Economia
Sabato 17 Luglio 2021
L’export corre e supera i dati pre Covid: Italia meglio di Francia e Germania
Nel primo quadrimestre le esportazioni italiane registrano un +19,8% tendenziale, un +4,2% sullo stesso periodo del 2019. «Fra i Paesi del G8 l’Italia è al primo posto, fa meglio di Francia e Germania».
L’export italiano vola e torna sopra i livelli pre-Covid. Fra gennaio e aprile 2021 le vendite all’estero hanno registrato un balzo del 19,8% rispetto allo stesso periodo del 2020 e hanno addirittura superato del 4,2% i valori del primo quadrimestre 2019, che era stato un anno d’oro per le nostre esportazioni. A dirlo è il XXXV Rapporto sul commercio estero «L’Italia nell’economia internazionale» presentato venerdì 16 luglio a Roma insieme all’annuario 2021 Istat-Ice.
I dati descrivono una ripresa dell’Italia più rapida che altrove, al primo posto fra i Paesi del G8 mentre la Germania segna +11,4%, la Francia +10,8%, gli Stati Uniti +2,8%. Rispetto al primo quadrimestre 2020 le esportazioni italiane sono cresciute soprattutto verso la Cina (+55,3%), ma ci hanno dato soddisfazione anche i Paesi dell’Unione europea (in particolare Olanda e Polonia +32,9%, Francia +23,2%, Spagna +23%, Germania +22,6%, Belgio +14%) e la Svizzera (+20%). Più blando l’incremento verso gli Stati Uniti (+4,5%) e il Regno Unito (+2,6%, forse per l’accumulo di scorte pre-Brexit).
L’incremento tendenziale riguarda quasi tutti i settori, in primis i mezzi di trasporto, che sono saliti del 33,7%, ma anche gli apparecchi elettrici (+ 31,6%), i macchinari (+25,8%), il tessile (+21,6). Molti comparti sono cresciuti anche rispetto al pre-pandemia: gli apparecchi elettrici (+31,6% rispetto allo stesso periodo del 2020 e +8,2% sul pari periodo 2019), i metalli (rispettivamente +29,1% e +12%), i prodotti chimici (+10,2% e +7,1%), i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,3% e +12,3%).
Importazioni: stime al rialzo
Anche le prospettive di ripresa del commercio mondiale sono positive, tant’è che la stima Ice-Prometeia sull’andamento delle importazioni mondiali è stata rivista al rialzo: +8,9% per quest’anno e +6,4% per il 2022, con previsioni di crescita maggiori per Asia, America centro-meridionale e Oceania.
«A un anno di distanza dall’ultima presentazione del Rapporto sul commercio estero possiamo affermare, numeri alla mano, che l’eccellenza del made in Italy ha prevalso anche durante la pandemia e oggi fa da volano alla ripartenza - ha sottolineato il presidente di Ice Carlo Ferro -. In questo quadro dobbiamo ora guardare ai megatrend, già in atto ma accelerati dalla pandemia, che guideranno i modelli di produzione e di consumo nell’epoca post-Covid: digitale, innovazione e sostenibilità. Il Sistema Paese si è mosso, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un’opportunità unica per costruire le competenze trasversali orientate alle transizioni gemelle, digitale ed ecologica, nuovi fattori critici di successo, anche sui mercati globali, per tutti i settori del made in Italy».
In attuazione del Patto per l’Export voluto dal ministro degli Affari Esteri, l’Ice ha avviato 15 nuove azioni, fra le quali servizi gratuiti per le realtà fino a 100 addetti, la gratuità per tutte le aziende del primo modulo espositivo nelle collettive in fiere estere a cui Ice partecipa nel 2021, ma anche iniziative per accompagnare le imprese nella transizione digitale e una campagna di «nation branding» in 26 Paesi.
«Ogni anno approviamo un piano straordinario di sostegno al made in Italy, ma vorrei che questo provvedimento diventasse strutturale - ha commentato il ministro Di Maio -. Creare un terreno di gioco comune tra startup e imprese mature è la vera sfida per rendere il nostro sistema di imprese tra i più competitivi al mondo alla luce della doppia transizione verde e digitale che vorremo affrontare nei prossimi anni». Passaggio green che per Di Maio avrà senso «solo se non sarà uno choc sul sistema economico italiano. Transizione significa consentire alle nostre aziende di adeguarsi alle nuove sfide senza subire choc che determinino cali occupazionali o addirittura fallimenti».
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