L’iPhone come Pos, Apple irrompe sul mercato italiano

NON SERVE IL CANONE. Negli ultimi anni passi avanti da parte delle banche.

L’annosa questione italiana di quale sia il costo nel possedere la macchinetta Pos per pagare con le carte e di chi deve sostenerlo, viene oggi superata, almeno per chi possiede un iPhone, dall’ingresso nel nostro Paese del servizio di Apple «Tap to pay». Non è necessaria quindi la macchinetta fornita dalla banca o da un altro soggetto ma basta scaricare una app. Va detto che negli ultimi anni il costo del canone Pos applicato dalle banche, sia come somma iniziale sia come somma mensile, è sceso molto.

Il tema commissioni

Ora l’innovazione della Apple permette all’esercente o al professionista che possiede uno smartphone dell’azienda di Cupertino di utilizzarlo come un Pos, accettando carte di debito e pagamento risparmiandosi il noleggio della macchinetta «fisica». Mensilmente il costo del canone Pos ora si aggira fra i 6 e gli 8 euro, al netto di offerte commerciali specifiche che possono ulteriormente ridurlo. Un andamento che ha investito anche le commissioni per l’esercente (i cosiddetti costi di acquiring) che vanno dallo 0,8% in più. Queste si sono ridotte sia per la innovazione tecnologica sia per l’aumento della base clienti e infine anche per la pressione dei consumatori e delle Autortià di vigilanza e della politica, specie sui micropagamenti con l’istituzione anche di uno specifico «tavolo Pos» che riguardava appunto solo il tema commissioni.

La pandemia ha infatti accelerato in questi anni il mercato dei pagamenti digitali italiani a scapito del contante, permettendo di recuperare buona parte della distanza che lo sperava dagli altri paesi. Gli ultimi dati della Banca d’Italia riferiti al 2023 vedono l’aumento delle carte attive da 13.344 a 13.498 con un rialzo in misura maggiore, delle carte di debito che sono cresciute da 64.696 a 67.415. In aumento i Pos che salgono da 3.396.844 a 3.632.978.

L’offerta commerciale

Per l’osservatorio del Politecnico di Milano nel 2023 quasi 8 su 10 transazioni digitali in negozio vengono effettuate in modalità «tap & go» con carte fisiche contactless o con dispositivi dotati di tecnologia Nfc, che insieme raggiungono un valore di transato pari a 240 miliardi di euro.

Si vedrà quindi se l’ingresso di Apple cambierà il mercato o inciderà sull’offerta commerciale. Il tap to pay è già disponibile negli Usa e in Francia. Il servizio supporta le piattaforme Nexi, Revolut, SumUp e Stripe e accetta i principali circuiti di pagamento, come American Express, Discover Global Network, Diners, Mastercard e Visa.

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