Intesa, l’utile a +4%. «Esposizione russa ora vicina allo zero»

Esercizio 2022. Per il ceo Messina «è il miglior bilancio nella storia della banca. Quest’anno i ricavi cresceranno. La forza del nostro Paese sono le imprese e le famiglie».

Un utile importante, che anche se «depurato» da accantonamenti/rettifiche di valore legate a Russia e Ucraina, tocca quota 4,35 milioni di euro, in crescita del 4% rispetto al 2021. E a proposito di Russia, nel secondo semestre 2022 è stata ridotta del 68% (circa 2,5 miliardi di euro) l’esposizione verso Mosca, scesa sotto lo 0,3% dei crediti a clientela complessivi del gruppo. Anche il ceo di Intesa, Carlo Messina, ha evidenziato questo aspetto: «l’esposizione verso la Russia è prossima allo zero, quello del 2022 è il miglior bilancio della storia di Intesa, con la realizzazione del piano di impresa 2022-2025 che procede a pieno ritmo».

Tornando al conto economico dell’anno appena trascorso, si registrano interessi netti pari a 9,5 miliardi di euro, in crescita del 20,2% rispetto ai 7,9 miliardi del 2021. Le commissioni nette sono pari a 8,92 miliardi, in diminuzione del 6,4% rispetto ai 9,53 miliardi dell’anno precedente.

I proventi operativi netti sono pari a 21,47 miliardi, in aumento del 3,3% rispetto ai 20,79 miliardi del 2021. I costi operativi ammontano a 10,93 miliardi, in diminuzione dello 0,4% rispetto al 2021. Le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 3,11 miliardi (comprendenti circa 1,3 miliardi per l’esposizione a Russia e Ucraina, circa 1,2 miliardi per overlay e per favorire il derisking e circa 0,7 miliardi di rilascio di rettifiche del 2020 per i futuri impatti Covid), rispetto a 2,77 miliardi del 2021.

Nel quarto trimestre, Intesa registra un risultato netto pari a 1,07 miliardi, in crescita rispetto ai 930 milioni nel terzo trimestre 2022 e a 179 milioni nel quarto trimestre 2021. Prosegue inoltre la riduzione dei crediti deteriorati pari a circa 4,6 miliardi di euro da fine 2021 e a circa 54 miliardi dal picco di settembre 2015. Un andamento che consente a Intesa Sanpaolo di conquistare lo status di banca a «Zero Npl».

«Nel 2023 - ha aggiunto il ceo -, prevediamo una solida crescita dei ricavi unitamente a una continua focalizzazione sulla gestione dei costi. Ciò, unito a un forte calo degli accantonamenti, consentirà una crescita del risultato netto ben al di sopra di 5,5 miliardi. Nei prossimi giorni - ha aggiunto - lanceremo la seconda tranche del riacquisto di azioni proprie, portando l’importo complessivo a 3,4 miliardi. Ciò significa che quest’anno restituiremo almeno 5,3 miliardi tenendo conto del dividendo che pagheremo a maggio previa approvazione dell’assemblea, della seconda tranche del buyback e dell’acconto sul dividendo che - come di consueto - pagheremo a novembre, sulla base della previsione di oltre 5,5 miliardi di risultato netto per l’intero anno».

Messina ha poi ancora una volta sbarrato la strada a qualsiasi ipotesi di shopping su Montepaschi: «Di Mps non so nulla - ha detto -: sono convinto che più operatori ci sono meglio è per il sistema economico. Se c’è un progetto io sono ben contento. Noi abbiamo una posizione in Italia che qualunque cosa accada non possiamo partecipare». Poi ha scherzato con i giornalisti che gli chiedevao della «competizione» con Unicredit sull’utile e sulla distribuzione del dividendo. E su una battuta fatta da Orcel tempo fa su un eventuale invito a cena, Messina ha risposto al giornalista con una battuta. «Chieda a Orcel com’è la cacio e pepe che mangia da me visto che siamo amici».

Sul fronte Italia, il ceo di Intesa si dice «convinto che su diversi settori il nostro sia un Paese di grande solidità. Il primo punto di forza sono le imprese. Altro punto di forza sono famiglie che hanno livelli di risparmio. E questo è un fattore di fortissima differenziazione rispetto ad altri Paesi».

Anche a livello di debito pubblico, per Messina,, «Il Paese rimane con un debito elevato ma sostenibile. Un approccio molto saggio di questo governo, la continuità con il governo Draghi è stato l’elemento più positivo, che è stato colto da investitori internazionali.Sono molto confidente perché le prospettive mi sembrano di attenzione e rigore, apprezzato da tutti gli investitori internazionali».

Intanto in Borsa, la prima reazione ai risultati per il titolo è in negativo, con una perdita ieri del 2,93 a 2,38 euro. Anche questo dato non spaventa Messina: «È chiaro che se si guarda l’andamento del titolo dell’ultima settimana, anche con il calo di oggi, noi continuiamo a crescere. Abbiamo un potenziale fortissimo. Non sono interessato a fare outlook di breve termine per far sognare. Voglio pensare a lungo termine».

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