
Economia / Bergamo Città
Domenica 20 Aprile 2025
La scalata dei prezzi, in Bergamasca aumentano energia ed alimentari
L’ANALISI. Ancora un piccolo salto verso l’alto. La scalata dei prezzi prosegue, ormai secondo la dinamica consolidata da diverso tempo: non più scatti repentini, ma una serie di piccoli balzi al rialzo.
L’ultima fotografia bergamasca l’ha diffusa l’Istat, che ha elaborato i dati riferiti a marzo: l’inflazione su base annua è arrivata ora al 2,2%, contro il 2% riferito a febbraio 2025 e l’1% di marzo 2024. Insomma, l’inversione della curva dei prezzi è un miraggio. Sono allineati a questo trend anche i dati riferiti all’ultimo miglio di questa «corsa»: a marzo l’inflazione su base mensile si è attestata allo 0,4%, contro lo 0,2% registrato a febbraio 2025. L’aumento dell’inflazione, spiega l’Istat nella nota a commento dei dati diffusi, «risente principalmente dell’andamento delle componenti più volatili: sono infatti in accelerazione sia i prezzi dei beni energetici sia quelli degli alimentari».
Rispetto a un anno fa, quali sono le voci più impattate dall’inflazione? La variazione tendenziale dei prezzi in Bergamasca restituisce un +9,7% per i pacchetti vacanze, un +9,3% per l’energia elettrica e il gas, un +6,4% per le bevande analcoliche e un +6% per le assicurazioni. Qualcosa in realtà è diminuito, ad esempio gli «apparecchi telefonici» (termine ormai desueto ma in cui rientrano anche gli smartphone, -13,8%) e gli «apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici» (dalle tv ai pc, -5,5%).
Bergamo è l’8ª provincia italiana con i rincari annui più elevati. L’inflazione annua al 2,2% si traduce infatti in «extra costi» per una famiglia media bergamasca pari a 615 euro
A Bergamo l’inflazione si paga dunque a caro prezzo. Letteralmente: secondo la consueta classifica dell’Unione nazionale consumatori, che ha rielaborato le statistiche ufficiali dell’Istat, Bergamo è l’8ª provincia italiana con i rincari annui più elevati. L’inflazione annua al 2,2% si traduce infatti in «extra costi» per una famiglia media bergamasca pari a 615 euro. Fanno peggio solo Bolzano (+782 euro), Siena (+765 euro), Padova (+745 euro), Belluno (+696 euro), Imperia (+650 euro), Trento (+648 euro) e Siracusa (+643 euro); Bergamo è appunto anche la provincia lombarda più impattata dai rincari, seguita poi da Como e Brescia (entrambe a +503 euro, al 29° posto nella classifica nazionale). A passarsela meglio, o «meno peggio», è Catanzaro, dove i rincari ammontano «solo» a 283 annui, poi Brindisi (+285 euro) e Caserta (+299 euro); in Lombardia è Lodi a registrare gli aumenti più contenuti, pari a 367 euro annui.
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