Lotta all’inflazione, bonus per 600mila bergamaschi. «Ma servono anche interventi strutturali»

Il decreto aiuti Il contributo una tantum da 200 euro porterà in Bergamasca entro l’estate circa 120 milioni di euro. Le associazioni dei consumatori pongono però l’accento sulla necessità di scelte destinate a durare nel tempo.

Seicentomila bergamaschi, cioè più della metà della popolazione. Il bonus «anti-inflazione» annunciato dal governo dovrebbe avere un buon bacino d’utenza, in terra orobica: è quanto si può stimare incrociando i dati delle dichiarazioni dei redditi con i requisiti indicati dal premier Mario Draghi. Concretamente, infatti, entro l’estate – sicuramente a luglio per i pensionati, e forse anche prima per i lavoratori dipendenti – arriveranno 200 euro una tantum per chi guadagna meno di 35mila euro l’anno. Per capire quanti siano i beneficiari in Bergamasca, il punto di partenza sono i dati da poco pubblicati dal ministero dell’Economia sui redditi dichiarati nel 2021.

Erano 183.997 i contribuenti orobici con reddito inferiore ai 10mila euro, a cui si aggiungevano 95.103 cittadini con guadagni tra i 10mila e i 15mila e altri 276.035 con entrate tra i 15mila e i 26mila euro annui: fanno 555mila persone, a cui sommare una fetta della platea di 190.408 bergamaschi con un reddito che oscillava tra i 26mila e i 55mila euro annui; in proporzione, in quella fascia potrebbero esserci circa 50.000 cittadini con un reddito tra i 26mila e i 35mila euro, così da portare il totale dei beneficiari del bonus appunto a circa 600mila persone in provincia di Bergamo. Per la Bergamasca, dunque, il bonus vale complessivamente 120 milioni di euro.

Le altre misure

Nel pacchetto illustrato dal premier Draghi – dal valore complessivo di 14 miliardi di euro – c’erano anche altri interventi di cui si dovrebbero leggere gli effetti anche su scala locale. Fino all’8 luglio sarà prorogato il taglio delle accise su benzina, diesel e gpl che decurta il prezzo di 25 centesimi il prezzo dei carburanti (sarebbero 30 centesimi includendo l’Iva), con l’aggiunta di un intervento specifico anche sul metano.

C’è poi un «fondo ristori» da 200 milioni dedicato alle piccole e medie imprese, con un contributo massimo di 400mila euro per ciascuna azienda: non sono fondi a pioggia ma dedicati a chi rispetta specifici requisiti

C’è poi un «fondo ristori» da 200 milioni dedicato alle piccole e medie imprese, con un contributo massimo di 400mila euro per ciascuna azienda: non sono fondi a pioggia ma dedicati a chi rispetta tre specifici requisiti, e cioè aver realizzato negli ultimi due anni delle operazioni commerciali con Ucraina, Russia e Bielorussia pari almeno al 20% del fatturato aziendale, aver subito nell’ultimo trimestre un incremento di almeno il 30% del costo di acquisto medio per materie prime e dei semilavorati (rispetto allo stesso periodo del 2019) e aver registrato nell’ultimo trimestre un calo del fatturato di almeno il 30% (sempre rispetto allo stesso periodo del 2019); complicatissimo, in questo caso, calcolare l’eventuale platea delle aziende bergamasche interessate dal provvedimento.

È poi esteso anche al terzo trimestre di quest’anno – e diventa pure retroattivo – il «bonus sociale», cioè lo sconto in bolletta per le famiglie più svantaggiate: al bonus – che sarà rideterminato dall’Arera con apposita delibera – possono accedere i nuclei familiari con Isee non superiore ai 12mila euro (secondo una stima dei Caf, nel 2020 il 45% delle famiglie bergamasche aveva Isee inferiore a quella soglia) o quelle con quattro figli a carico e Isee non superiore ai 20mila euro.

«Meglio interventi strutturali»

Sul bonus da 200 euro, l’accoglienza delle associazioni dei consumatori è tuttavia tiepida. «Può essere sicuramente positivo – premette Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -, ma la questione non si risolve a suon di bonus. Il problema di fondo è quello della speculazione, ed è lì che bisogna intervenire: sull’energia e sui carburanti c’è chi sta speculando da tempo, occorre fare delle verifiche sulla catena dei prezzi. Servirebbero scelte più lungimiranti o interventi strutturali».

«Se fossero introdotti degli interventi più strutturati, magari potenziando gli strumenti su accise o bollette, allora sì che si avrebbe la percezione di una misura più strettamente legata alla criticità di questa crisi economica ed energetica»

Per Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo, «il bonus sembra più che altro un intervento-spot. Sia chiaro, ogni aiuto è importante, ma i provvedimenti una tantum lasciano spesso a desiderare: danno un breve respiro, ma non cambiano le cose. L’estensione del bonus sociale per le famiglie con Isee basso è invece più interessante, vedremo gli sviluppi. Il tema della speculazione però resta: una nostra stima nazionale indica che il prezzo della benzina è ancora di 11 centesimi superiore a quello che dovrebbe essere, mentre per il diesel siamo a 25 centesimi oltre. Psicologicamente, chi si ritrova questo bonus da 200 euro lo spenderà nella prima maniera utile: se fossero introdotti degli interventi più strutturati, magari potenziando gli strumenti su accise o bollette, allora sì che si avrebbe la percezione di una misura più strettamente legata alla criticità di questa crisi economica ed energetica».

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