«Lingua blu, misure preventive. Restrizioni solo in 47 Comuni»

LA NOTA ATS. Sorice (Dipartimento veterinario): per gli uomini non c’è pericolo. Nessun divieto di movimento degli animali nel resto del territorio bergamasco.

Sono 47, ad oggi, i Comuni bergamaschi interessati dal provvedimento di restrizione messo in campo da Ats Bergamo nei giorni scorsi per contrastare il diffondersi di focolai di «Blue tongue» (lingua blu). A renderlo noto, venerdì 30 agosto, proprio Ats, che ha specificato come questi siano quelli compresi in un raggio di 20 km dal focolaio confermato in un allevamento ovino in provincia di Lecco.

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Ecco i comuni interessati

La lista diramata comprende i comuni di Caprino Bergamasco, Cisano Bergamasco, Costa Valle Imagna, Pontida, Sant’Omobono Terme, Torre de’ Busi, Almenno San Bartolomeo, Almenno San Salvatore, Ambivere, Barzana, Bedulita, Berbenno, Blello, Brembate di Sopra, Brumano, Calusco d’Adda, Capizzone, Carvico, Corna Imagna, Fuipiano Valle Imagna, Locatello, Mapello, Medolago, Palazzago, Roncola, Rota d’Imagna, Solza, Sotto il Monte, Strozza, Suisio, Taleggio, Terno d’Isola, Ubiale Clanezzo, Vedeseta, Villa d’Adda, Almè, Bonate Sopra, Chignolo d’Isola, Paladina, Ponte San Pietro, Presezzo, San Pellegrino, Sedrina, Val Brembilla, Valbrembo, Villa d’Almè, Zogno.

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Gli allevatori che hanno animali alpeggiati nei Comuni elencati, come spiegato sempre da Ats, sono quindi sottoposti a restrizioni nella movimentazione di demonticazione (discesa dall’alpeggio). Restrizioni che però non valgono nei Comuni non compresi nell’elenco. In questo caso alpeggiatori che non hanno, ad oggi, alcuna restrizione per le movimentazioni degli animali e che pertanto potranno riportare a valle le bestie quando ne avranno la necessità.

La malattia

«La Blue Tongue – ricorda Antonio Sorice, direttore del Dipartimento veterinario dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo – è una malattia di origine virale trasmessa dai moscerini del genere Culicoides, che colpisce i ruminanti e non costituisce un pericolo per l’uomo, né attraverso contatto con gli animali o i loro prodotti». Nessun allarme, quindi, per gli esseri umani. «I sintomi negli ovini e caprini – continua – sono febbre, edema e colorazione bluastra della lingua (da cui il nome), difficoltà a deglutire, produzione scarsa di latte e, nei casi più gravi, morte. Spesso i bovini infetti non manifestano sintomi evidenti o presentano sintomi lievi, ma possono essere portatori del virus e contribuire alla diffusione della malattia. Le conseguenze sono perdite economiche dovute alla riduzione della produzione di latte, aborti, mortalità. E per gli allevatori restrizioni al movimento degli animali, costi per le misure di controllo e prevenzione, e potenziali perdite economiche. Per contrastare il diffondersi della malattia, è opportuno ridurre la popolazione di insetti vettori attraverso l’utilizzo di insetticidi e la bonifica delle zone umide».

Come si diffonde

Ats ha inoltre specificato che relativamente ai 60 giorni di durata delle misure di controllo da quando in un allevamento non sono più riscontrati ulteriori casi sospetti di Blue Tongue, questo lasso di tempo corrisponde alla tempistica prevista dalla normativa vigente, affinché in un allevamento con positività accertata vengano tolte le misure sanitarie applicate dal Dipartimento veterinario dell’Ats competente sul focolaio. «La malattia della lingua blu – conclude – rappresenta una seria minaccia per la salute degli animali e per l’economia degli allevamenti, soprattutto in zone con clima caldo e umido, favorevole alla proliferazione degli insetti vettori. Le misure sanitarie che sono state disposte sono finalizzate a tutelare il patrimonio zootecnico del nostro territorio e preservare l’economia agroalimentare della nostra provincia».

Ats è in ogni caso costantemente in contatto con il Servizio veterinario regionale che, in accordo con il ministero della Salute, darà indicazioni relativamente alle misure sanitarie da adottare affinché la demonticazione possa avvenire nella più totale sicurezza per la salute del patrimonio zootecnico bergamasco.

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