Economia / Bergamo Città
Mercoledì 08 Marzo 2023
Legno: è rottura sul contratto, sarà sciopero il 21 aprile
A Bergamo 4mila addetti. Un pacchetto di otto ore di sciopero da svolgersi a livello territoriale il 21 aprile per i lavoratori del settore legno e arredo.
Lo hanno deciso le segreterie nazionali di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil. La motivazione è il mancato dialogo con Federlegno sulle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di settore scaduto lo scorso 31 dicembre. Un settore tra i più importanti del made in Italy che conta in totale circa 200 mila addetti, di cui oltre 4 mila in Bergamasca.
I sindacati di categoria fanno sapere di aver interrotto il negoziato «a causa delle enormi distanze in materia salariale tra noi e la controparte e l’indisponibilità di quest’ultima a riconfermare il modello contrattuale consolidato dal 2016, che consente di recuperare in maniera più efficace il potere di acquisto per i lavoratori».
Per queste ragioni Feneal, Filca e Fillea hanno proclamato per il 21 aprile lo sciopero di 8 ore, con iniziative a livello territoriale mentre già da lunedì prossimo i lavoratori saranno in stato di agitazione. Le federazioni sindacali di categoria aggiungono anche che lo stato di agitazione sarà accompagnato dal «blocco immediato degli straordinari» e ci saranno assemblee per spiegare le motivazioni della rottura delle trattative: in Lombardia la manifestazione del 21 si svolgerà al Salone del Mobile a Milano.
Intanto già oggi a Brugherio si svolgerà l’Attivo Regionale Unitario delle circa 250 Rsu del Legno della Lombardia. La delegazione sindacale ha ritenuto inaccettabile l’intenzione di Federlegno di modificare il modello contrattuale cosiddetto della «doppia pista» (salario contrattato per l’andamento di settore più adeguamento annuale all’indice Ipca complessivo) .«Vogliamo continuare a garantire ai lavoratori salario fresco e retribuzioni adeguate», mentre le proposte economiche di Federlegno non sono state ritenute adeguate, così come non viene accettata la proposta di una sospensione del rinnovo della parte normativa con una moratoria di 14-16 mesi. Sempre secondo i sindacati, «a fronte di un andamento straordinario per le imprese del settore per gli anni 2021 (anno record in termini produttivi) e 2022 (nei primi nove mesi 2022 la filiera ha venduto all’estero prodotti per 15,6 miliardi di euro, +16%, rispetto allo stesso periodo del 2021), Federlegno non vuole riconoscere l’adeguato aumento dei salari erosi dall’inflazione e dal caro bollette».
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