La Regione punta sulle reti d’impresa: «Fondi alle filiere»

NUOVO CORSO. Arriva il cambio di strategia del Pirellone coi finanziamenti alle realtà lombarde che fanno squadra. Guidesi: «Futuro competitivo attraverso la condivisione».

Cambia la strategia di finanziamento alle imprese in Lombardia. La Regione adesso scommette sulle filiere, ovvero sul consolidamento dei rapporti tra il mondo produttivo, quello accademico e scientifico, e gli istituti formativi. Per fare questo ha chiamato a raccolta le aziende sollecitando il dialogo e la co-progettazione con i centri di ricerca, le università, gli istituti professionali e gli Its. È un nuovo modo di fare rete quello che Palazzo Lombardia propone per sostenere la competitività delle filiere produttive e di servizi e degli ecosistemi industriali, produttivi ed economici del territorio.

Già costituite 35 filiere

Ci sta lavorando da circa un anno l’assessorato allo Sviluppo Economico, che nei mesi scorsi ha lanciato una manifestazione d’interesse a seguito della quale si sono già costituite 35 filiere, ognuna delle quali coinvolge in media una ventina di realtà. Sono 706 (di cui 691 operanti in Lombardia) quelle che ad oggi hanno aderito alla proposta della Regione; le bergamasche sono 81, mentre due sono le «cordate» che hanno all’interno della nostra provincia l’ente capofila. Uno è Brembo, alla testa di un pool di realtà (anche delle province di Brescia, di Como e di Milano); insieme svilupperanno progetti nell’ambito delle applicazioni digitali; l’altro è Rete Edinnova, che guiderà un altro raggruppamento di aziende (di cui una della provincia di Trento) attive nel settore dell’edilizia.

Dal primo bando 4 milioni

«Siamo convinti che una pianificazione strategica settoriale ci consentirà di procedere speditamente e di certificare le nostre leadership – spiega Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo Economico –. In Lombardia c’è ancora un forte potenziale inespresso, dovuto alla mancata connessione tra ciò che già esiste». L’idea è quella di mettere insieme più realtà che operano in uno stesso settore e sollecitarle a realizzare progetti insieme. Dopo l’iniziale fase «teorica», un primo bando biennale finalizzato a sostenere l’avvio di nuove filiere e il rafforzamento di realtà già costituite, ha già messo in campo 4 milioni di euro che sono serviti a finanziare 12 progetti per 112 imprese, di cui 11 bergamasche.

Il concetto è chiaro: ci si mette insieme, si costruiscono nuovi progetti e li si presenta a un bando che, a seconda dei settori produttivi e delle iniziative, distribuisce i fondi direttamente alle singole aziende, oppure gli enti capofila. «Crediamo che solo attraverso una condivisione di strategie a medio lungo termine e progettualità possa crearsi valore aggiunto all’interno di un settore – dice ancora Guidesi –. Presto si aprirà un altro bando del valore di 19 milioni di euro, in collaborazione con l’assessorato alla Ricerca. Parliamo di una strategia che riguarderà nel tempo tutta la Regione Lombardia».

Green e digitale

È un’impronta green e digitale quella che sta pendendo forma, analizzando i settori più coinvolti nelle 35 filiere che si sono costituite in Lombardia. Oltre duecento soggetti (203 per l’esattezza) operano infatti nell’ambito delle applicazioni digitali – cui fanno capo 9 filiere –; altri 140 hanno a che fare con le lavorazioni industriali, mentre 121 si occupano di energia e di carburanti sostenibili. L’86% dei progetti finora presentati hanno un obiettivo di innovazione e di sostenibilità; molti di questi (il 77,5% del totale) operano anche sulla formazione del personale, sull’occupazione e sulla sicurezza sul lavoro. Guarda all’internazionalizzazione il 40% delle proposte, mentre un altro 17% si occupa di credito e patrimonializzazione.

Dopo un primo incontro con i soggetti che hanno già risposto all’invito di Palazzo Lombardia, la manifestazione d’interesse della Regione resterà attiva fino alla fine dell’anno per dare la possibilità a chi non ne facesse ancora parte di entrare in una filiera già costituita o di metterne in piedi altre. «Per generare nuovo valore aggiunto c’è bisogno di risorse, e noi investiamo – conclude Guidesi –; il nostro è un cambio di strategia e siamo convinti che attraverso questo percorso possiamo continuare ad anticipare i tempi».

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