Economia / Bergamo Città
Martedì 20 Ottobre 2020
L’impatto del Covid sui fatturati
Bergamo terza città ad aver perso di più
Per la pandemia nel biennio 20-21 le perdite in provincia saranno tra gli 11 e 15 miliardi. Il 37% dei lavoratori occupati nei settori più a rischio.
Nella migliore delle ipotesi Bergamo perderà 11 miliardi e 766 milioni di euro di fatturato nel biennio 2020-21, pari al 3,8% del fatturato complessivo stimato sul biennio in rapporto al 2019, mentre nella peggiore delle ipotesi il calo supererà quota 15 miliardi e mezzo, ovvero il 4,15% del fatturato complessivo del sistema Bergamo in rapporto allo scorso anno.
Il che, tradotto potrebbe impattare sull’occupazione in maniera pesante, visto che il 37,8% dei lavoratori bergamaschi, pari a 92.101 addetti, è occupato nei settori su cui hanno pesato maggiormente gli effetti economici del Covid, ovvero, prima di tutto turismo e ristorazione, ma anche logistica e trasporti, sistema moda ed automotive. Peggio di noi, in termini assoluti, solo Brescia e Verona. Brescia registrerebbe infatti una perdita che oscilla tra i quasi 16 miliardi nello scenario più ottimistico e gli oltre 21 miliardi in quello meno roseo, cui si accompagna una percentuale che sale al 43,1% per quanto riguarda i lavoratori dei settori più colpiti; mentre Verona, perderebbe oltre 12 miliardi o, nell’ipotesi «hard», quasi 16 miliardi. È quanto emerge dallo studio realizzato da Cerved - tra i principali operatori italiani nella gestione del rischio di credito - per Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani. Nello studio si monitora l’andamento di oltre 1.600 settori produttivi e circa 730 mila imprese e si quantifica l’impatto del Covid-19 sul tessuto produttivo delle 93 città medie italiane - escluse dunque le grandi città come Milano e Roma -, in base a due scenari: uno «soft», di graduale e costante ripresa dell’economia dal 2° semestre 2020 e uno «hard» di persistenza della situazione emergenziale.
Secondo Cerved, lo choc economico generato dal Covid-19 produrrà un impatto significativo sui sistemi produttivi delle città medie italiane, che rappresentano una fetta importante del Pil nazionale, soprattutto in virtù della forte diffusione territoriale di poli industriali e distretti manifatturieri, qual è il caso della nostra provincia. Gli effetti saranno consistenti un po’ ovunque, con perdite di fatturato nel biennio 2020-21 tra i 262 e i 344 miliardi di euro, corrispondenti a circa la metà del totale nazionale. Quest’anno la contrazione media sarebbe dell’11,9% nello scenario soft, con un rimbalzo verso l’alto nel 2021 del 10,5% che non riporterebbe però al livello del 2019, lasciando una percentuale di perdita media del -2,7%. Gap che salirebbe al 3,9% di fatturato in meno a fine 2021 rispetto al 2019.
Si tratta di cifre che nella nostra provincia salgono di qualche punto percentuale, rispetto alla media delle 93 città oggetto di studio, se consideriamo che le perdite del 2020 sul 2019, raggiungono il 12,7% in meno di fatturato nelle previsioni più rosee e il 18% in quelle più pessimistiche. Percentuali solo in parte compensate dal fatturato ipotizzato per il 2021: +11,6% nell’ipotesi soft e +17,4% nell’ipotesi hard. Certo consola il fatto che, sebbene in termini assoluti siamo terzi nella classifica delle città che registrerebbero maggiori perdite di fatturato, dietro Brescia e Verona, il nostro territorio è quanto meno fuori dalla «top ten» delle città che in termini percentuali risentiranno maggiormente delle conseguenze della pandemia, a causa della sofferenza di settori fondamentali nella loro economia. Va meglio sul fronte della liquidità, dal momento che Bergamo non compare nella classifica delle città con percentuali alte– superiori al 30% - di imprese entrate in crisi di liquidità nel 2020, per lo più concentrate in Toscana.
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