Novem a rischio chiusura, ancora due giorni di sciopero
Contro la chiusura dell’azienda. Altre due mobilitazioni il 25 e il 27 settembre
Bergamo, mercoledì 20 settembre 2023.
Dopo la prima mobilitazione di lunedì scorso, in queste ore fra i lavoratori della Novem Car Interior Design di Bagnatica va definendosi il calendario dei prossimi scioperi e delle iniziative contro la chiusura dell’azienda, annunciata per fine anno. A perdere il posto saranno tutti i 97 dipendenti in organico.
I delegati delle Rappresentanze Sindacali Unitarie di Fillea-Cgil e Filca-Cisl hanno proclamato un nuovo sciopero per giovedì 21 settembre, nelle prime quattro ore di ciascun turno, con un presidio dalle 7.30 alle 10 e dalle 14 alle 16 all’ingresso principale di via delle Groane 10 a Bagnatica.
Poi una terza astensione dal lavoro è prevista per lunedì 25 settembre, sempre di quattro ore, con i cancelli dell’azienda presidiati nei medesimi orari. Come già annunciato, mercoledì 27, giorno del nuovo confronto con la direzione, lo sciopero sarà invece di 8 ore con presidio dalle 7.30 in poi a sostegno della trattativa.
«Nel confronto che riprenderà il 27 settembre torneremo a chiedere che si ricorra a un periodo di ammortizzazione sociale, per attutire quanto possibile l’impatto della chiusura e per accompagnare i lavoratori nella ricerca di una nuova occupazione» hanno dichiarato Luciana Fratus della Fillea Cgil e Massimo Lamera di Filca Cisl di Bergamo. «Insisteremo sulla cassa integrazione, a proposito della quale la direzione di Novem ha mostrato forte resistenza nell’incontro di lunedì scorso. Chiediamo anche un piano di ricollocazione contestuale all’ammortizzatore, che aiuti soprattutto i più fragili. Poi un incentivo all’esodo dignitoso, da rimodulare in base all’anzianità dei lavoratori. Riteniamo la proposta economica avanzata dall’azienda non accettabile, senza il supporto della cassa integrazione. Nel frattempo, abbiamo informato dei dettagli della vertenza sia i consiglieri regionali che i parlamentari bergamaschi per tenere alta l’attenzione e per analizzare tutte le vie possibili da percorrere per attutire l’impatto occupazionale della crisi» concludono Fratus e Lamera.
L’intenzione di chiudere l’azienda è stata comunicata al sindacato giovedì 14 settembre. La progressiva diminuzione del numero dei dipendenti è in corso però già da diversi anni: al gennaio del 2021 risale l’annuncio del taglio di circa 60 posti di lavoro, esuberi che vennero poi notevolmente ridotti e legati a mobilità volontaria incentivata dopo lo svolgimento di una serie di scioperi. Il taglio era seguito al trasferimento di alcune linee produttive e processi (carteggio-legno, lucidatura, verniciatura, fresatura e iniezione PUR) nello stabilimento di Žalec in Slovenia. Dopo quella fase, in provincia di Bergamo erano rimasti solo i reparti di assemblaggio e spedizione. Ancora prima, nel 2020, alcuni esuberi erano ugualmente stati gestiti con esodo volontario e cassa integrazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA