Mercato auto, effetto coronavirus
Vendite giù, mancano i componenti

Parte molto male il mercato dell’auto a gennaio nella Bergamasca: -16,3% il calo delle immatricolazioni rispetto al -5,9% il dato nazionale. Dalle 3.124 vetture targate nel gennaio 2019 si è scesi alle 2.614 unità di quest’anno.

«Purtroppo è questo il vero valore del mercato dell’auto – spiega Loreno Epis, presidente Autosalonisti Ascom e titolare dell’omonimo salone auto di Scanzo -: a dicembre si è abdati forte ma a gennaio le “cartucce” erano finite, specie con le km zero. E se il dato 2019 venisse depurato delle autoimmatricolazioni, già l’anno scorso il mercato nazionale avrebbe registrato un -10%».

«Attenzione, non è in difficoltà solo il nostro Paese – aggiunge Epis -; in Germania sono più fermi che da noi. Ma questa è la fotografia della realtà. E le Case stanno spingendo forte con la pubblicità anche per promuovere ibride plug-in (auto dotate di motore termico abbinato a un propulsore elettrico, ndr). Coi fermi al traffico disposti dalle amministrazioni, la gente guarda con più attenzione a elettriche e ibride». Certo, i segnali che arrivano da alcune città (Roma aveva disposto il blocco anche delle Euro 6 diesel) disorientano gli automobilisti e gettano ulteriori incertezze sul mercato. Diventa difficile per la clientela scegliere, e per Case automobilistiche e concessionarie programmare con serietà.

Cercasi interventi strutturali

«Abbiano bisogno di un intervento strutturale a livello nazionale per sostenere il mercato – sottolinea il presidente Autosalonisti Ascom –: come avviene nel settore delle costruzioni, con incentivi fiscali sia per le vendite del nuovo, sia per l’usato». Sul calo delle vendite Epis aggiunge: «Probabilmente anche il problema coronavirus ha il suo peso. Molte fabbriche hanno fermato la produzione, per cui diverse concessionarie hanno incontrato difficoltà a consegnare le auto per mancanza di modelli. Non solo auto dell’Estremo Oriente, ma anche europee, perché anche le nostre utilizzano componentistica cinese. Per cui tante consegne sono slittate».

«Il mercato è partito solo dopo le feste di gennaio – ricorda Paolo Ghinzani del direttivo Concessionari Ascom e direttore di Ghinzani Group – ed è stato dominato dall’incertezza. La clientela è disorientata e si trova in difficoltà nella scelta sul tipo di auto da acquistare. L’elettrico sta prendendo piede, grazie anche agli incentivi e alla presentazione sul mercato di nuovi modelli, più piacevoli. Anche le ibride continuano a crescere».

«A livello nazionale – prosegue Ghinzani – il mercato ha sofferto, sul piano delle immatricolazioni, nel settore dei privati (-14%) e delle società (-4,5%). Sono state immatricolate anche meno km zero. Hanno tamponato la flessione i noleggi, che hanno visto incrementare la quota di auto targate del 18,65%». E l’immediato futuro non sembra roseo. «Credo che febbraio si svilupperà sulla stessa falsariga – osserva Ghinzani – col pubblico che aspetta ibride ed elettriche a prezzi più bassi. Molto dipenderà anche dai blocchi del traffico, che potrebbero favorire un cambio auto».

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