«Lingua blu», la Fiera di Sant’Alessandro senza bovini: «Tutela degli animali al primo posto»

LO STOP. La misura preventiva è stata decisa dalla Regione dopo la scoperta di casi di «Blue tongue» in Lombardia. Erano attesi 220 capi anche da altre province. Stop anche agli ovicaprini. Sono a rischio le manifestazioni nelle valli.

Stop ai capi bovini e ovicaprini in esposizione a fiere e mercati per evitare la diffusione della febbre catarrale degli ovini, conosciuta anche come «Blue tongue» (lingua blu). Massima allerta, quella decisa dalla anche dalla Regione Lombardia per evitare il diffondersi di focolai in Bergamasca, così come nelle province di Lecco, Como, Monza Brianza e Pavia. Tutto è partito da un contagio in un allevamento di Varzi, nel Pavese, mentre altri casi si sono registrati nel Lecchese.

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«Organizzeremo anche iniziative di informazione e formazione relativamente alla “Blue tongue”».

Prima a farne le spese, la storica Fiera di Sant’Alessandro a Bergamo, in programma dal 6 all’8 settembre. Martedì 27 agosto, infatti, Ats ha comunicato ufficialmente agli uffici di Promoberg, che organizza l’evento, «il divieto della partecipazione degli animali della specie bovina e ovi-caprina». Punto interrogativo anche sui prossimi appuntamenti settembrini a Valtorta, Serina e Branzi, ai quali si sommano le mostre zootecniche di ottobre previste a Dossena, Vilmaggiore, Taleggio e Camerata Cornello con la fiera della «reginette».

«Altre specie regolarmente esposte»

La direttiva sanitaria arrivata a ridosso dell’appuntamento fieristico tra i più popolari della Bergamasca sta costringendo gli organizzatori a un rapido cambio di programma. In via Lunga erano infatti attesi 220 capi bovini e ovicaprini che avrebbero animato gli spazi dei 15 espositori provenienti anche dalle province di Lecco e Cremona. «La fiera di Sant’Alessandro è composta da tanti elementi - spiega il direttore operativo di Promoberg, Carlo Conte - con eventi di richiamo e altre specie animali come equini, asini e colombi ornamentali, che saranno regolarmente esposti, così come è prevista la presenza di cani da lavoro utilizzati nel mondo agricolo e della pastorizia». «Organizzeremo anche iniziative di informazione e formazione relativamente alla “Blue tongue”, nell’interesse degli operatori tradizionalmente vicini alla Fiera di Sant’Alessandro, considerata un punto di riferimento per il settore primario».

L’allerta per il rapido diffondersi della malattia - che ha già interessato migliaia di capi in tutta Europa - resta alta. L’assessorato all’Agricoltura di Regione Lombardia, guidato da Alessandro Beduschi, ribadisce che «la decisione di non consentire l’esposizione alle fiere di specie sensibili segue un principio buon senso e rappresenta anche una misura precauzionale».

Informazioni agli operatori

«La “Blue tongue” non è una zoonosi e pertanto non infetta l’uomo. Latte e carne non presentano alcun rischio».

In campo ci sono anche le associazioni di categoria. «Stiamo monitorando la situazione informando tutti gli operatori della situazione in essere – afferma il direttore di Coldiretti Bergamo, Carlo Loffreda -. Tutti gli allevatori devono sottostare alle restrizioni, tenendo presente che il virus non è contagioso per l’uomo e si trasmette da animale ad animale tramite puntura di insetto. Latte e carne non presentano alcun rischio per i consumatori e siamo convinti che rispettando le restrizioni ne usciremo più forti di prima».

«Fortunatamente la “Blue tongue” non è una zoonosi e pertanto non infetta l’uomo. Non esiste alcun pericolo - ribadisce Francesco Tassetti, vicedirettore di Confagricoltura Bergamo -. In questi casi non c’è che attendere maggiori indicazioni da parte delle Ats e mettere in atto le loro prescrizioni».

La riunione in Val Serina

«La tutela degli animali è al primo posto, la salute viene prima di tutto». A rischio le fiere: mercoledì 28 agosto è previsto un incontro del Comitato delle manifestazioni agricole e zootecniche e dei Comuni della Val Serina per decidere il da farsi

Mercoledì 28 agosto è previsto un incontro del Comitato delle manifestazioni agricole e zootecniche e dei Comuni della Val Serina per decidere il da farsi. «Certo, a fronte della comunicazione della Regione difficile che si possano organizzare le fiere già programmate», dice il sindaco di Serina, Michele Villarboito. È sulla stessa lunghezza d’onda Fabio Bonzi, sindaco di Dossena e presidente della Comunità montana Val Brembana, oltre che allevatore. «In questa situazione la tutela degli animali è al primo posto». «Anche durante la pandemìa - aggiunge - le mostre zootecniche sono state sospese: sono un momento importante per le nostre realtà, ma la salute viene prima di tutto».

Non è la prima volta che l’allarme «Blue tongue» scatta a Bergamo. Nel 2008 ne fece le spese la Fiera agricola di Treviglio, dove per protesta alcuni allevatori esposero mucche finte al posto dei bovini veri. Si salvò, invece, quella di Sant’Alessandro.

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