Economia / Bergamo Città
Sabato 04 Gennaio 2025
«La nuova Naspi, un duro colpo, penalizzati i lavoratori fragili»
OCCUPAZIONE. Nella Manovra norme più restrittive per la disoccupazione Comi, Inca Cgil: un regalo alle aziende che offrono condizioni svantaggiose.
«Il colpo più duro della Manovra 2025 del governo è riservato a chi perde il posto di lavoro, o per scadenza di un contratto o per licenziamento. Il governo per quest’anno ha inserito un’aggravante che pesa sul disoccupato per ottenere la Naspi, cioè l’indennità di disoccupazione». A sottolinearlo il direttore del Patronato Inca Cgil di Bergamo, Emanuele Comi.
Secondo le nuove norme, infatti, se nei 12 mesi precedenti il lavoratore, in un altro posto di lavoro, aveva rassegnato le dimissioni volontarie o aveva risolto consensualmente il proprio precedente rapporto, ora può ottenere la Naspi solo se, fra questi eventi e la nuova cessazione, ha versato 3 mesi di contributi. In precedenza, invece, la si otteneva senza questo vincolo. «Sembra una questione di poco conto- evidenzia Comi - ma si tratta di una disposizione che colpisce duramente alcune categorie di persone che dal 2025 si troveranno con sempre meno scelta e alla mercé di situazioni lavorative gravose, sottopagate o in ambienti di lavoro tossici».
Esempi di penalizzazione
L’Inca di Bergamo fa due esempi per chiarire meglio la materia: il primo è quello di una lavoratrice, in forze in una piccola azienda dove è sottoposta a molestie o a insulti (sempre difficili da dimostrare), che rassegna le dimissioni trovando un impiego temporaneo inferiore a 3 mesi in un’altra azienda.
Il cambio di rotta va a colpire anche chi, volendo sperimentarsi in un nuovo impiego più stimolante o meglio retribuito, decide di cambiare azienda, dà le dimissioni e si lancia verso la sua nuova vita lavorativa. Se dopo meno di 3 mesi l’ azienda fallisce, il lavoratore si ritroverà senza alcuna possibilità di ricevere l’indennità.
Intenzione del Governo, punire gli abusi
«Nelle intenzioni del Governo si volevano “punire” presunti abusi da parte dei dipendenti, in realtà li lasciano senza alcuna scelta» prosegue Comi. «La prima lavoratrice continuerà a subire l’ambiente di lavoro ostile, il secondo lavoratore non cercherà migliori trattamenti altrove. In pratica, è un regalo alle aziende che offrono condizioni di lavoro svantaggiose o lesive della dignità dei lavoratori. Potranno continuare a farlo, sapendo che i loro dipendenti hanno un disincentivo ad andarsene».
L’Inca fa notare anche come non si possa contare nemmeno sul Supporto per la Formazione e il Lavoro. «I limiti Isee, benché aumentati, sono ancora bassissimi ed escludono di fatto coloro che nel periodo precedente hanno regolarmente lavorato o che hanno nel proprio nucleo familiare altri lavoratori». A questo, si aggiunge l’abrogazione della disoccupazione per chi abbia lavorato all’estero e rientri in Italia al termine dell’esperienza lavorativa. Si tratta, principalmente, di stagionali agricoli e del turismo, ma anche ricercatori.
«Continueremo a chiedere con forza condizioni dignitose e rispettose delle lavoratrici e dei lavoratori, anche perché, al di là degli slogan, le scelte del Governo sono finora sempre andate nella direzione di ridurre le tutele e di penalizzare coloro che sono in maggiore difficoltà», conclude il direttore Inca Cgil di Bergamo.
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