Metalmeccanici in sciopero, i dati della partecipazione in Bergamasca

I NUMERI. Andrea Agazzi (Cgil): «La partecipazione conferma la centralità del contratto nazionale come strumento di tutela delle condizioni economiche e di lavoro».

La Cgil comunica i primi dati sull’adesione allo sciopero dei metalmeccanici proclamato da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil per la giornata di mercoledì 11 dicembre, dopo che il 12 novembre scorso si erano interrotte le trattative per il rinnovo del contratto nazionale. Un’astensione dal lavoro di quattro ore, alla fine di ciascun turno, dopo quasi quattro settimane di blocco dello straordinario e delle flessibilità e dopo la mobilitazione nazionale del 29 novembre.

Le percentuali di adesione sono «molto rilevanti», spiega Andrea Agazzi, segretario provinciale di categoria della Cgil. «La partecipazione conferma la centralità del contratto nazionale come strumento di tutela delle condizioni economiche e di lavoro».

Sciopero della metalmeccanica, i dati della partecipazione

Di seguito i dati (aggiornati al primo pomeriggio di mercoledì 11 dicembre) della partecipazione allo sciopero in Bergamasca, nei turni che potevano scioperare e solo per quanto riguarda la produzione.

Tenaris-Dalmine: oltre 85%, linee ferme
Brembo di Curno: reparto montaggio 70%
Abb di Dalmine: 80%
Exide di Romano di Lombardia: 80%
Evoca di Valbrembo: 75%
Somaschini di Trescore: 90%
Itema di Colzate: 90%
Mazzucconi di Ponte San Pietro: 70%
Schneider di Stezzano: reparti basse e media tensione 75%
Altub di Cividate: produzione ferma, 90%
Gildemeister di Brembate di Sopra: 90%
Rono di Locate: oltre il 90%
Bianchi Vending di Verdellino: 80%
Officine Vittorio Villa di Castel Rozzone: 70%

«La controproposta di Federmeccanica-Assistal di fatto ignora la piattaforma votata dai lavoratori e presentata al tavolo. Bisogna ripartire dalle proposte votate da chi, nelle fabbriche di tutto il paese, ci lavora. Dopo la pandemia, i profitti del comparto metalmeccanico sono stati da record, ma solo in misura limitata reinvestiti nelle aziende», prosegue Andrea Agazzi.

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