Economia / Bergamo Città
Venerdì 01 Novembre 2024
«Meccanici, pronti allo sciopero senza le aperture sul contratto»
LO STATO DELLA TRATTATIVA. Al prossimo incontro possibile rottura del tavolo con Federmeccanica.
Se, come è probabile, il prossimo incontro tra le parti si terrà nella settimana compresa tra l’11 e il 17 novembre, e se, come sembra altrettanto probabile, in quell’occasione non ci dovessero essere passi avanti nella trattativa sul rinnovo del contratto nazionale, Fim, Fiom e Uilm imboccheranno la strada dello sciopero. Possibile perché a metà novembre termina il periodo di moratoria sulle iniziative di protesta.
«Qualora non ci fossero miglioramenti rispetto alla proposta di Federmeccanica e Assistal presentata nell’incontro del 10 ottobre, si determinerebbe una rottura che porterebbe inevitabilmente allo sciopero del settore metalmeccanico», afferma il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, a Bergamo in occasione del direttivo provinciale incentrato proprio sul contratto.
Le tensioni economiche
Diciamo che i motivi di malcontento - lato sindacale - non mancano e in testa c’è l’aspetto economico. Come spiega Uliano, «a fronte della nostra richiesta di un aumento salariale di 280 euro mensili in tre anni, la risposta di Federmeccanica è stata quella di non fare riferimento ad alcuna cifra, ma di posticipare di sei mesi l’erogazione salariale qualora si determinasse uno scostamento dell’inflazione dell’1%». «Come se - ironizza Uliano - gli scostamenti inflattivi fossero colpa dei lavoratori».
«Qualora non ci fossero miglioramenti rispetto alla proposta di Federmeccanica e Assistal presentata nell’incontro del 10 ottobre, si determinerebbe una rottura che porterebbe inevitabilmente allo sciopero del settore metalmeccanico»
Problemi normativi
Non va meglio la discussione sulla parte normativa. Tanto per dirne una, «riguardo la stabilizzazione dei precari, noi abbiamo chiesto di definire la percentuale massima di ricorso ai contratti a termine e in somministrazione e la loro durata massima» e per tutta risposta la controparte «propone di mettere a disposizione un voucher formativo per chi non viene stabilizzato».
Tagli al settore dell’automotive
C’è un tema, poi, più ampio che è quello che riguarda la situazione complessiva del settore e il taglio (dell’80%) deciso dal governo al fondo per l’automotive. «Il fondo è stato costituito dal governo Draghi: 8,7 miliardi in otto anni per interventi su infrastrutture, incentivi per l’acquisto di autoveicoli e il rafforzamento della filiera della componentistica». E già quegli 8,7 miliardi «li abbiamo sempre giudicati insufficienti, perché bastavano a malapena per gli incentivi (ora ne sono rimasti 4,6%, ndr)».
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