Mercati in Bergamasca, la denuncia: nome ingannevole

LA PRESA DI DISTANZA. Mercato da Forte dei Marmi a Schilpario, Rovetta e Carona. Antonio Caffi, presidente Anva Confesercenti Bergamo: «Nome ingannevole, l’unico vero evento è quello che si svolge nella cittadina toscana». Cesare Rossi, vicedirettore di Confesercenti Bergamo: «Iniziative che danneggiano i mercati locali settimanali, oltre che confondere i consumatori».

In relazione agli eventi in programma venerdì 18 agosto a Carona, sabato 19 agosto a Schilpario e domenica 20 agosto a Rovetta dal titolo «Mercato da Forte dei Marmi – Non il solito mercato», Anva, associazione che riunisce e tutela le imprese del commercio su aree pubbliche di Confesercenti, prende le distanze.

«Vogliamo segnalare il messaggio doppiamente scorretto delle locandine utilizzate – afferma il presidente di Anva Bergamo, Antonio Caffi – in primo luogo perché utilizzano il marchio “Mercato da Forte dei Marmi” senza avere nessun titolo. Lo testimonia la dichiarazione del sindaco del Comune di Forte dei Marmi, Bruno Murzi, che da mesi denuncia: «L’unico Mercato del Forte è quello che si svolge a Forte dei Marmi. Tutto quello che viene portato fuori con il brand del Mercato del Forte non è mai stato da noi riconosciuto come tale e continueremo in questa direzione. Oltre a ciò, nel pubblicizzare l’iniziativa, usando l’espressione “Non il solito mercato”, si va a screditare la categoria degli ambulanti, con il chiaro scopo di volersi porre in una posizione sopravvalutata solo mediante una loro affermazione».

«Danno per i mercati locali»

Cesare Rossi, vicedirettore di Confesercenti Bergamo spiega: «Da tempo ci stiamo battendo contro queste iniziative che dal nostro punto di vista sono ingannevoli, informando le amministrazioni comunali che, a insaputa di queste situazioni, le ospitano. Precisiamo che dal punto di vista normativo, sono lecite, ma la comunicazione è a nostro giudizio mendace. Lo dimostra, ad esempio, che il vero mercato dei Forte dei Marmi si tiene la domenica, come può essere nello stesso tempo anche nelle nostre valli? Inoltre, i prodotti proposti sono spesso generici, in gran parte non di produzione tipica della regione Toscana. Infine, non si tratta di iniziative sporadiche, non parliamo solo di Carona, Schilpario e Rovetta. A queste tre tappe se ne aggiungono altre, come quelle di Ardesio e di San Pellegrino delle scorse settimane, a cui sicuramente se ne aggiungono altre e che, nel complesso, in qualche modo stanno colonizzando la provincia. A nostro parere, sono eventi che vanno a discapito dei mercati locali, che si svolgono tutte le settimane e che rappresentano un reale servizio continuativo per il territorio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA