Economia / Bergamo Città
Martedì 11 Luglio 2023
Mutui alle stelle. Ma allungare la rata non è indolore
CREDITO. Banche prudenti rispetto all’invito del governo a rivedere i tempi di rimborso dei finanziamenti privati. Oltre ai costi si rischia di finire tra i clienti «attenzionati».
I mutui a tasso variabile stanno subendo un vero e proprio shock: si stima che i tassi siano aumentati finora del 70%. Un salasso che molte famiglie hanno difficoltà a reggere. Ecco allora che le banche raccolgono l’invito del governo ad esaminare soluzioni, tra cui l’allungamento della durata di questi mutui, per alleviare il peso della rata corrente. La crescita dei tassi variabili, determinata dal rialzo del costo del denaro disposto dalla Bce (a luglio è previsto un nuovo aumento), fortunatamente riguarda una quota minoritaria dei mutui in essere poiché due terzi dello stock sono a tasso fisso e molti a tasso variabile hanno il cap (limite massimo all’aumento del tasso). Ciò non toglie che secondo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, «oltre un milione di famiglie sia in difficoltà con il mutuo».
Si può allungare il mutuo? E conviene?
Alcune banche già si sono mosse per evitare che i clienti più esposti ai rialzi dei tassi andassero in sofferenza come dichiara Roberto Ottoboni, presidente di Bcc Oglio e Serio e membro del Cda di Iccrea il gruppo bancario cui aderiscono le banche di credito cooperative orobiche: «Il nostro gruppo non si è ancora pronunciato su questa sollecitazione ma le singole banche già da tempo sono sensibili a questo tema. Come Bcc Oglio e Serio dall’inizio anno abbiamo già ristrutturato 100 mutui, non abbiamo quindi registrato sofferenze ma proprio perché stiamo cercando di evitarle andando incontro al cliente prima che sia troppo tardi. Del resto, ci mancherebbe che una Bcc, banca del territorio per eccellenza, non fosse pronta ad ascoltare le esigenze del cliente e aiutarlo a superare le temporanee difficoltà, con beneficio sia per il cliente che per la banca, che diversamente potrebbe subire un credito deteriorato o anche una eventuale surroga».
«Ritengo - aggiunge - che l’allungamento della durata del mutuo applicato meccanicamente a tutti non sia una soluzione valida perché non tiene in considerazione diversi parametri (quali per esempio da quanto è attivo il mutuo, l’età del mutuatario, i costi di rinegoziazione) che possono incidere in misura tale da non rendere conveniente una maggiore durata. La soluzione migliore è ascoltare il cliente per trovare la soluzione più vantaggiosa che potrebbe essere diversa dalla maggiore durata del mutuo».
La convenienza dell’allungamento del piano di rimborso, infatti, dipende da molti fattori, a cominciare dagli anni che mancano al termine del proprio finanziamento. Allungare il mutuo non è una operazione a costo zero perché aumenta, complessivamente, la quota di interessi da pagare alle banche. I possibili svantaggi non si fermano qui. Infatti, per il cliente esisterebbe un potenziale rischio, se la ristrutturazione del suo mutuo eccedesse determinati parametri, di venire «attenzionato» come debitore a rischio potenziale sul quale si accendono spie che a livello di normativa impongono particolari controlli sulla solvibilità del cliente. Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo che tra i primi si è dichiarato favorevole ad attuare la misura, sottolinea questo aspetto: «il problema non riguarda le banche ma le regole che le banche devono rispettare che dicono che quando il prestito viene ristrutturato se la variazione supera l’1% il prestito va considerato deteriorato». Ciò costituisce un problema per il cliente, che diminuirebbe il proprio rating bancario (affidabilità bancaria, ndr), ma anche per la banca che dovrebbe affrontare nuovi accantonamenti a fronte di questi nuovi crediti «a rischio». Quindi, anche per le banche ci sarebbero risvolti negativi sull’applicazione pari pari di tale misura, derivanti dai limiti imposti dalla vigilanza e dalle norme europee.
A causa dell’incertezza del quadro normativo di riferimento Bper - pur già impegnata da tempo con la propria clientela a trovare soluzioni per alleviare il peso crescente delle rate a tasso variabile - non assume, ad oggi, posizioni ufficiali in attesa dell’evolversi della situazione, ancora troppo «fluida».
Anche Banco Bpm si muove con prudenza: «Ci siamo organizzati, sin dall’inizio della fase di incremento dell’Euribor, per fornire soluzioni di mutuo coerenti con l’andamento dei tassi, come il tasso variabile con cap. Inoltre, abbiamo già iniziato a sensibiliz zare la clientela sulla possibilità di allungare la scadenza del mutuo al fine di contenere l’importo della rata, all’interno del quadro normativo stabilito dalla Bce in materia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA