La chimica bergamasca migliora: rialzo trainato dal settore agrofarmaci

LO SCENARIO. Nel secondo trimestre è cresciuta del 2,5%. Export: perdite tedesche compensate da sbocchi arabi. Giannattasio: «Ma la burocrazia continua a frenarci».

La chimica torna a crescere e ha bisogno di nuove competenze. Nonostante il calo generalizzato della manifattura, nel secondo trimestre 2024 a Bergamo il settore ha segnato un incremento complessivo del 2,5%, con l’agrofarmaco che vola (+60%). Va bene anche la farmaceutica (+6%), trainata dalla fabbricazione di prodotti farmaceutici di base (+41%).

Con un fatturato di 6,5 miliardi dato da quasi 240 unità locali che impiegano poco meno di diecimila addetti, il comparto chimico-farmaceutico rappresenta il 15% del totale della manifattura bergamasca e nel 2023 ha superato i 3 miliardi di export compensando il calo delle vendite sul mercato tedesco con l’apertura di nuovi sbocchi, in particolare nei Paesi arabi.

Progetti e previsioni

«Anche per l’ultimo scorcio 2024 e inizio 2025 le previsioni sono positive, come conferma l’ultimo rapporto Ocse, che parla sia di una stabilizzazione della crescita del Pil globale al 3,2%, sia di una sostanziale tenuta della catena di approvvigionamento delle materie prime, ma il nostro settore ha di fronte parecchie sfide», sottolinea Mariella Giannattasio, presidente Gruppo Chimici di Confindustria Bergamo, che lunedì parteciperà all’assemblea Federchimica.

«Sappiamo che la sostenibilità non è più un optional, ma il sistema regolatorio a cui sono soggette le industrie chimiche, soprattutto quelle che fanno chimica di base, è eccessivo - fa presente Giannattasio -. È necessario trovare soluzioni per far esistere le imprese chimiche, altrimenti il rischio è che si dismettano alcune produzioni, a scapito dell’occupazione e della competitività. La burocrazia e le insidie normative rallentano il settore, mentre i Paesi asiatici, in particolare la Cina, stanno avanzando velocemente».

«È necessario trovare soluzioni per far esistere le imprese chimiche, altrimenti il rischio è che si dismettano alcune produzioni, a scapito dell’occupazione e della competitività»

Per Giannattasio la sfida sarà «continuare a lavorare rispettando i criteri Esg, ma le industrie chimiche fanno già la loro parte investendo mediamente l’8% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. Anche il rapporto Draghi dice che dobbiamo continuamente innovare, perché non possiamo rimanere indietro, però non possiamo neppure perdere le fabbriche. Serve una visione strategica da parte di chi governa, altrimenti assisteremo a quel che già sta accadendo nell’automotive, con ricadute anche sugli altri settori».

Secondo uno studio condotto dall’Università Statale di Milano con Federchimica, il 70% delle aziende del comparto ricerca nuovi ruoli con competenze specifiche per gestire la transizione ecologica e digitale.

A caccia di competenze

Per affrontare la transizione digitale ed ecologica non bastano le tecnologie, servono le risorse umane e le loro competenze. «Purtroppo la difficoltà a trovare personale persiste anche nel nostro settore, nonostante le retribuzioni siano tra le più alte nel manifatturiero - conferma Giannattasio -. Serve una forte specializzazione, tant’è che il Gruppo Chimici di Confindustria Bergamo collabora con le scuole del territorio e ha fatto della formazione un cavallo di battaglia». Secondo uno studio condotto dall’Università Statale di Milano con Federchimica, il 70% delle aziende del comparto ricerca nuovi ruoli con competenze specifiche per gestire la transizione ecologica e digitale. In particolare, servono life cycle assessment specialist, specialisti di riciclo e riutilizzo prodotto, carbon neutrality manager e sustainability manager per quanto riguarda la transizione ecologica, mentre per quella digitale sono richiesti ingegneri dell’automazione e della robotica per i processi produttivi, production data analyst e-business analytics manager per l’elaborazione dati, digital campaign manager ed e-key account manager per i nuovi canali di comunicazione, innovation leader e digital business partner per la gestione del cambiamento.

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