitigazioni ambientali - che alla fine diventano veri e propri centri commerciali. Come è avvenuto, per intenderci, a Curno, Dalmine e Grumello del Monte.

«Ragionando in un’ottica di sostenibilità, piuttosto che costruzioni ex novo viene incentivato l’insediamento delle nuove grandi strutture di vendita in immobili o aree riqualificabili che sul territorio certo non mancano» sottolinea Guidesi. «Oltretutto - aggiunge - intervenire sul recupero delle aree dismesse in molti casi ha anche una valenza di tipo sociale, non solo ambientale».

Sempre in quest’ottica il Piano prevede premialità aggiuntive per i casi di ampliamento della superficie di vendita (all’interno dell’edificio o su area dismessa) fino a 1500 mq a fronte di specifici interventi di miglioramento dell’efficientamento energetico. Possibile salire fino a 2.500 mq ma a fronte di interventi che prevedano anche la creazione di specifici spazi dedicati a servizi utili alla persona (poste, centri diagnostici, banche, lavanderie, ecc..). Bonus anche se nel progetto è inserito l’uso di mezzi elettrici, a metano, a Gpl e l’installazione di colonnine elettriche.

Il nuovo regolamento

Il nuovo regolamento interviene anche sugli effetti della presenza di un ipermercato su un’area molto più vasta rispetto al solo comune dove è stato costruito. «Sappiamo benissimo, ad esempio, quanto possa cambiare la viabilità intorno a una grande area commerciale - spiega l’assessore - per questo il nuovo regolamento prevede un maggior coinvolgimento dei cosiddetti Comuni d’area vasta, in particolare di quelli di seconda corona che nei casi di strutture superiori a 20.000 mq ne subiscono gli impatti negativi». A questo proposito sarà possibile stipulare specifici accordi preliminari anche nel corso dei lavori della conferenza di servizi. Inoltre, anche per i comuni di seconda corona si prevede l’erogazione di una quota delle risorse di sostenibilità socio economica per compensare gli effetti sul piccolo commercio.

«Abbiamo voluto rafforzare anche le garanzie per quanto riguarda l’occupazione - spiega Guidesi - estendendo le fidejussoni a carico dell’operatore, introducendo i nuovi parametri di valutazione delle assunzioni: oltre ad intervenire sul numero complessivo viene richiesta anche la suddivisione in addetti a tempo determinato e indeterminato, con specifica del numero dei giovani di età inferiore a 30 anni, delle donne e dei diversamente abili».

Maggiori compensazioni

Per cercare di limitare l’impatto sul piccolo commercio, nel nuovo, aumentate le «compensazioni» economiche (dal 15% al 25% di 200 euro/mq ecc.) previste nel precedente Piano. Risorse che continueranno ad essere messe a disposizioni dei Distretto del commercio della zona su cui insiste il supermercato o delle associazioni di categoria. In genere questo soldi vengono utilizzati per l’abbellimento del vie del paese per rendere più attrattivo lo shopping. Aggiornati i parametri relativi alla valorizzazione delle produzioni locali e made in Italy introducendo la previsione di accordi/intese con consorzi di produttori, dell’artigianato, dei distretti produttivi e di quelli del commercio e della produzione enogastronomica locale/regionale. Lavoro finito? «No, assolutamente - assicura l’assessore Guidesi - È nostra intenzione procedere alla regolamentazione anche della media distribuzione che negli ultimi anni ha registrato un vero e proprio boom».

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