Lo «specchio» della Cospal di Ambivere per il razzo spaziale Ariane 6

AEROSPAZIALE. L’azienda orobica ha realizzato il riflettore dell’antenna posizionata in Australia che ha agganciato il segnale del razzo partito il 9 luglio. Rota Martir: commesse anche per il Programma Artemis.

«Ariane 6, segnale acquisito dalla stazione di terra Esa a New Norcia, in Australia!» Così i social dell’Agenzia Spaziale Europea hanno raccontato le prime fasi del lancio che pochi giorni fa ha riportato l’Europa al centro dell’attenzione delle missioni spaziali, celebrando al contempo una peculiarità tutta bergamasca. Il riflettore dell’antenna che ha agganciato il segnale del razzo Ariane 6, partito lo scorso 9 luglio dalla Guyana Francese, infatti, è stato realizzato ad Ambivere dalla Cospal (acronimo di Costruzioni speciali in alluminio).

«Seppur piccola quest’antenna è estremamente sofisticata e ha richiesto più di tre anni di test di validazione, condotti sia da noi in sede che presso ESA a Damstrad in Germania, prima di partire per l’Australia» spiega l’a.d. Loris Rota Martir, che aggiunge: «In totale è stata smontata e rimontata quattro volte, un’operazione che è stata possibile solo grazie al nostro sistema di auto-allineamento».

Quello di cui parla Rota Martir è una caratteristica unica della realtà che guida dal 2009 e che da più di sette anni vanta commesse dirette con le agenzie spaziali mondiali, Nasa compresa. «Il cliente può montare tutta l’antenna e nello specifico gli elementi del riflettore, seguendo una sequenza di operazioni che, se realizzata correttamente permette di evitare di dover eseguire l’allineamento finale, risparmiando moltissimo tempo - spiega Rota Martir, - Siamo gli unici al mondo a garantire questa possibilità». L’antenna in questione funziona a più bande di frequenza e, nello specifico, martedì scorso è stata utilizzata per tracciare il viaggio terrestre di Ariane 6, correggendone la rotta da remoto in base alle indicazioni fornite.

L'amministratore delegato di Cospal spiega: «Immaginate di avere un’antenna in Australia e un lanciatore in Brasile, lei riesce a intercettarlo e localizzarlo con una precisione altissima». Non solo, queste antenne così piccole e accurate sono utilizzate anche per il tracciamento delle sonde impegnate nelle missioni di perlustrazione spaziale, come aggiunge Rota Martir: «Scaglionano ampie aree per intercettare il segnale del satellite che poi viene agganciato e seguito da antenne molto più grandi, anche di 35 metri, le stesse a cui abbiamo lavorato per seguire le sonde lanciate all’esplorazione di Marte».

Grazie alla qualità del suo lavoro l’azienda dell’Isola bergamasca, che mantiene la sede ad Ambivere e uno stabilimento produttivo a Presezzo, si è recentemente assicurata altre commesse legate al Programma Artemis che, entro il 2026, mira a fa sbarcare «la prima donna e il prossimo uomo« sulla Luna. «In questo caso si tratta di sei antenne - conferma il ceo, - di circa 20 metri di diametro e con una potenza di trasmissione e ricezione non indifferenti, ma ne serviranno almeno 15 in tutto il mondo». I tempi di consegna per questa nuova commessa sono stringenti: «Entro fine anno dovremo terminare i primi componenti - conferma Rota Martir, che aggiunge - se pensiamo a quando avverrà il prossimo sbarco sulla Luna dobbiamo immaginarci una trasmissione che sarà ripresa e diffusa live in ogni dettaglio».

Obiettivi importanti che richiederanno ancora mesi di lavorazione ma che, al contempo, sottolineano il buono stato di salute dell’azienda bergamasca che è arrivata a contare 38 dipendenti. «In tre anni abbiamo triplicato il fatturato, superando i 10 milioni di euro nel 2023, mentre già oggi abbiamo in casa ordini per 12 milioni di euro - conferma il ceo. - Contemporaneamente abbiamo raddoppiato i dipendenti, tutti molto giovani e preparati».

I primi lavori negli anni Ottanta

La radaristica italiana si riconferma dunque all’avanguardia per le esigenze delle missioni spaziali internazionali, premiando un’intuizione che la Cospal ebbe con il suo fondatore, Giambattista Rota Martin che, all’inizio degli anni Ottanta, accettò la sfida di realizzare un’antenna di 32 metri di diametro per la stazione di Matera dell’Istituto di Radioastronomia del Cnr. A quella sono seguite la collaborazione con il Jet propulsion laboratory (Jpl) del California Institute of Technology, la partecipazione alla costruzione dei tre riflettori dal diametro di 70 metri per il tracciamento della sonda Voyager 2, le antenne per saltelli a orbita bassa, le forniture per la Nasa, la costruzione di due antenne collocate in Belgio dall’Agenzia spaziale europea e otto degli undici radiotelescopi usati per realizzare la fotografia del buco nero scattata nella primavera 2022.

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