Meccanici, novità nel contratto: aumento di oltre 80 euro

DA GIUGNO. Nel contratto nazionale inserita per la prima volta una clausola di garanzia legata all’inflazione. L’incremento doveva essere di 27 euro. I sindacati: «Così si compensa il costo della vita più elevato».

L’anno nero dei metalmeccanici è stato il 2017, quando il contratto nazionale ha portato in busta paga un aumento medio di 1,77 euro lordi al mese. Suppergiù l’equivalente di un cappuccino al bar. Da lì in avanti gli aumenti per le tute blu sono stati tutti a doppia cifra, ma quello che potrebbe scattare a giugno di quest’anno li batte tutti, perché andrebbe a superare gli 80 euro mensili.

Il meccanismo utilizzato per calcolare gli aumenti contrattuali è l’Ipca, l’Indice dei prezzi al consumo armonizzato, al netto dei beni energetici importati. La previsione relativa al 2022 è di un Ipca al 4,7% e se fosse confermata dall’Istat, ai metalmeccanici verrebbe applicata la clausola di garanzia inserita per la prima volta nel contratto nazionale rinnovato a febbraio 2021. E, «nel caso in cui l’importo relativo all’adeguamento Ipca risultasse superiore agli importi degli incrementi retributivi complessivi di riferimento per ogni singolo anno», «i minimi tabellari saranno adeguati all’importo risultante». Una sorta di conguaglio a beneficio dei lavoratori.

Dal primo giugno

Dal primo giugno di quest’anno, l’incremento standard previsto è di 27 euro, ma con l’applicazione della clausola di garanzia andrebbe a superare gli 80 euro. E nella nostra provincia, i lavoratori interessati sono più di 50 mila. Le parti firmatarie del Ccnl - Federmeccanica e Assistal insieme a Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm - si incontreranno entro i primi di giugno per definire la quota, che ha decorrenza dal 1 giugno 2023 al 1 giugno 2024.

Il contratto dei metalmeccanici prevede quattro aumenti, riferiti a un ex quinto livello, oggi C3: da giugno 2021 e da giugno 2022, 25 euro; da giugno 2023, 27 euro e da giugno 2024, 35 euro. Mentre andando indietro negli anni, nel 2018 l’aumento mensile ricevuto in busta paga è stato di 15,99 euro; nel 2019 di 14,34 euro; nel 2020 di 12,65 euro; nel 2021 doveva essere di 9,10 euro, portati a 25 e nel 2022 doveva essere di 14,76 euro, portati a 25.

Il bergamasco Mirco Rota della Fiom nazionale ci tiene a sottolineare come quello dei metalmeccanici sia «l’unico contratto nazionale che prevede l’adeguamento automatico dei minimi contrattuali in caso di Ipca superiore a quanto ipotizzato». «Naturalmente - aggiunge il sindacalista - non recuperando appieno l’aumento del costo della vita, nel prossimo contratto andranno individuati meccanismi di miglioramento degli incrementi contrattuali in base all’inflazione».

Il contratto

L’attuale Ccnl scade il 30 giugno 2024 ed è plausibile che all’inizio dell’anno prossimo sarà presentata la piattaforma sindacale per il suo rinnovo. Ferdinando Uliano, segretario della Fim nazionale con delega alla contrattazione e all’automotive, sottolinea: «A giugno ci sarà questo aumento salariale, che compensa l’incremento inflattivo durante la vigenza del contratto. È chiaro, però, che nella piattaforma di rinnovo chiederemo il recupero anche dei quattro punti di inflazione generata da quella degli energetici importati». E «ogni punto - precisa Uliano - vale circa 18,67 euro al mese». Il segretario della Fim ricorda che «nel recente contratto collettivo specifico di lavoro di Stellantis (che unisce primo e secondo livello, ndr) i soli minimi salariali sono stati incrementati dell’11,3% nell’arco di 10 mesi, pari a 207 euro (i primi 119 corrisposti a marzo 2023 e 87,80 a gennaio 2024), recuperando così completamente l’inflazione anche con gli energetici».

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