Economia / Bergamo Città
Venerdì 14 Maggio 2021
L’industria bergamasca avanza: ordini in crescita, aumentano anche le assunzioni
La manifattura solo 0,5% in più del trimestre precedente, ma c’è rimbalzo (+10%) rispetto al 2020. Bene meccanica e gomma-plastica, male il tessile. Boom dei prezzi delle materie prime.
I numeri del primo trimestre confermano il trend positivo, con la produzione industriale bergamasca che ribadisce il buon andamento degli ultimi periodi (+0,5% rispetto al trimestre precedente), avvicinandosi così ai livelli pre-Covid; in calo invece l’artigianato (-1%). Ma l’aspetto forse più importante è il netto rimbalzo rispetto al crollo di inizio 2020, con una variazione tendenziale pari al +10,6% per le imprese con almeno 10 addetti e +13,7% per quelle artigiane con almeno 3 addetti. La nota stonata è invece il forte aumento delle materie prime, che sta mettendo in difficoltà molte realtà, mentre le assunzioni tornano a crescere e la crescita delle commesse fa ben sperare per i prossimi mesi. Si rafforza quindi, secondo i dati forniti dalla Camera di commercio di Bergamo, il percorso positivo dell’industria manifatturiera orobica, con meno forza rispetto ai trimestri scorsi, ma pur sempre a una velocità superiore della media regionale: la Lombardia evidenzia infatti incrementi inferiori sia dal punto di vista tendenziale (+8,7% rispetto al primo trimestre 2020) sia da quello congiunturale (+0,2% sul quarto trimestre 2020). Anche il divario rispetto ai livelli pre-Covid risulta più ampio in regione (-2,3%).
La gran parte dei settori industriali risulta in crescita su base annua, per via del confronto con i bassi livelli produttivi di inizio 2020, ma i comparti che hanno pienamente recuperato i valori precedenti alla pandemia sono una minoranza: tra questi vanno annoverati la meccanica, la gomma-plastica e la chimica-farmaceutica, mentre continuano le grandi difficoltà della filiera della moda.
Il fatturato registra un aumento superiore ai 10 punti percentuali su base annua (+11,6%) e una lieve crescita rispetto al quarto trimestre 2020 (+0,3%).
Più commesse estere e interne
Incoraggianti poi i segnali che arrivano dagli ordinativi, che crescono in maniera rilevante dal punto di vista tendenziale (+14,7%), con un incremento significativo anche rispetto al trimestre precedente (+5,1%): variazioni positive sia per il mercato interno che per quello estero, a testimonianza di una vivacità della domanda mondiale che, come detto, si riflette anche sui mercati delle materie prime, dando però origine a forti tensioni sui prezzi: la crescita dei costi di ferro, acciaio, alluminio e il resto dei materiali rispetto al trimestre precedente è del +8,5%, crescita mai registrata finora nella serie storica.
Anche sul fronte occupazionale si registrano movimenti significativi, con una crescita delle assunzioni che genera un saldo occupazionale positivo tra addetti in ingresso e in uscita nel trimestre (+1,1%). Tale incremento è in parte dovuta all’avvio dei contratti annuali, che si concentrano a inizio anno, ma la variazione si conferma positiva anche al netto degli effetti stagionali: si tratta di un segnale importante che potrebbe certificare la fine della fase discendente dell’occupazione nelle imprese iniziata nel 2019. Prosegue inoltre il progressivo riassorbimento della Cig, nonostante lo strumento sia ancora utilizzato da più di un’impresa su cinque (22,5%). Anche le aspettative degli imprenditori per i prossimi mesi sono in decisa crescita (produzione: +23,3; fatturato: +27,4; domanda interna: +12,2; domanda estera: +21,3; occupazione: +5,8).
Artigianato di rincorsa
Il calo dell’artigianato manifatturiero orobico è frutto di una minor prontezza nello sfruttare la ripresa, per via delle dimensioni ridotte delle imprese e del grado inferiore di internazionalizzazione, tuttavia i risultati sono migliori rispetto alla media regionale. Il fatturato registra una significativa crescita tendenziale (+14,5%) che si traduce però in un calo congiunturale (-0,6%). Anche qui ordini in crescita (+7,2% rispetto al trimestre precedente) e rimbalzo dei costi delle materie prime (+9,3%)
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